Capitolo 32

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<Se-sebastian...>

Dico con una voce che non riconosco come mia da quanto è bassa.

Lui è inginocchiato e io ho il capo appoggiato sulle sue gambe.
Provo ad alzarmi ma tutto comincia a girare e torno giù.

<Helen oh mio dio! Stai bene?! Mi hai fatto spaventare.>

I suoi occhi e la sua voce non nascondono la sua preoccupazione e la paura.

<Si, sto bene... almeno credo...>

Dico sempre con vece flebile, lui mi tira fra le sue braccia e mi abbraccia come se fossi la cosa più preziosa al mondo.

Inspiro il suo profumo, profumo di cocco, miele e un qualcosa di cui profuma solo lui. Non ho mai fatto così caso al suo profumo come ora. Così dolce e così tranquillo allo stadi tempo.

Lo abbraccio a mia volta e sento il suo viso bagnarsi di lacrime e involontariamente comincio a piangere anch'io.

Un altro profumo si insinua fra le mie narici, un profumo diverso, non è quello di Sebastian. Un profumo che ho già sentito ma non ricordo dove.

Un ricordo si fa luce nella mia mente, una donna e un uomo. I loro volti non mi sono sconosciuti.
Improvvisamente capisco chi sono. Sono i miei genitori! Mi hanno salvata sono stati loro ad impedire che io morissi, ne sono certa.

<Sebastian...>

Dico.

Lui alza la testa e ora ci guardiamo negli occhi.

<Cosa c'è? Stai bene?>

Mi chiede un po' preoccupato.

<Sto bene, mai stata meglio. Sono stati i miei genitori a salvarmi non è vero?>

Gli chiedo.

<Io ... io non lo so. Non riesco a ricordare cosa sia successo, è come se qualcuno mi avesse cancellato la memoria. Ricordo che tu sei caduta per terra e poi io ero a accanto a te.>

Abbassa gli occhi come se si sentisse in colpa. Gli accarezzo la guancia e sento una lieve barba che mi punge la mano.

Gli sorrido, ma lo so, lo sento sono stati loro. Forse non sono morti. Forse un giorno allora li potrò vedere. Forse c'è ancora una speranza.

Il telefono di Sebastian comincia a squillare interrompendo i miei pensieri, lui lo afferra, sempre tenendomi fra le sue braccia, e risponde.

<Che c'è? ... Cosa? Davvero? ... Aspetta ti metto in viva-voce>

Sul suo viso passano varie emozioni che non riesco a comprendere.

Mette il telefono in viva-voce e la sento la voce di Garret.

<Helen mi senti?>

Dice lui.

<Si..>

Deglutisco, ho paura di quello che mi sta per dire.

<Helen, Erica ... si è svegliata!>

Il mondo smette di pesare sulle mie spalle e scoppio in un pianto liberatorio.

<Helen mi senti? Sono io, Erica>

<Si ti sento.>

Dico.

<Ti ho sognata, non sono mai stata lontana da te. Siamo state sempre in connessione, siamo state una cosa solo io e te. Quando ti sei svegliata qualcosa si è sbloccato in me e mi sono svegliata anch'io.>

Dice lei.

<Lo so, lo sentito ma pensavo di essermelo sognato.>

Ammetto.

<Helen ho visto i tuoi genitori e gli ho convinti ad aiutarti, loro sono ancora vivi e gli manchi tanto.>

Scoppio a piangere ancora più forte, ora so che è vero. Loro ci sono sempre stati. Loro sono vivi.

HelenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora