CAPITOLO 10

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Il ragazzo appare alla fine delle scale,è Matteo,quel cannato che esce con noi. Evito di chiamarlo almeno che non mi veda,ma con la punta dell' occhio riesco a vederlo avvicinarsi.
Mi appoggia gentilmente la mano sulla spalla e io mi giro sfilando le cuffie.
"Ei! Mi hai spaventata!" Mento.
"Scusa non volevo." Dice timidamente.
"Tranquillo."
"Come mai da queste parti?" Mi chiede.
"Potrei farti la stessa domanda."
"Giusto. Io sono venuto per fumare un po'." Ride.
"Capito. Io sono venuta per uscire di casa."
"Forca eh?"
"No è che non mi sentivo bene." Faccio una linguaccia.
"Sai che così sei più bella,cioè struccata."
"Si beh grazie. Ma levati."
Non mi piace. È un donnaiolo ci prova con tutte e io non sono quella facile che si può portare a letto.
"Wow! Fai anche la difficile! Così ancora meglio!" Ghigna.

"Cosa non capisci della parola levati?! Come te lo devo dire? Vattene,evapora,sparisci! Afferrato?" Mi sta facendo innervosire.
"E dai piccola! Qua non c'è nessuno."
"Fotte nada." Mi alzo e mi allontano da lui.
In meno di un minuto mi ha afferrato da dietro e mi trovo con le spalle al muro e il suo fiato sul collo. Sento il sangue ribollire nelle vene e mi sale il panico. Tiene la presa stretta su i miei polsi e muove le sue labbra sul mio collo. Scalcio e cerco di liberarmi ma è troppo forte per me.

"Lasciala immediatamente!" Una voce mi fa illuminare gli occhi. Capisco che qualcuno mi salverà. Ma non so chi è.
"Hai capito cosa ti ho detto?"
Matteo viene afferrato dalla maglietta e in un secondo è per terra con il sangue che li esce dal naso e da una parte del labbro. Il ragazzo si affretta verso di me.
Non l'ho mai visto prima d'ora,ma i suoi occhi marroni intensi mi travolgono. Entrambi ci blocchiamo fissandoci negli occhi. Non so perché ma mi sento al sicuro.
"Ei va tutto bene?" Mi chiede dopo un po' il ragazzo preoccupato.
"Si grazie. Grazie davvero! Se non fossi arrivato tu non so cosa sarebbe successo." Li devo molto.
"Tranquilla...capitavo qui per caso."
"Sei tipo un supereroe?" Lo penso davvero. È arrivato qui nel momento perfetto e mi ha salvato.
"Potrei essere tutto tranne che un supereroe,ma sarei onorato di essere il tuo." Arrossisco leggermente per le sue parole. Che ragazzo tenero.
"Approposito piacere Riccardo."
"Alexia!" Sorrido. "Grazie ancora Riccardo!"
"Di nulla Alexia!"
"Sei nuovo?"
"Si,mi sono trasferito qui ieri e ho deciso di visitare un po' la città e poi ho trovato una cosa migliore." Sorride,il suo sorriso è caldo. Non ci siamo resi conto che io sono ancora appoggiata al muro e lui è davanti a me con un braccio vicino alla mia spalla,ma non dico nulla e resto così.
"Grazie del complimento. Comunque non è che qua ci sia chissà cosa!" Rido. Ride anche lui.
"Quanti anni hai?" Mi chiede.
"Sedici e tu?"
"Uguale."
Sorrido. "Ma Matteo che fine a fatto?" Dico indicando la macchia di sangue dietro,non vedendo più Matteo.
"Se ne sarà andato! Meglio così! ️Ma è il tuo ragazzo?"
"No assolutamente! Esce a volte con il mio gruppo ma a me sta altamente sulle palle!" Rido.
"E capisco il motivo!" Ride insieme a me.
"Mi ha fatto piacere incontrarti,ma ora devo andare,se vuoi ti lascio il mio numero." Mi sorride.
"Certo! Anche a me ha fatto piacere!"
Segno il suo numero sul telefono e lo guardo allontanarsi.
Cazzo. Mi ha rapito. O meglio i suoi occhi,i nostri occhi parlavano di cose che i nostri cervelli nemmeno pensavano. I nostri cuori battevano all'unisono nonostante non ci conoscessimo nemmeno e nonostante io sia fidanzata.
Ok. Basta. Meglio tornare a casa.

"Dove eri?" La voce di mio fratello mi distrae dai miei pensieri mentre entro in casa.
"Sono uscita a fare un giro." Cerco di sorridere.
"Non stavi male?" Ride e sospira.
"Sono solo andata a prendere un po' d' aria." Alzò gli occhi al cielo e vado nella mia camera.
Mi sdraio e ripenso a quel ragazzo dagli occhi intensi.
No basta. Non ci devo pensare.
Mi ha lasciato il numero,cosa faccio?
Decido di farmi sentire.
*Ei*
Lo schermo del mio telefono si illumina, è Marco.
"Hey" rispondo al telefono sorridendo.
"Hey amo, come mai non c'eri?"
"Sono stata male,nulla di grave!" Mento.
"Bene bene! Pensavo fosse successo qualcosa."
"No tranquillo." Decido di non parlarli di ciò che è successo oggi.

Sono le sette di sera e Lorenzo non mi ha richiamata,ma non voglio chiamarlo perché non vorrei disturbarlo soprattutto se è in ospedale.

"Cazzo!" Urlo e mi alzo dal letto rendendomi conto di essere in ritardo.
Mi preparo in meno di cinque minuti e mi precipito giù.
Arrivo a scuola e sono in anticipo di cinque minuti.
Vedo Lorenzo appoggiato al muretto,decido di avvicinarmi.

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Spazio scrittore:
Ciao a tutti!
Spero la storia vi stia piacendo per ora,volevo ringraziarvi per le 403 visualizzazioni.
Vi mando un bacio e al prossimo capitolo!

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