* Chapter Two *

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Jungkook Pov

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Jungkook Pov

I mesi passarono e per qualche strana ragione io e Jimin arrivammo a sposarci, furono giorni di puro delirio, divertenti, passionali ma al tempo stesso tesi tanto che arrivammo quasi a spararci per la torta; optando poi per farne due diverse ma n'era valse la pena. Attenderlo davanti all'altare, i minuti di ritardo che fece, il nervosismo, il papillon che non sopportavo e sentivo stretto, i ragazzi che cercavano di farmi stare tranquillo quando poi, la nostra canzone partì. Era la stessa che Jimin fece suonare quando mi propose di sposarlo e fu quello il momento in cui tutto si fermò, persino il mio cuore smise di battere per ammirare l'angelo più bello dell'intero creato; di bianco vestito solo per me e fu come un nuovo inizio, un nuovo Jimin in tutta la sua bellezza e dolcezza. Il suo essere meraviglioso e mi sentii irrequieto ma al tempo stesso mi sentii l'uomo più fortunato dell'universo, perché quell'angelo aveva scelto di passare la sua vita con un povero demone. I suoi occhi splendevano di galassie infinite ed il suo sorriso, timido, solo per me e non riuscii ad ascoltare nemmeno il prete perché il mio intero essere era preso solo da lui e mai avrei creduto di poter provare una gioia simile in tutta la mia vita. Nemmeno vedere San abbracciare il mio amato riuscì a destabilizzarmi ne tanto meno la presenza di Taehyung che passò decisamente inosservata da parte mia e sapevo che quel giorno sarebbe stato solo il primo di una vita piena di rosa e di tutte le sue sfumature e così fu. Tra me e Jimin non poteva andare meglio, trovammo un nuovo equilibrio pur rimanendo noi stessi e con le gang unite il lavoro sembrava ritornare, dandoci quella separazione momentanea di tanto in tanto che ci dava una nuova spinta per ritrovarci senza litigi, senza ammazzarci o darci per scontati. - Amore credo che Nam abbia un lavoretto, ha scritto di controllare il computer. - dissi in quella giornata tranquilla di primavera andando a trovarlo in palestra dove era solito allenarsi a quell'ora. - Altro controllo? Di nuovo? - chiesi curioso, ultimamente chiamavano sempre lui per quel tipo di lavoro e non ne capivo il motivo. Forse perché hai fatto saltare due auto, una discoteca e mandato al creatore dieci uomini l'ultima volta? Grazie per avermelo ricordato ma mi annoiavo a casa e nemmeno San mi era molto di compagnia visto che passava tutto il tempo a farsi scopare da Junho.

Jimin Pov

La primavera mi piaceva, perché non c'era caldo e neanche freddo; c'era il tempo per le giornate in piscine e quelle da passare in biblioteca o a letto con Jungkook. In cucina, nella stanza dei computer, in biblioteca, in salotto, nel bagno, nella vasca. Dovevo concentrarmi più del solito da quando io e Jungkook aveva chiarito ogni cosa, potendoci vivere come era giusto e niente fu più bello di averlo di nuovo con me. Stranamente l'idea di quella puttana era riuscita, Black e Shadow divennero un'unica grande associazione ed io e mio marito vi entrammo a far parte come coppia ed eravamo anche peggio di quando scendevamo in campo da soli. Le cose parvero sistemarsi per il meglio: Junho e San erano diventati inseparabili ed io avevo il cuore in pace e pieno di affetto per entrambi. Perché in qualche modo, tutti e due avevano e fanno parte della mia vita e avevo sempre sperato che trovassero qualcuno di veramente speciale, soprattutto il piccolo Sannì. Non dici più mio. Non potevo dirlo, non lo era mai stato in verità, era solo il nostro bambino troppo cresciuto. Così come il mio rapporto con Yoongi, solo con lui, era cambiato divenendo forse anche più forte di come non lo era mai stato; perché fui chiaro pur non dicendo nulla di quel pomeriggio, che se avessi visto quella puttana davanti ai miei occhi l'avrei usato come concime per il mio giardino. Certo avevo usato un linguaggio più articolato ma il concetto era lo stesso. Perciò non mi stupì quando Jungkook mi informò che c'era del lavoro da fare e qualcosa mi diceva che si trattava di quel parente alla lontana. - Ricordi quando me lo stavi succhiando mentre parlavo al telefono con Namjoon? Credo si tratti di quello. - dissi ridacchiando davanti alla sua espressione. Intrecciai la mano alla sua trascinandolo con me, ero diventato forse più appiccicoso, sentendo la necessità di sentire la sua pelle sempre su di me; ma a lui non dispiaceva ed io me ne approfittavo. - Come immaginavo. Ti va di fare un po' di maretta? - dissi fissando il mio sguardo nel suo. Quei pozzi neri erano diventati ancora più lucenti dopo il matrimonio, vedendo in essi altro di ancor più meraviglioso ed io era intenzionato a dargli tutto, perfino l'intero universo. - Potremmo portare Junho e San con noi e divertirci un po'. - e nel dirlo mi issai da quella sedia, facendo in modo che poggiasse il suo bellissimo culo alla scrivania. - Magari dopo potremmo usare la biblioteca... - sussurrai accarezzando il suo petto con il palmo della mano, fino a scendere sull'elastico della tuta, fermandomi.

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