Parte 12

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Angel

Una doccia non cancella anni di paure; chi lo pensa è uno stolto.
Sicuramente è stato un passo importante, una grande vittoria in questa sua personale partita contro la fobia che lo affligge, ma la strada è ancora lunga e tortuosa.

Ne so qualcosa.

Appena fuori dal bagno, Dylan ha arraffato asciugamani, come se non ci fosse un domani, per poi passarli e ripassarli sulla pelle, nell'intento di catturare ogni minima traccia d'acqua.

L'ho osservato per qualche minuto, senza pronunciare alcun fiato, ma il rossore dovuto allo sfregamento compulsivo mi spinge a bloccarlo, a sfilargli di mano la spugna ormai umida.

"Lascia, ci penso io."

Un telo pizzicato sul davanti a celarmi le forme, uno a mo' di turbate a bloccare la chioma, ho iniziato ad accarezzare indirettamente il suo corpo. Ma il nervosismo non accenna ad abbandonarlo.

Devo distrarlo.

Cerco le parole giuste, ma nulla sembra adatto. Non conosco la motivazione, lo scatenante di questa sua fobia.

Ma conosco la mia.

Lancio l'asciugamano sulla sua zazzera scura, le braccia a incorniciare il suo volto e le mani a massaggiare la cute.
I nostri sguardi si incrociano e ottengo la sua completa attenzione.

"Dopo che mio padre è venuto a mancare, a causa del tumore, io e mia madre abbiamo dovuto ricominciare da zero. Non voglio neanche pensare a cosa le ho fatto passare in quel periodo, ma nonostante tutto ha stretto i denti, si è rimboccata le maniche e ci ha trasformate in una Squadra."

La migliore.

"Abbiamo creato una nuova routine, siamo andate avanti a testa alta, ma il suo incidente ha arrestato il nostro cammino un'altra volta. Quella mattina vedeva... la sera stessa ero seduta su una sedia scomoda della sala d'attesa ad aspettare di avere sue notizie. L'odore di quei corridoi, di disinfettante, mi è rimasto dentro per giorni.

Zia, quando possiamo andare da Mamma?
La stanno curando, piccola, non so quanto tempo ci vorrà.
Perché c'è la Polizia con Karen?
Per arrestare il cattivo.

"Non c'è stato nulla da fare per i suoi occhi. Quando le hanno sfilato le bende, ricordo la pelle rovinata, gonfia, e il colore delle iridi, lo stesso che mi ha tramandato, cancellato completamente."

Non piangere, tesoro. Noi ce la caviamo sempre, ricordi? Siamo una Squadra e come tale supereremo anche questo.
Ma i tuoi occhi... Come faremo?
Lo sai cosa mi hanno consigliato? Prenderemo un cane guida.

"Ombra è arrivata nelle nostre vite per aiutarla negli spostamenti, la terapia migliore di sempre, per entrambe. Abbiamo passato mesi a perfezionare la nuova quotidianità: via i tappeti, gli oggetti lasciati sempre al solito posto e quelli fragili magicamente fatti sparire. Pareti toccate, passi contati, armadi divisi per colore e per stagione; ogni più piccola azione acquisita, una grande conquista." Ancora adesso la casa non mostra alcun cambiamento. "Ha fatto un corso per non vedenti ed è tornata a essere indipendente, o quasi... Sul lavoro c'è sempre stata Karen, la sua segretaria, a casa Dana, come aiuto nelle faccende domestiche, e poi i genitori di Caterina, ormai più che amici di famiglia, dei veri e propri zii, figure costantemente presenti nelle nostre giornate."

La sua mano mi blocca, mi riporta al presente. Mi sfila la stoffa e abbassa la sua fronte sulla mia.

"Non sei costretta ad andare avanti."

Nego con la testa, senza perdere quel contatto.

"Voglio che tu sappia... Che tu sappia tutto di me. Ma adesso che sei asciutto, forse, è il caso di rivestirci." Accenno un sorriso.

"Perfettamente Imperfetti" Volume III "Lacerata, come pioggia sulla pelle"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora