𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚑𝚒𝚛𝚝𝚎𝚎𝚗 - 𝙽𝚘𝚖𝚎𝚗 𝚘𝚖𝚎𝚗

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**"nomen omen" is a latin phrase. it means that every name has a hidden meaning related to fate. literally, it means "destiny in the name". the message it conveys is often negative or threatening.

𝚃𝚑𝚎 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚜𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜:
- 𝚆𝚘𝚗𝚍𝚎𝚛 (𝚂𝚑𝚊𝚠𝚗 𝙼𝚎𝚗𝚍𝚎𝚜)
- 𝙴𝚊𝚜𝚒𝚎𝚛/𝙴𝚊𝚜𝚒𝚎𝚛 𝚕𝚒𝚟𝚎 𝚏𝚛𝚘𝚖 𝚝𝚑𝚎 𝚟𝚊𝚞𝚕𝚝 (5𝚜𝚘𝚜)
- 𝚈𝚘𝚞𝚗𝚐𝚋𝚕𝚘𝚘𝚍 (5𝚜𝚘𝚜)
- 𝚁𝚎𝚠𝚛𝚒𝚝𝚎 𝚝𝚑𝚎 𝚜𝚝𝚊𝚛𝚜 (𝙰𝚗𝚗𝚎-𝙼𝚊𝚛𝚒𝚎 & 𝙹𝚊𝚖𝚎𝚜 𝙰𝚛𝚝𝚑𝚞𝚛/𝚉𝚎𝚗𝚍𝚊𝚢𝚊 & 𝚉𝚊𝚌 𝙴𝚏𝚛𝚘𝚗)
ᴄᴀʟ's ᴄʜᴏɪᴄᴇs:
- ᴛʜᴇ ᴛɪᴅᴇ (ɴɪᴀʟʟ ʜᴏʀᴀɴ)
- ᴡʜʏ ᴡᴏɴ'ᴛ ʏᴏᴜ ʟᴏᴠᴇ ᴍᴇ (5sᴏs)
- sᴛᴀʏ (5sᴏs' ᴄᴏᴠᴇʀ)

"Ashley Irving, ventiquattro anni" ripeté Calum, scorrendo tra i suoi appunti. Quell'abitudine doveva averla presa da Ashton. "Cazzo."
"Già" annuì Michael. "Non promette niente di buono, eh?"
"Per niente. Guarda lì" esclamò Midnight, indicando un punto sul pavimento. C'era il telefono della ragazza, e lo schermo si era appena acceso per una notifica. "Deve esserle arrivato un messaggio" commentò l'altro. "Vai a dare un'occhiata, sei tu l'esperto di tecnologia."
Calum obbedì, inginocchiandosi di fianco alla vittima per prendere il cellulare, e lesse il messaggio ad alta voce. "È da un numero sconosciuto. «Midnight, Danger, Blackbird, è un piacere poter parlare con voi. Come avrete intuito, mi manca una sola vittima prima di arrivare al mio vero obiettivo. Avete già capito chi è o siete troppo concentrati su voi stessi?» Questo è impazzito" mormorò. "È firmato da Jackal. Devo provare a rintracciare il proprietario del numero. Con un paio dei numeri da cui aveva scritto a Luke non c'ero riuscito, ma forse stavolta…"
"Allora vai" lo incoraggiò il collega. "Qui ci pensiamo io e Blackbird."
Calum alzò lo sguardo e scosse la testa. "No. Non voglio lasciarlo solo. Dev'essere spaventato a morte, anche se non lo dà a vedere."
Michael sorrise. "Inizia a piacerti seriamente, vero?"
Midnight sospirò, rivolgendo lo sguardo al telefono che aveva tra le mani. "Forse, sì. Ma adesso non è il momento, okay?" rispose, alzandosi in piedi e dando una pacca sulla spalla dell'amico. "Ne parliamo dopo" concluse, accennando un saluto e uscendo dalla stanza.

Calum non era tranquillo come sembrava da fuori. Era andato dritto verso le macchinette del caffè nella hall dell'albergo, senza neanche pensarci, come tutte le volte in cui qualcosa non andava. Mentre aspettava continuava a sospirare, ripensando a tutto quello che era successo negli ultimi giorni e al messaggio di Jackal che aveva appena letto. Forse Luke aveva ragione, era davvero qualcuno vicino a loro. Molto vicino. E adesso se l'era presa con Ashton, a quanto pareva, proprio quando la situazione tra loro due stava migliorando. Midnight si era illuso per un po' che forse Jackal non li avrebbe guardati neanche da lontano, lasciando che lui riuscisse a capire davvero fino a che punto Ash era importante nella sua vita. Ma era stata solo un'illusione, appunto, una favoletta che Calum si era raccontato per tranquillizzarsi.
Sospirò, prendendo il bicchiere colmo di caffè dalla macchinetta, ma non lo bevve: stranamente non gli andava. Eppure non lo buttò. Aveva un'idea migliore. C'era qualcun altro che poteva aver bisogno di qualcosa per tirarsi su il morale.

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