Capitolo 25 La città

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Siamo arrivati davanti a queste misteriose mura e un brivido di paura si fa strada sulla mia schiena ma lo ignoro. Sebastian, che è davanti a me di pochi passi, fa strada e io lo seguo fiduciosa.

Da lontano sembravano solo degli ammassi di rocce ma man mano che ci siamo avvicinati abbiamo capito che quelle erano delle mura di una città abbandonata.

Chissà chi ci abitava? Chissà chi la ridotta in macerie?

Alcune case sono sopravvissute: solo quelle in pietra quelle costruite in legno sono state bruciate, se ne possono vedere ancora i resti.
A parte le macerie delle case non ci sono altre cose per terra se non pezzi di rocce e alcune armi.

Sebastian si ferma obbligando a far arrestare anche me, si abbassa e raccoglie qualcosa da terra, chissà cosa? Mi avvicino per vedere.

<Tieni.>

Allunga il braccio verso di me e nella sua mano c'è una spada. Sta scherzando vero? Non so neanche come si usi.

<Per sicurezza non si sa mai.>

Mi spiega.

Annuisco anche se poco convinta e la afferro. Il ferro freddo mi provoca degli altri brividi, la spada è pesante e mi mette non poco a disagio tenerla fra le mie mani.

Dopo poco lui ne prende un altra che tiene per se. La sua è simile alla mia solo che ha un aspetto più pesante ed è un po' più lunga.

<Sebastian ... ?>

<Shh c'è qualcuno ...>

Mi fa segno di tacere.

Come c'è qualcuno? Tendo l'orecchio e dopo poco sento dei passi e qualcuno che bisbiglia, una roccia che scivola per terra poi degli altri passi che arrivano da un'altra parte.

<Siamo circondati tieniti pronta Hele.>

Oddio circondati? Circondati da chi? Cosa devo fare? Ho paura.

<Sebas ... >

<Shh ... >

Dice lui appoggiandosi l'indice sulle labbra. Mi guarda negli occhi e poi mi prende la mano libera con la sua e mi tira un po' più vicina a lui. Vorrei protestare ma stare vicina a lui mi fa sentire più al sicuro.

I rumori intanto si fanno sempre più vicini ...

<Chi siete e cosa volete?!>

Urla una voce alle nostre spalle. La voce è forte e autoritaria, sicuramente appartiene al capo. Quando ci voltiamo mi stupisco nel vedere che la voce appartiene a una ragazza, avrà circa l'età di Sebastian o forse qualche anno in più.
Ha i capelli ricci e neri è vestita tutta in mimetica, una cintura le gira intorno alla vita e dentro è infilata una spada dall'aria affilata.
Sebastian mi stringe più forte la mano e fa un passo avanti così che lui si trova fra me e la ragazza.

<Io mi chiamo Sebastian e lei è Helen, veniamo in pace non abbiamo intenzione di attaccarvi.>

Dice il mio amico.

<Siete vampiri?>

Chiede la ragazza.

Io mi irrigidisco. Sì, io sono in parte vampiro.

<Io no ma lei in parte lo è, ma non volgiamo attaccarvi. Come ho detto prima veniamo in pace.>

Risponde Sebastian.

La ragazza ci fissa e poi alza la mano e la stringe in pugno.
Forse un segnale per i suoi compagni. Infatti dopo poco da ogni angolo, roccia o cumulo di qualcosa sbuca un uomo o una donna armati fino ai denti.

HelenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora