capitolo 4

3.6K 106 24
                                    

eva;

Guardo lo stadio che si presenta davanti ai miei occhi e sorrido. Mille domande però mi frullano in testa.

Perché sono qui? Perché mi ha chiesto di venire? Perché proprio io?

<mami guarda che bella quella magliettina>> sorride Odette levando il ciuccio dalla bocca e indicando una maglietta del Paris.

<la vuoi?> chiedo sorridendo e lei annuisce.

<se puoi comprarla..> sussurra.

Mia figlia è sempre stata al corrente della nostra situazione economica sa quando posso e quando non posso. Anche se non avessi avuto questi problemi non sarebbe cresciuta viziata fino all'orlo.

Quando arriva il nostro turno di entrare dentro lo stadio prendo i biglietti e la security li strappa facendoci passare. I colori predominanti di questo stadio sono proprio il rosso e il blu che fusi insieme sono qualcosa di spettacolare.

Le notti a Parigi non sono mai uguali e questa è una di quelle indimenticabili. Ci rechiamo verso il negozio per prendere la magliettina.

<Bonjour> sorride la commessa vedendo Odette incantata da quel negozio pieno di maglie e luci colorate.

<avrei bisogno di una magliettina per lei> la indico e la ragazza annuisce.

<quale giocatore ti piace a te piccola?> le chiede.

<l'amico della mammaaaa> sorride guardandomi ed io sbianco.

Quando vi dico che non tiene mai la bocca chiusa credetemi.

Potrà avere pure tre anni e mezzo ma capisce più di una bambina che ne ha 10.

<e chi è l'amico della mamma> ride la commessa ed io faccio la stessa cosa rompendo il ghiaccio.

Bene, manca solo che vengono a scoprire di me e Neymar, che poi perché mi tortura la testa questo pensiero?

<mami come si chiama il ragazzooo> mi tira mia figlia ed io rido.

<neymar> la commessa sorride e va a prendere una magliettina a maniche lunghe della sua misura.

<certo che i bambini sono bravi ad inventare storie> sorride la ragazza mentre io metto la magliettina a Odette che non sta ferma.

<eh si>

Dio mio se fosse solo una storia la mia.

<come sto??> chiede mia figlia e le sorrido.

<benissimo amore mio> la prendo in braccio e le lascio dei bacini.

<arrivederci> salutiamo e poi andiamo nei nostri posti in tribuna.

Lo stadio è pieno di persone, troppe, tante persone.

<WOWW> esulta mia figlia mettendosi in piedi sulle mie gambe, rido ed io la tengo per non farla cadere.

Guardo il campo che si inizia a riempire con i calciatori e sorrido vedendo Neymar, eccolo lì che si riscalda le mani sfregandole tra di loro. La mia bambina saluta con la mano tutti i giocatori e rido lasciandole un bacino.

_

La partita è appena finita e Odette è crollata fra mie braccia.

Le accarezzo delicatamente la schiena e aspetto che un po' di gente si allontani così per uscire con più tranquillità. La partita è finita 4 a 0 e due gol di questi li ha proprio fatti Neymar, era super felice.

In campo sono rimasti i ragazzi che continuano a festeggiare questa vittoria super importante da come ho sentito dire da alcuni tifosi che stavano seduti dietro di me.

Neymar abbraccia il ragazzo che deduco sia colui che quella sera in cui ci siamo conosciuti era con lui. Non appena si gira e incontra il mio sguardo sorride e scavalca la tribuna salendo verso di me.

<buonasera preciosa> sussurra e sorrido.

<hei, complimenti> lui sorride.

<si è divertita?> chiede indicando Odette che continua a dormire beatamente.

<tantissimo, grazie per questa bella serata>

<oh, guarda talmente ti sei innamorata di me le hai pure comprato la maglia con il mio nome> ride indicando la magliettina di mia figlia.

<non sentirti al centro del mondo signorino, sei l'unico giocatore che conosco> rido.

<proverò a crederti>

<allora io vado> mi alzo e lui mi blocca.

<devo andare a lavoro> abbassa lo sguardo e sospira.

<e la tua bambina?>

<la lascio a mia madre> annuisce e poi mi lascia un bacio in guancia.

<stai attenta, per favore>

<perché non vieni anche tu buon samaritano, almeno c'è qualcuno che conosco in mezzo a quei pervertiti> rido.

<beh non è una cattiva idea> ride.

<vado a cambiarmi e poi andiamo> annuisco e lo aspetto.

Se gliel'ho chiesto non è stato per fare la gatta morta ma perché ho veramente paura di quel posto. Sapere che qualcuno tiene a me, oltre mia figlia mi rassicura.








𝐎𝐮𝐬𝐚𝐬𝐢𝐚;𝐧𝐣𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora