Eva;
Mi ritrovo dentro la macchina di Neymar al chiaro di luna, siamo chiusi in questa piccola capsula con 4 ruote che sprizza energia positiva da ogni angolo, da ogni centimetro.
Questi 15 minuti di tragitto in macchina credo che siano stati i migliori della mia vita, mi sembra di star vivendo la vita fino all'osso: a Parigi, i finestrini abbassati, quel vento gelido in faccia che ti provoca i brividi su ogni parte del corpo e, come se non bastasse, tutto questo in compagnia di Neymar.
<<mi stai davvero dicendo che qui non c'eri mai venuta?>> dice ridendo indicando un laghetto vicino alla Senna.
<<ti ho detto di no! Però avrei dovuto, è un posto incantevole>>
<<vedi? il Parigino sono io qui>> ride e si siede su una delle panchine qui presenti.
<<ho avuto l'onore di portarti qui>> sorride e si passa una mano tra i capelli.
<<si dai okay, non montarti la testa però>> mi metto schiettamente a ridere e mi siedo senza pensarci due volte accanto a lui.
<<sei molto simpatica, te l'ho già detto no?>> ridacchia
Io lo guardo ironicamente perplessa.
<<me l'hai già detto tante volte>> rido.
<<Odette è super simpatica>> afferma continuando a guardare il piccolo laghetto.
<<ha preso da mamma>> sorrido e mi giro verso di lui.
<<e tuo figlio com'è?>> chiedo.
Non appena incrocio il suo sguardo vedo i suoi occhi assumere quel pizzico in più di emozione.
<<Davi è la vita>> sorride parlando del suo bambino.
<<porta sempre con sé la sua carica immensa di positivi, sempre pronto a reggersi in piedi>> sussurra.
<<quindi se dovessi descriverlo lui per me è vita>> annuisco e gli poggio una mano sulla gamba.
<<è fortunato ad avere un papà come te>> lui mi sorride e annuisce.
<<ed io sono fortunato ad avere lui>> sorridiamo entrambi e poi restiamo in silenzio ad ascoltare il rumore del vento che sbatte prepotentemente sugli alberi.
Ottobre è l'inizio dell'inverno.
Restiamo ancora lì immersi nei nostri pensieri.
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<<dai, è tardi, temo che sia meglio che torni a casa mia>> sorrido scendendo dalla sua auto, lui mi accompagna alla porta.
<<quando avrai bisogno, per qualsiasi cosa, sappi che ci sono sempre>>
<<non so ancora come ringraziarti per quella sera.. davvero>> abbasso lo sguardo.
<<Eva, lo ripeterò fino alla nausea, non devi ringraziarmi. Ero in dovere di farlo, in primis perché le ragazze non vanno trattate in questo modo, e secondo... beh, sai, per me sei speciale, ecco. Ho come questo sesto senso che mi raccomanda di proteggerti, non ti meriti niente di male>>
<<io..>> non ho idea di cosa dire.
Rimango così, impietrita.
<<Neymar, davvero...>> avanzo verso di lui.
Ci guardiamo negli occhi per infinitesimali secondi, finché qualcuno non mi spinge.
Forse uno strano ente invisibile, o forse il mio istinto, o forse è solo Ney, fatto sta che ad un certo punto le mie labbra toccano quelle sue.
Sento che le preme sulle mie ma io mi stacco quasi subito.
Cos'ho fatto? Non riesco nemmeno a guardarlo.
È stato una frazione di secondo, ma è stato, come dire... perfetto.
Non me lo sarei mai aspettato così, il nostro primo bacio, ma così è stato e così rimarrà sempre impresso nei miei ricordi.
<<hey, è tutto okay>> mi dice lui ad un tratto, vedendomi ammutolita.
<<ehm, sì... ciao Neymar>>
<<ciao Eva>>
Chiudo la porta e scivolo su di essa, cadendo a terra.
Merda, ma cosa ho fatto?
<<hey, è tutto okay>>
Le sue parole non se ne vogliono andare via.
Come sarebbe a dire "okay"?
Dio, quanto sono stupida.
Un milione di pensieri scorrono veloci nella mia testa: ma che ho fatto per fidarmi così ciecamente di qualcuno? Ho rovinato tutto, non parleremo mai più e le mie giornate torneranno ad essere le stesse di sempre.
Vaffanculo.
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neymar;
Porta di casa sua si chiude e io stringo i pugni.
Dio, ma come ho fatto ad essere così stupido?
Lei mi ha praticamente baciato e l'unica cosa che ho saputo dirle è stato questo.
Come mai si è staccata? Io ci tengo davvero tanto e ho l'impressione di starmi quasi innamorando di lei.
Ma si sa, la vita è un circolo vizioso, siamo solo delle marionette del tempo, dello spazio, che fanno in modo che le cose non vadano mai come ci aspettiamo che vadano.
D'altronde, pensateci: quante volte è capitato che una cosa fosse andata interamente secondo i vostri piani, desideri, aspirazioni?
Esatto, niente.
Niente è come lo si immagina.
Sento il cellulare vibrare: è José un ragazzo del mio staff.
Non è proprio un buon segno, ma il dovere mi chiama.
<<Sì?>>
<<ciao, Ney. Spero tu stia bene. Volevo solo annunciarti che da metà novembre tornerai in Brasile per le Olimpiadi. Non sappiamo quanto ci vorrà... stiamo calcolando all'incirca 4/5 mesi. Ovviamente ci saranno le pause per le vacanze e tutto il resto. E, uhm... credo sia tutto, sì>>
<<grazie José. Va bene, grazie per avermi informato. Ci si vede>>
<<ciao>> riattacca.
A dire la verità, tornare in campo è proprio l'ultima delle mie preoccupazioni. Ho una faccenda da risolvere.
Compongo il suo numero.
Il suo telefono squilla ma molto probabilmente starà dormendo.
Decido ugualmente di lasciarle un messaggio dopo il beep.
<<Hey Eva. Non so neanche da dove iniziare, forse non è neanche proprio il massimo dirti una cosa di tale valore qui, ma... sono stato un idiota. Ho detto una frase ridicola, non so cosa mi sia passato per la testa e so che adesso magari pensi che non sia così, ma credimi Eva, ti avrei baciata all'infinito. Incontriamoci lunedì dopo pranzo davanti alla Tourre Eiffel, ho una voglia folle di vederti. Sono fuori città per il weekend, anche se vorrei soltanto raggiungerti. Buonanotte>>