capitolo 48-Motel California

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Siamo di nuovo sull'autobus.

Qualche ora fa Allison ha cucito la ferita di Scott, così da fargli credere che stesse guarendo.

Quanto a me....mi gira la testa, ma non riesco a calmarmi a causa dei troppi pensieri che mi passano per la testa.

Derek non può essere morto, non ci posso credere e non ci voglio credere....

Ma se fosse davvero morto? Scott allora è il nuovo Alpha.

A distogliermi dai miei pensieri è la voce del coach che dice che ci dovremo fermare in un motel per la notte.

[...]

"Ho visto di peggio" dice Scott, sento la sua voce a pochi metri di distanza da me.

Sono scesa dall'autobus.

"Davvero, Scott? E dimmi....dove hai visto di peggio?" Chiede Stiles al suo migliore amico, il moro non fa in tempo a rispondere a causa del coach.

Quest'ultimo sta facendo delle "raccomandazioni", se così si possono chiamare.

Mi trovo accanto a Lydia e Allison.

Guardo la scritta con il nome del posto in cui staremo stanotte: Glen Capri.

"Non mi piace questo luogo" dico preoccupata

"Neanche a me"

"Credo che questo posto non piaccia nemmeno ai proprietari. Poi è solo per una notte" afferma Allison

"In una notte possono succedere tante cose...." sentenzio a bassa voce

Forza, Amber....non ti preoccupare. Andrà tutto bene, smettila di farti paranoie.

Mi faccio coraggio e mi incammino verso il coach con le chiavi delle stanze.

Io dividerò la camera con Lydia e Allison, da quello che ho capito è una stanza da tre, c'è scritto su una parte in pelle collegata alla chiave.

Intanto la mora ha preso l'oggetto in metallo che ci permetterà di aprire la porta della nostra camera.

[...]

Siamo dentro, nella stanza.

Cerco di stare qui per qualche minuto ma dopo un po' il mio mal di testa peggiora.

"Scusate, non mi sento benissimo. Esco fuori a prendere un po' d'aria" dico per poi uscire dalla stanza, decido di fare una passeggiata, se così si può chiamare.

Inizio a girare per la piazzetta al piano terra prima dell'ingresso del motel, dopo qualche giro completo, mi fermo.

Guardo l'ambiente circostante: è tutto troppo buio per riuscire a vedere qualcosa davanti a me, tranne l'autobus che ci ha portati in questo posto che più guardo e più non mi piace, poi mi giro e vedo tutte le porte delle stanze del Glen Capri, le scale che portano ai piani più alti e la reception, almeno credo che sia quella, con davanti Lydia che parla ad una donna.

Mi avvicino a loro, salutando prima la mia amica e poi la sconosciuta.

"Oh, ciao. Vieni, qui ho fatto. Torniamo in camera" mi dice Lydia frettolosa, per poi guardare la donna e dire:

"Arrivederci" detto questo mi afferra il braccio e mi porta lontano dalla reception

"Lydia, ferma, calmati! Che succede?" Chiedo, la ragazza si ferma

"Ce ne dobbiamo andare da qui"

"Ok, questo posto è orribile, ma non capisco....che hai scoperto?"

"C'è un alto tasso di clienti suicidi qui. I proprietari ne tengono il conto...." dice per poi iniziare a fissare il vuoto

"Il numero, Lydia! Dimmi il numero!" Dico preoccupata e innervosita

"198..." Sussurra guardandomi, io mi irrigidisco e inizio a camminare velocemente verso la nostra camera

"Ce ne dobbiamo andare da qui!"

"Come?! Non possiamo! Siamo venute qui con l'autobus e non possiamo prenderlo e partire!"

"Troveremo un modo!".

Finalmente entriamo in stanza e raccontiamo tutto ad Allison, lei è a dir poco sconvolta.

Io continuo a non sentirmi bene, così mi sdraio sul letto e cerco di rilassarmi, ma non riesco, anzi tutto peggiora quando sento delle voci provenire dai condotti dell'aria.

"Le sentite anche voi?" Chiedo mettendomi seduta e indicando i condotti

"Io non sento nulla, stai ben-"

"Aspetta, le sento anch'io...." risponde Lydia, interrompendo Allison.

Sembrano due adolescenti, un ragazzo e una ragazza....

Non so che stanno facendo ma ho paura che non porterà a nulla di buono.

Continuano a parlare finché non si sente uno sparo.

"OH MIO DIO!" Urlo portandomi le mani alla bocca, cosa che fa anche Lydia

"Che succede?! Che avete sentito?!" Chiede Allison molto preoccupata

"Si sono appena suicidati!" Dico alzandomi dal letto e iniziando a correre per aprire la porta della stanza accanto

"Chi!?"

"I ragazzi della stanza vicino alla nostra!" Risponde frettolosa Lydia.

Sono davanti alla porta, non esito un secondo ad aprirla, sebbene io abbia paura, ma quello che vedo una volta aperta la porta mi fa preoccupare ancora di più.

Non c'è nulla....

Nessuna traccia di suicidi o altro, da una parte è meglio così, ma dall'altra....cosa ho sentito allora?!

"I-Io li avevo sentiti! Erano proprio qui!"

"Li ho sentiti anch'io!"

"Ragazze, vi credo. Davvero, dopo tutto quello che abbiamo passato, vi credo".

Sento qualcuno alle mie spalle che mi chiama.

"Amber..."

Mi giro e una lacrima scende sul mio viso

"Oh mio Dio....mamma!" sussurro

"Amber, hai detto qualcosa?"

"M-Mia madre....è qui!" Dico, stavolta sorridendo, indicando la figura della donna davanti a me, con i suoi occhi nocciola, proprio come i miei, e i suoi capelli biondi....dati a mia sorella.

"I-Io...non la vedo..."

Non tengo conto di quello che dice la mora e sorrido, poi sento il mio mal di testa peggiorare, fino a farmi svenire....

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