DARK SIDE
CAPITOLO 17I giorni passarono e purtroppo arrivò il giorno in cui dovevo tornare alla realtà.
Sembra incredibile ma dopo gli ultimi giorni a fare quelle sdolcinatezze tanto amate da Zayn forse mi ero addolcita.
Ancora lavoro, riunioni e famiglia.
L'amore non mi preoccupava...Zayn era la mia persona.
Ne ero sicura o almeno credevo lo fosse... Sapere che una volta tornata a Londra Niall non era lì ad aspettarmi per mettermi i bastoni tra le ruote mi faceva sentire bene, libera.
Potevo dedicarmi a Zayn, potevo finalmente amarlo perché infondo, la presenza di Niall mi impediva di provare sentimenti verso chiunque non fosse lui.
Così strinsi la mano di Zayn convinta che la mia vita avesse finalmente preso una svolta migliore.
Ma era risaputo "la convinzione fotte le gente" e quindi, era meglio stare allerta.***
-No! No! No!- urlai camminando frettolosa verso il mio ufficio.
-Hilary, non ci sei stata per una settimana è ovvio che va tutto storto- sbottò Louis seguendomi.
Tutto storto? Andava più che storto tutto era un casino, non riuscivo a crederci!
-la sfilata è saltata, e in America un hotel è andato in fiamme, come può essere ovvio tutto questo?- urlai accendendo una sigaretta.
-potresti iniziare a fare qualche telefonata!- s'incazzò Louis.
-chiama il jet e digli che domani parto per New York! Non posso gestire tutto da qui!- comandai.
-come a New York?!- urlò incredulo
-niente obiezioni, mi tocca andarci...sono il capo anche li!- urlai.
Mi guardò incazzato e scioccato ed andò via.
-oh, Louis...prepara la valigia avrò bisogno di te- dissi guardandolo negli occhi.
-non...- lo interruppi.
-prendi il primo aereo per New York e documentati sull'accaduto, domani ti raggiungo- dissi ferma.
-okay!- sbuffò infastidito.
Di conseguenza chiamai Harrods, la sfilata doveva svolgersi li con una location sarebbe stato più facile organizzarla.
E dopo una giornata frenetica ad organizzare voli e sfilate, avevo solo bisogno di farmi coccolare da Zayn, ma come non detto...la guerra doveva continuare e questa volta dovevo sfoderare l'artiglieria pesante.
-Zayn, vado in America per due giorni tornerò prestissimo!- mi lamentai isterica.
-si e che mi dici di Niall? Anche lui è tornato in America!- urlò geloso.
Cosa stava insinuando?! Non sarei mai andata in America per Niall.
Quante volte avrei dovuto ripetergli che per me era l'unico?
-credi che vada in America per lui?! Me lo sarei potuta scopare anche qui senza farmi nessun problema!- urlai infilando il pigiama.
-Hilary!- si lamentò della mia affermazione e si diresse verso la porta.
-non volevo dire quello ma...- gli presi l'avambraccio -hai capito cosa intendo, non litighiamo ti prego!- dissi calmandomi.
-vengo con te in America allora- disse fermo.
-Zayn non avrò tempo per te, ti prego capiscimi...- lo guardai negli occhi.
-no Hilary, non capisco! Perché non vuoi che venga con te?- domandò isterico.
-Zayn ho da fare! Capisci che hanno dato fuoco ad un hotel che appartiene a me- gli urlai cercando di trattenere la rabbia.
-e quindi?- sbottò innervosendosi.
-Zayn!- sbraitai -sembri un bambino, non ti riconosco!- lasciai il suo braccio ed andai a sedermi sul divano delusa dal suo comportamento.
-non sono un bambino, mi preoccupo per la mia ragazza!- sbraitò mettendosi difronte a me.
-io ti dico che domani parto per New York e tu invece di metterti a letto e coccolarmi inizi a sbraitarmi contro?!- dissi trattenendo le lacrime.
-hai ragione, ho fatto l'egoista- si scusò -io mi fido di te ed anche se incontrerai Niall...sarò tranquillo ed aspetterò con ansia il tuo ritorno- mi abbracciò forte poi inaspettatamente mi prese in braccio.
-e ora che fai?- dissi sorridendo.
-ti porto a letto e ti faccio le coccole!- sbottò.
Lo baciai con dolcezza e delicatamente mi posò sul letto.
Era adorabile il modo in cui giocava con i miei capelli e mi baciava, ormai non immaginavo più un mondo senza lui o una vita senza lui: era parte di me.***
Buongiorno, America! Pensai guardando l'empire.
Feci un gran respiro, l'aria gelida mi fece rabbrividire, gettai la sigaretta e camminai dritta vero quello che rimaneva dell'hotel.
Fotografi, giornalisti, media, polizia scientifica...sembrava una puntata di CSI.
-ecco l'erede, signorina Styles cosa può dirci a riguardo dell'accaduto?- domandò il ragazzo biondo porgendomi il microfono.
-chiunque abbia fatto ciò deve pagare, quest'hotel era un simbolo della città e quindi si farà giustizia- sorrisi e camminai frettolosa verso Louis.
-allora, che puoi dirmi?- dissi mettendogli una mano sulla spalla.
-innanzitutto buongiorno, secondo è stato avvistato Max il segretario di Niall nei dintorni quindi io ci starei alla larga per non litigare con Zayn e terzo...c'è chi sospetta sia stato un impiegato, Shon Gatbury: venti sette anni, madre americana padre immigrato...lo stanno interrogando, secondo le telecamere di sicurezza era nel retro tre minuti prima dell'incendio- disse guardandomi.
-e quindi mi sembra normale- sbottai prendendo un sorso del suo caffè.
-già, ma non lo è perché era il suo giorno libero- disse riprendendosi il caffè.
-hai capito il negro...gli faccio il culo a strisce- sbottai avvicinandomi alla polizia.
-lei è?- mi domandò il ragazzo che metteva il nastro giallo.
-la proprietaria della baracca!- sbottai schifata.
-oh, mi scusi signorina Styles! Ha qualche domanda?- domandò ricomponendosi
-sto solo guardando il mio hotel bruciato...continua il tuo lavoro- lo snobbai e guardai l'edificio.
Per fortuna non ci furono morti perché non ero in vena di funerali.
Passai l'intera giornata in tribunale e quel nero figlio di puttana fu imprigionato con l'ergastolo.
Ma perché era stato spinto a compiere quel gesto?
Paga mediocre o qualcuno lo aveva pagato per farlo.
A differenza di un anno quando l'hotel si era già ripreso, avrei scoperto che la seconda ipotesi era quella giusta, un ex collega di mio padre, andato ormai in pensione voleva vendicarsi...ma questa è un'altra storia, torniamo al 2013.
Esattamente era il dieci dicembre e New York era così gelida che ancora oggi posso ricordare quanto le mie mani fossero state ghiacciate.
Entrai nell'hotel seguita da Louis e da una schiera di giornalisti che furono stati bloccati ai cancelli.
-ho voglia di tornare a casa mia!- urlai chiudendo la porta della mia stanza.
-domani e poi ripartiamo e poi è andata bene abbiamo subito trovato il colpevole e risolto tutto!- sbottò accendendo una sigaretta.
-già, questo è il lato positivo ma comunque io odio parlare alla gente, che devo dirgli?- sbottai accendendo anche io una sigaretta.
-che le industrie si riprenderanno e le solite cazzate!- disse uscendo.
-okay, a domani!- sbottai stendendomi e prendendo il mio cellulare.
Un messaggio:
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Dark Side.
FanfictionHilary Styles è una tipa un pò imprevedibile, ama l'alcool, divertirsi e tutto quello che può piacere a una normale ragazza di vent'anni. Lei però non poteva definirsi "normale", dopo la morte del padre era a capo di una multinazionale, e il suo un...