capitolo 12: una bambina vivace

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I ladri fantasma erano tornati al food and cool. Stavano festeggiando la loro vittoria contro Shoto Yagami mangiando una bel piatto di spaghetti ma era anche il momento per Saber di rivelare la sua identità alla squadra.
"Va bene. È ora che vi dica tutta la verità su chi sono." "Non sei obbligata a farlo." Cercò di rassicurarla Ren. "Ma devo." E così Saber si presentò. "Il mio nome completo è Arturia Pendragon, re di Camelot. Sono nota a tutti come Re Artù." Il gruppo rimase sorpreso ma anche stranito. "So cosa state pensando: secondo le leggende, Re Artù era un uomo. Come mai è una donna? Vi spiegherò io il motivo." E così Saber cominciò a raccontare. "Sono figlia di Uther Pendragon e Ygraine, sovrani della Gran Bretagna. Secondo una profezia di Merlino, l'erede di Uther sarebbe stato un re che avrebbe portato pace e prosperità ma mio padre ebbe una bambina: me. Mio padre non voleva una femmina come erede perciò mi affidò a Merlino, che a sua volta mi affidò alle cure di Sir Ector, un cavaliere saggio e semplice che mi crebbe come se fossi una figlia." Il gruppo era shockato dal fatto che suo padre l'aveva gettata via, soprattutto Ren.
"Tuo padre ti ha ripudiato alla nascita? Solo perché sei una ragazza? Ma non è giusto!" Saber con un sorriso calmò il suo padrone. "Sei gentile a preoccuparti per me ma purtroppo era così che andava a quell'epoca. Sebbene non credesse nella profezia, sir Ector era convinto che sarei stata un cavaliere; mi allenavo giorno dopo giorno per diventare più forte, e giurai di portare la sua spada perché solo un re può salvare un paese in rovina verso la morte. Divenni la scudiera di Sir Kay nascondendo la mia vera identità, lui era come un fratello per me. Il giorno profetizzato da Merlino arrivò e tutti i cavalieri e nobili cercarono di estrarre Excalibur, la spada nella roccia, fallendo miseramente. Mentre tutti pensavano a risolvere la questione giostrando, io voletti estrarre la spada; in quel momento apparve Merlino che disse di riflettere attentamente sulla mia decisione perché non sarei più tornata indietro. Ma io sapevo che diventare re significava non essere più un umano e che doveva uccidere per salvarne molti. Così io estrai Excalibur dalla roccia e divenni re di Inghilterra nonostante il mio genere."
Rin e Sakura erano meravigliati. "Ma è fantastico! Sei stato una dei più grandi personaggi storici mai esistiti! Sei una leggenda!" "Hai salvato la gran Bretagna innumerevoli volte!" Il sorriso di saber sembrava molto triste. "Grazie, ragazze. Siete gentili ma vi sbagliate: io non sono un'eroina, non lo sono mai stata e non lo sarò mai." Finito di mangiare il suo piatto di spaghetti con la voracità di un leone, Saber si asciugò la bocca e se ne andò subito in camera sua; preoccupato per lei, Ren finì di mangiare e la seguì.
Arrivata in camera, Saber stava sul letto in mezzo alle cose che Chieko aveva usato per decorare la sua stanza: romanzi inglesi gialli e rosa e racconti Fantasy. La ragazza era felice dei regali della proprietaria del locale ma non servivano per placare il suo dolore che prova dentro. Sentì bussare alla porta. "Avanti." La porta si aprì ed entrò Ren. "Saber. Qualcosa non va?" "Non è niente, Ren. Non devi preoccuparti, sono solo una servant come le altre." "Non dire così." Le rispose Joker mentre si sedeva accanto a lei. "Siamo amici e gli amici si aiutano l'un l'altro. Qualunque problema tu abbia, puoi parlarmene." Saber sospirò e poi raccontò tutto. "In quanto re ho fatto molte cose per garantire la pace e la serenità dei miei sudditi. Ma ho anche commesso errori imperdonabili." "Quali?" "Non ne voglio parlare. Voglio vincere il sacro Graal per cancellare tutti gli errori che ho commesso verso i miei sudditi e le persone che amavo." Ren le strinse la mano. "Nessuno è perfetto, né io, né te, né nessun altro. Ricordati che prima di essere una servant sei un'umana ed errare è umano." "Non hai idea delle cose che ho fatto." "Devi solo perdonare te stessa. Qualunque problema tu abbia, io ci sarò qui assieme a tutti gli altri e ti aiuteremo a superarlo." Saber guardò Ren negli occhi. La trattava più che una semplice servant, la trattava come un'amica. Che persona sincera era il suo padrone, le trasmetteva un'aura di felicità, sollievo e fiducia. Questa era l'amicizia; sorrise e appoggiò la testa sulla spalla di Ren che la abbracciava.
"Io sono te, tu sei me. Hai Forgiato un nuovo legame, esso diventerà le ali della libertà che spezzerà le catene della prigionia. Con la nascita del persona dell'imperatore hai risvegliato le ali della benedizione che si tramuteranno in un nuovo potere."
Il legame tra Ren e Saber cresceva sempre di più. Era un bellissimo segno.
La mattina dopo, il gruppo di Ren si diresse in una sala Arcade poiché era domenica. Avevano deciso di passare una giornata insieme intanto che non comparivano altri avversari. Dopo essere stati all'arcade, la loro attenzione venne catturata da una voce femminile giovane. "Ehilà, ragazzi." Si voltarono e videro una bambina con capelli bianchi e lisci, occhi rossi, un abito viola da nobile e la gonna bianca.

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