Dylan
In attesa del foglio delle dimissioni, la situazione in ospedale si fa sempre più affollata.
Il gruppo festaiolo ha ormai fatto ritorno, dalla zona ristoro, invadendo la stanza di Angel e si è messo a discutere sul da farsi dei prossimi giorni."Chiedo scusa. Sto cercando la stanza di Angel Thompson."
Una voce profonda, proveniente dal corridoio, attira l'attenzione di tutte le teste presenti che si girano all'unisono verso l'uscio.
"La numero sette, da quella parte."
"Grazie mille, infermiera."
Jack scatta come una molla falcando lo spazio che lo separa dalla porta.
"Josh, sei arrivato finalmente!"
"Abbiamo fatto più in fretta possibile. Come sta?"
"Bene, aspettiamo il foglio per le dimissioni."
"Meno male... Certo che due parole in più potevi scriverle nel messaggio! Con il tuo 'Muovete le chiappe, siamo in ospedale. Hanno ricoverato Angel!' ci hai fatto prendere un mezzo infarto!"
"Amelia dove l'hai lasciata?"
"Sta arrivando, è stata... trattenuta. Mi ha mandato in avanscoperta."
"Arrivo, arrivo! Scusate, ma mi hanno scambiata per una paziente scappata dal reparto ortopedia. Come se una persona ricoverata in ospedale possa girare per i corridoi in tailleur!"
Tutto questo teatrino giunge alle nostre orecchie, ma non alla vista.
"Mamma, avete chiamato anche gli zii?"
"Lo sai come sono fatti."
Perfetto, la riunione di famiglia sta diventando al pari di un pranzo di Natale fuori stagione. Come se non mi sentissi già abbastanza sotto esame con il padre.
"Forza, entrate!" Jack fa gli onori di casa lasciando passare un uomo dai capelli brizzolati con al seguito una figura minuta dalla chioma rossa.
Una chioma rossa armata di sedia a rotelle.
"Signori, loro sono mio fratello Josh e sua moglie Amelia."
Avevo già sentito parlare dei suoi zii, ma la Calliope qui presente ha ben pensato di omettere i dettagli più importanti, ed evitarmi così la figura da pesce lesso che mi ha investito la faccia mentre osservo la carrozzina.
"Dylan..." Dal letto, un sussurro appena accennato attira la mia attenzione.
Tra me e Angel parte un discorso fatto di sguardi, ammonimenti e scuse, interrotto da un lieve colpo di tosse.
"Biondina, come stai? Che hai fatto alla fronte?"
"Un incontro ravvicinato col lavandino del bagno, zio. Ma adesso va un po' meglio."
"Con la testa dura che ti ritrovi l'avrai rotto!" La zia frena sui cerchi a una spanna dalla branda, mentre la scruta attentamente, e solo in quel momento scorgo una cicatrice che le deturpa il lato sinistro del viso, costringendolo in un'espressione triste.
La donna si spinge, per quanto le è possibile, in avanti per confortare la nipote con una stretta alla gamba.
"Angie, dobbiamo lavorare sulla tua faccia da poker. Cosa non ci stai dicendo?"
O forse no.
"Amelia ti ha beccata!" Judy rincara la dose, divertita.
"Lui è Dylan, il mio ragazzo."
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"Perfettamente Imperfetti" Volume III "Lacerata, come pioggia sulla pelle"
Literatura FemininaAngel è cresciuta in fretta, ha dovuto, non ha avuto scelta. La cecità di sua madre l'ha obbligata a vestire i panni di adulta, quando adulta, ancora, non era. La lama di un bisturi, la vede, la sente sulla pelle, la sogna di notte. Incubo a occhi...