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Il corvino guardava le sue mani, seduto sul divano di casa, in una stringeva il telefono, nell'altra un foglio con su scritto il numero di telefono della madre di Taehyung. Il piede picchiettava a terra freneticamente, nervoso, incerto se chiamarli o no. Ma in fondo aveva avuto poche informazioni. L'unica cosa di cui era venuto a conoscenza era il fatto che fosse sparito nel nulla e lo ricollegò all'essere rimasto intrappolato in quel mondo.
Ma da lì, sorgevano sempre più domande. Perché era rimasto intrappolato? Taehyung era stato come Jungkook, un tempo? Oppure era arrivato lì con uno scopo differente? E soprattutto, come avrebbe mai potuto liberarlo e fargli recuperare la memoria?
Così decise che la strada da percorrere fosse solamente una, doveva provarci. Digitò frettolosamente quei numeri, si portò il cellulare all'orecchio e attese. Finché una voce femminile apparve «Pronto?»
Scattò dritto con la schiena e come se lo potessero vedere fece un piccolo inchino con la testa «Salve signora, sono Jeon Jungkook, un...Vecchio amico di vostro figlio» lei sussultò, presa di sorpresa, si sistemò meglio il telefono di casa all'orecchio, tirando verso di sé quel vecchio apparecchio che funzionava ancora con il filo attaccato «Mio figlio? Taehyung?? Sai qualcosa su di lui?»
La linea delle spalle di Jungkook si abbassò , nel sapere che avrebbe dato una risposta molto deludente a quella donna «In realtà speravo che voi mi sapeste dire qualcosa, io so poco e niente purtroppo» la sentì sospirare, come se anche per quella volta si fosse creata chissà quali aspettative «Oh, capisco» non poteva neanche immaginarsi quanto fosse brutto per una madre, non trovare più il proprio figlio, scomparso improvvisamente nel nulla, senza una spiegazione.
«Vi dispiacerebbe se venissi a farvi visita uno di questi giorni? Se non è un disturbo...» azzardò sperando di ricevere una risposta positiva «Certo che no, ragazzo, vieni quando vuoi» strinse la mano libera in un pungo vittorioso, felice di quel che aveva sentito «Grazie mille, è stata gentilissima»
«Passa una buona serata, Jungkook»
Quando la chiamata venne chiusa, balzò in piedi, prendendo a saltellare per la stanza, orgoglioso di aver fatto bella figura con i genitori di Taehyung. Sentiva di aver fatto due importanti passi avanti ma al contempo non capiva il perché stesse prendendo a cuore così tanto quella questione. In fondo, stava morendo, ogni giorno perdeva sempre più sangue. Si era addirittura ridotto ad andare in giro con un fazzoletto di stoffa, come i signori anziani per tossire in esso. Per poi fermarsi e sospirare mentre le gocce rosse venivano assorbite e si seccavano.
La cosa positiva in tutto ciò però vi era. Quando andava di là, da Taehyung, si sentiva benissimo. Non aveva nessun sintomo, era tutto normale, tutto come una volta e stava sempre più desiderando che il suo tempo di là si allungasse così che non dovesse sopportare quel dolore puntiglioso ad ogni parte del suo corpo, quando si trovava nel mondo reale.
Si ritrovò fermo nel centro della stanza. Il sorriso ormai scemato. E la testa che girava. In un secondo fu di nuovo da lui.
Quello che non si aspettò, fu il modo in cui rientrò. Ricominciò tutto da come se ne era andato. Da lui che scontrava le labbra contro quelle di Taehyung. E quest'ultimo che a causa dello spintone venne catapultato a terra, con a sovrastarlo Jungkook «Oh cazzo!» esclamò proprio il corvino, interrompendo il contatto tra i due e tirando la testa all'indietro.
Adesso sul volto del ragazzo dai capelli mossi vi era un'espressione di puro dolore «Perché diavolo sei così pesante?» chiese massaggiandosi la testa e Jungkook sentendolo rivolgerglisi così acidamente, ribatté allo stesso modo «No, perché diavolo tu sei qui in mezzo?»
Taehyung aprì un occhio, fulminandolo «Di solito non arrivi sul divano??» ma cosa ne poteva sapere l'altro che si scrollò le spalle, mettendo più forza nelle braccia che lo sostenevano appena rialzato col busto rispetto a Taehyung che era ancora coricato a terra «La prima volta ero fuori in giardino, quindi non penso ci sia una regola fissa. Ti sei fatto male?» chiese poi, abbassando il tono, preoccupato per quell'espressione sofferente.
«No, non tanto. Tu?» Jungkook a sua volta scosse la testa, incominciando a rialzarsi, ma il suo ginocchio scivolò sulla farina rimasta ancora a terra dalla volta precedente «Neanche io -WOOAAH» e come se il destino si stesse prendendo gioco di loro, si ritrovarono nuovamente con le labbra unite.
Il corvino sgranò gli occhi, tirandosi in piedi come un fulmine, al contrario di Taehyung che lo fece con calma, guardandolo di mal occhio «Mi sembra che tu ci stia prendendo un po' troppo gusto nel baciarmi» asserì, anche se dentro, non seppe nemmeno il perché ma incominciò a sorridere come uno scemo.
«Io non ti ho baciato!» eppure il vedere quanto quella facciata imbarazzata e mezza schifata -anche se finta ma come avrebbe potuto saperlo- di Jungkook, lo fece incazzare «Vuoi dirmi che è stato l'uomo invisibile a farlo? Perché non tiene!»
«Beh di certo non l'ho fatto volontariamente!»
Taehyung si accigliò seguendolo verso il salone «Stai dicendo che ti fa schifo l'idea di baciarmi?!»
E lì Jungkook sbottò senza accorgersene «Certo che no, idiota! Ultimamente voglio solo baciarti!»
Cosa diavolo aveva appena urlato?
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𝑺𝑶𝑮𝑵𝑶 𝑶 𝑹𝑬𝑨𝑳𝑻À? // ᵗᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfiction[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] ⛔18+ Jungkook non è in grado di rispettare i sentimenti altrui. Per questo l'Universo deciderà di punirlo, portandolo sempre più frequentemente a svenire, "sognando" di trovarsi in un mondo parallelo. Ma si dovrà sbrigare a liber...