📜 2.«Sei arrivato finalmente»⚜

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La realizzazione di trovarsi in un posto a lui sconosciuto lo fece balzare in piedi all'improvviso, mettendosi sulla difensiva così da contrattaccare un qualsiasi attacco esterno.

No, non possedeva di certo delle qualità di combattimento Jungkook, ma bisognava riconoscere il suo impegno nel cercare di voler sopravvivere.

Ancora non aveva capito che lì nessuno gli avrebbe fatto del male, almeno non subito, era appena finito in un riformatorio speciale. Dedicato interamente a lui.

Capendo che nessuno lo avrebbe trafitto alle spalle, l'unica cosa che gli venne in mente fu l'incamminarsi verso la casetta. Per chiedere informazioni? Forse. Ma più che altro si sentiva attratto da quell'abitazione, dal profumo che essa sprigionava. Era magnifico, un po' lo riportava alla sua infanzia, a quando i suoi genitori lo portavano al parco divertimenti, per poi fermarsi davanti alla bancarella delle leccornie.

La mano posata sul pomello della porta, gli fece passare una scarica di adrenalina per tutto il braccio fino a riscendere dalla spina dorsale.

Ed allora prese un profondo respiro, per cercare di tranquillizzarsi, fino a quando, appena spalancata la porta, si ritrovò a fermarsi, congelato dalla voce che gli arrivò alle orecchie.

La curiosità lo pervase, deglutì pesantemente. Ne era certo, quella era una voce maschile, roca e seducente.

Sporse di poco la testa e lo vide.
Era di spalle, in piedi, una mano infilata nella tasca dei pantaloni a sigaretta ed una a sorreggere un libro aperto. La visuale era offuscata dalla luce solare che entrava dalla finestra e tagliava l'aria con strisce luminose.

«Odo le onde arrovellarsi su se stesse. Scrosciando nel loro dolce nuotare. E mirando la linea tra mare e terra, lo sguardo mio cade inesorabile su di te, accarezzato dal venticello ed illuminato d'oro dal sole al tramonto. La natura osa giocare tranelli alla mia anima ed io sono impossibilitato nel non cadere in tentazione. C'è perfezione nella tua bellezza. Rumore e silenzio si alternano senza fine. Manca il respiro, ma problema non si pone. Resterei in apnea per sempre pur di poterti guardare per l'eternità. Bellezza immutabile»

Jungkook dovette obbligatoriamente battere le palpebre per riprendersi. Cosa...cosa era appena successo? Era stato favoloso, dolce, armonioso. Una delizia per le sue orecchie, per la sua mente, per il suo cuore che batteva frenetico e premeva, dicendogli, pregandolo di entrare. 

«Sei arrivato finalmente» risentire nuovamente la sua voce, gli provocò una scarica lungo tutta la spina dorsale. Si bloccò sul posto, con la mano ancorata sul pomello della porta rimasta aperta «Ci hai messo più tempo del previsto» provò a guardarlo ma il suo volto era ancora nascosto dai raggi del sole. Capì solo che avesse posato il libro, mettendolo ordinatamente tra i tanti disposti sul ripiano della libreria e percepì una piccola risata divertita. Probabilmente stava ridendo di lui, sicuro. Era rimasto lì a guardarlo, imbambolato, rapito da quella bellezza che si faceva sempre più vicina, camminando nella sua direzione.

«Ma...Ma dove sono?» gli venne istintivo indietreggiare, si sentiva in pericolo, aveva paura. Il posto nuovo, quell'abitazione mai vista, una persona sconosciuta che sembrava conoscerlo. Ma quel ragazzo rise leggermente, abbassò lo sguardo divertito per poi fare un passo avanti e rialzarlo, incollandolo così in quello del nuovo arrivato «Vediamo, come posso spiegartelo...Sei finito in un riformatorio per bambini monelli come te» gli diede un buffetto sul naso e l'altro si scostò come scottato quando il profumo di colonia gli invase le narici.

«In un che- Aspetta ti sembro un bambino?» fu esilarante come riuscì a distogliere l'attenzione dalla parte importante del discorso, per porla su cosa poi?

𝑺𝑶𝑮𝑵𝑶 𝑶 𝑹𝑬𝑨𝑳𝑻À? //  ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora