𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚎𝚗 - 𝙼𝚒𝚍𝚗𝚒𝚐𝚑𝚝

54 4 42
                                    

𝚃𝚑𝚎 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚜𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜:
- 𝙼𝚒𝚍𝚗𝚒𝚐𝚑𝚝 (5𝚜𝚘𝚜)
- 𝚃𝚑𝚎 𝚐𝚒𝚛𝚕 𝚠𝚑𝚘 𝚌𝚛𝚒𝚎𝚍 𝚠𝚘𝚕𝚏 (5𝚜𝚘𝚜)
ᴄᴀʟ's ᴄʜᴏɪᴄᴇs:
- ᴍɪᴅɴɪɢʜᴛ (5sᴏs) [ʏᴇᴀʜ, ᴀɢᴀɪɴ]
- sʜᴇ's sᴛɪʟʟ sʟᴇᴇᴘɪɴɢ (ᴀs ᴀʟᴡᴀʏs), ɪ'ʟʟ ᴀsᴋ ʜᴇʀ ʟᴀᴛᴇʀ (ɪ'ᴍ ʙᴏʀᴇᴅ ᴛʜᴏᴜɢʜ, sᴏ ɪ'ᴍ ᴜᴘᴅᴀᴛɪɴɢ ɴᴏᴡ)

Quel pomeriggio, sul tardi, Ashton e Calum erano nella nuova stanza di Ash, all'hotel migliore della città, a disfare le valigie e parlare del più e del meno.
E a Calum questa situazione faceva malissimo.
Sembrava quasi che lui e Ashton stessero insieme da una vita, e la cosa gli dava fastidio. Erano proprio momenti come questo che diverse volte lo avevano spinto a pensare che forse stare con Ashton non sarebbe stato poi così male. Decine di volte era stato a tanto così da confessare che sì, era stato un cretino e che sì, voleva essere il ragazzo di Ashton, perché era l'unico che lo faceva stare bene.
Ma ogni singola volta la paura lo pietrificava. Iniziava a pensare che la maggior parte della gente faceva schifo. C'era gente che odiava altre persone per il posto da cui venivano, per le divinità in cui credevano e anche per chi amavano. Tutte cose che non possono essere controllate, eppure c'era chi le criticava. E poi con il lavoro che facevano c'erano centinaia di complicazioni in più. I paparazzi, la stampa, i fan, il management, un serial killer che li seguiva ovunque, il rischio di morire che aumentava in modo esponenziale per ogni secondo che passava. Calum non voleva farsi del male, e non voleva farne ad Ashton.
"A che pensi?" chiese il collega, con l'alone di un sorriso sulle labbra. "Tutto okay?"
Calum scosse la testa. "Niente. Non voglio rovinare tutto di nuovo."
Il volto di Ashton si rabbuiò, un'ombra scura sugli occhi verdi. "In che senso?"
"Sai perché continuo a dirti di no ogni volta che mi dici che vorresti di più?" Il collega scosse la testa, e lui continuò. "Perché non voglio rovinarti la vita. Potrebbe succederci di tutto in qualsiasi momento. Chiunque, tra noi due, potrebbe essere ammazzato in qualsiasi momento. Io non sopravviverei se fossi tu, e non vorrei che tu ci restassi male se invece toccasse a me. E poi hai visto Louis e Harry, no? Il management li tiene in trappola. Se succedesse a noi due?"
"Resterei con te" rispose Ashton, tranquillamente.
"Ma gli insulti, Ash?" insistette Calum. "La gente insulta quelli come noi. Farebbero male."
"Anche tu mi fai del male" ringhiò l'altro. "Eppure sono ancora qui con te."
"Cosa ti ho fatto?" ribatté. "Te l'ho spiegato perché ho detto di no, e ti ho anche detto che non è perché non mi piaci. Cos'altro dovrei fare?"
"Non è quello che mi fa male, Calum, non solo. Mi fai male perché mi stai usando. Mi fai male perché mi chiami per farti scopare, per una sera, e poi sparisci per giorni. E io sono un cretino, sono più stupido di te, perché tutte le volte ti lascio fare quello che vuoi."
Calum era quasi senza fiato. Ogni parola faceva più male di una pugnalata, e non stava esagerando. Sapeva quanto facesse male una pugnalata, aveva esperienza. "Ma allora perché lo fai? Perché non me l'hai detto che ti faceva così male?" mormorò.
"Perché nonostante la tua cocciutaggine, nonostante le tue risposte a monosillabi quando sei stanco, nonostante la tua dipendenza dal caffè e dal sarcasmo, nonostante tu mi stia usando, nonostante tu non ascolti mai... nonostante tutto, sai benissimo che preferisco fingere che tu mi ami davvero quando siamo insieme, alle quattro di mattina."
Ancora una volta Midnight era rimasto senza parole. Non riusciva a fare niente se non fissare Ashton a bocca aperta, mentre lui fingeva di disfare le valigie pur di non guardarlo negli occhi. In realtà si stava solo guardando intorno con un paio di jeans neri in mano.
"Ash..."
"No, lascia stare, va bene così" lo interruppe. La sua voce tremava appena. "Vai a disfare la valigia, non avrai tempo più tardi. Ci vediamo stasera."

✰𝚂𝚞𝚛𝚟𝚒𝚟𝚘𝚛𝚜.✰Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora