Angel
Ci siamo allontanati.
È successo esattamente quello che mia madre mi ha consigliato di evitare. Sono state giornate all'insegna degli sguardi rubati, dei discorsi trattenuti tra le labbra, dei sentimenti celati dietro alle circostanze di una amicizia che mai si era palesata tra noi.
Con la scusa del lavoro abbiamo passato la maggior parte del tempo ognuno rinchiuso nel proprio laboratorio.
Mi manca.
La nostra quotidianità sembra diventata già parte di un passato.
La rivoglio indietro.
Ho sentito il suo uscio aprirsi e richiudersi alla velocità della luce, questa mattina. Ho posato lo sguardo sul legno della porta per un tempo indefinito, con la speranza di sentire le sue nocche battere per richiamare la mia attenzione. Niente; nulla di fatto. La sua ombra si è stagliata oltre l'unica finestra, attardandosi per qualche istante, per poi scavalcarla e scomparire dalla mia vista.
Ho afferrato il telefono senza pensare, chiamato Caterina e sono scappata dalle mura che sentivo stringersi come una morsa fantasma intorno al corpo.
Ci siamo trascurate per troppo tempo, un paio di ore all'insegna delle frivolezze è quello di cui entrambe abbiamo bisogno.
Un abbraccio, un paio di rimproveri e ho ragguagliato la mia migliore amica sugli ultimi eventi di questa contorta storia.
Le tanto agogniate frivolezze, alla fine dei conti, non pervenute.Sedute in un angolo appartato del bar in cui la mia migliore amica primeggia come cliente affezionato, il suo lavoro dista poco più di due passi, apro il vaso dove custodisco tutto i retroscena che ancora le avevo taciuto.
"Tu sei tutta matta! L'hai mandato in pasto al lupo travestito da agnello, te lo dico io."
Il piccolo calice con le bollicine di bianco impatta rumorosamente sul tavolino, tanto che, con occhio attento, studio se è ancora integro.
Se proprio deve rompersi... Meglio lui della mia faccia: Cate mi sta guardando come se volesse prendermi a sberle."Proprio quello che ho bisogno di sentirmi dire. Lo sai che come motivatore fai veramente schifo! Se volevo autocommiserarmi me ne sarei rimasta in quel buco di appartamento ad aspettare di vederlo tornare, chiedendomi dove fosse andato, con chi e perché!"
Non la guardo, potrebbe incenerirmi con la sua vista laser, dote che ha ereditato da zia Alex. Mia madre mi aveva confidato che nonostante la sua cecità riesce a percepirla.
"Hai ragione, ma quando una persona fa una cazzata... È più forte di me, devo sottolinearlo." Alza le spalle, per poi rilassarle contro lo schienale.
"Missione compiuta, allora, sei l'equivalente di un dito conficcato nella piaga! E sono stata gentile."
Restiamo chiuse ognuna nel proprio silenzio per qualche istante; il chiacchiericcio provocato dagli avventori del bar quasi non mi arriva, tanto è il baccano che mi porto dentro.
"Cosa pensi di fare? Vuoi che chieda a Ethan di scambiare qualche parolina col nostro pittore preferito?"
"Meglio di no. Non è uno stupido, capirebbe che dietro ci sono io. Mi manca solo essere etichettata come la ragazza che si tira indietro e sguinzaglia l'amico di lui per sapere cosa succede. Non siamo a scuola, anche se in questo esatto momento mi manca quel periodo."
"Quindi?"
"Aspetto... Aspetto e incrocio le dita."
Butto giù un sorso di Martini bianco pensando che potrebbe diventare il mio futuro migliore amico, se le cose non dovessero andare bene.
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"Perfettamente Imperfetti" Volume III "Lacerata, come pioggia sulla pelle"
ChickLitAngel è cresciuta in fretta, ha dovuto, non ha avuto scelta. La cecità di sua madre l'ha obbligata a vestire i panni di adulta, quando adulta, ancora, non era. La lama di un bisturi, la vede, la sente sulla pelle, la sogna di notte. Incubo a occhi...