capitolo 5

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neymar;

<eccomi> sorride Eva rientrando in macchina.

Ha lasciato la sua bambina da sua madre ed ora stiamo andando al pub. Durante il tragitto la guardo attentamente e noto diversi tatuaggi sparsi sulle sue mani e sui polsi.

<eccoci> scendiamo dalla macchina e entriamo.

<puoi sederti pure lì> indica un divanetto libero e annuisco andando a sedermi.

Il pub non è per niente confortevole anzi, fa veramente cagare. La gente è già ubriaca e aspettano con ansia solo l'arrivo di Eva.

_

eva;

Mi sistemo gli orecchini e quando esco dal camerino mi reco subito sul palchetto iniziando a muovermi. Tengo lo sguardo fisso su Neymar che mi sorride rassicurandomi, mi sento al sicuro con lui qui.

In poco tempo, anzi, pochissimo tempo è riuscito a prendere un po' della mia vita e a trasformarla del tutto.

<Eva, scendi.> mi richiama Lou e sgrano gli occhi.

Cosa vuole ora?

Scendo dal palchetto e lui mi porta lontano dalla mischia di gente che continua a ballare ubriaca.

<senti.. un mio caro amico, David, ha pagato per una notte con te.> dice.

Sbianco e spalanco gli occhi.
Che cazzo sta dicendo?

<quindi per favore, alla fine è solo sesso.> mi mette in mano dei preservativi e si incammina per andare via, lo blocco.

<ti sembra che io sia un oggetto da dare a chiunque?> chiedo frustrata e lui sospira.

<fallo Eva.> mi ordina e scuoto la testa.

<hai superato ogni limite.> vado verso il mio camerino e lui mi blocca prepotentemente.

<sei licenziata ma prima..> si avvicina alle mie labbra e le poggia violentemente sulle mie.

Provo a staccarmi invano e con la mano che ha libera chiude la porta a chiave.

<<ora ti faccio vedere chi comanda. Avevo una fottuta voglia di sbatterti ed ora potrò farlo.>> ride spingendomi verso il piccolo tavolino.> lo spingo lontano da me ma riesce ad afferrarmi di nuovo.

<ti stai bruciando con le tue stesse mani.> lo guardo male e lui fa scendere una mano verso la mia intimità, tremo impaurita e i miei occhi si riempiono di lacrime.

Non sono mai stata così tanto umiliata in vita mia.

<sta zitta cazzo> urla stringendomi il collo.

Non appena inizia a toccarmi ovunque riesco a sentire una voce a me familiare.

Neymar.

<NEYMAR> urlo piangendo e Lou inizia a spogliarsi.

<apri questa cazzo di porta, bastardo.>urla Neymar da dietro la porta.

Io rimango in silenzio.

Le lacrime continuano a scendere e a bagnarmi il viso. È come se fossi in una stanza che, ogni minuto che passa, si restringe e diventa più piccola.

Mi sento soffocare, sono paralizzata, non so più come ci si muove, l'aria si fa sempre più secca. La paura regna sovrana.

<chi cazzo sei tu.> urla Lou mentre si mette su di me.

Tremo.

Lo spingo con tutta la forza che mi ritrovo in corpo e mi avvicino alla porta afferrando la chiave.

Mi giro verso Lou che si alza e mi afferra da dietro iniziando ad usufruire del mio corpo con la sua lurida intimità.

Piango distrutta dal dolore e afferro la maniglia della porta.

Metto insieme tutta le mie forze mentre lui continua a muoversi dietro di me.

<Ney..> piango sussurrando e inizio a girare la chiave.

Primo giro.

Secondo giro.

Terzo giro.

Sono sotto pressione, le mie dita scivolano sempre di più e ogni parte di me sembra non funzionare più.

<Eva, forza. Manca un solo giro, sono qui io.>

E, non si sa come, queste parole non fanno altro che darmi forza per l'ultimo sforzo.

Quarto giro.

Spingo in basso la maniglia e la maledettissima porta finalmente si apre.

Lou mi lascia andare e cado per terra, vicino alla porta.

Neymar è nel corridoio e si avvicina a lui.

<cosa  le hai fatto?! Lurido figlio di puttana.> gli sferra un pugno.

Lou mi guarda.

<credi davvero che questo qui possa meritarti?> colpisce Neymar ricambiando il pugno.

<neanche la conosci.>

<perché, tu sì? Ti interessa solo fisicamente>

<<pure a te.>> continuano.

<no, io tengo davvero a lei.> finisce di colpirlo.

Mi fa male il cuore, non avrei dovuto farlo venire qui, ho sbagliato tutto. Sono qui, con le mani in mano, gli occhi lucidi e distrutta.

Lou ha abusato di me.

Neymar ha ormai le nocche spaccate, un labbro sanguinante e gli esce pure sangue dal naso.

Dopo qualche secondo, finalmente, Lou smette di colpirlo e si allontana. Mi passa di fianco, mi scruta e esce dal camerino. Non so di cosa si sia fatto ma, qualsiasi cosa sia, gli ha completamente fottuto il cervello. 

Non avrei mai voluto conoscere questo lato di lui.

Non avrei mai voluto conoscerlo.

<Eva, io... mi dispiace.>

Mi avvicino a Ney e lo guardo dritto negli occhi.

Sono distrutta.

<dispiace anche a me, ho sbagliato a farti venire qui.> abbasso lo sguardo tremando e lui mi porge i miei pantaloni e la felpa.

<non hai sbagliato, hai fatto bene. Dico davvero.> mi accenna un debole sorriso e io lo ricambio, anche se torno immediatamente seria.

<vorrei soltanto andare via da qui. Non lo voglio più vedere.> caccio un profondo sospiro e lui mi abbraccia.

<se ti va, per questa notte puoi venire a dormire da me.> propone lui accarezzandomi il viso e annuisco, mi lascia un bacio in fronte e ci incamminiamo verso casa sua.

Grazie Neymar.

𝐎𝐮𝐬𝐚𝐬𝐢𝐚;𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora