𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚏𝚒𝚟𝚎 - 𝚆𝚑𝚊𝚝'𝚜 𝚕𝚎𝚏𝚝 𝚞𝚗𝚜𝚊𝚒𝚍...

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𝚃𝚑𝚎 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚜𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜:
- 𝙻𝚒𝚎 𝚝𝚘 𝚖𝚎 (5𝚂𝙾𝚂)
ᴄᴀʟ's ᴄʜᴏɪᴄᴇs:
- sᴛᴀʏ (5sᴏs' ᴄᴏᴠᴇʀ)
- ʜᴇᴀᴛᴇʀ (ᴄᴏɴᴀɴ ɢʀᴀʏ)
- ᴀɴᴏᴛʜᴇʀ ʟᴏᴠᴇ (ᴛᴏᴍ ᴏᴅᴇʟʟ)

Ashton era stufo di dover sopportare le lamentele, le teorie e i continui film mentali di Luke.
L'amico era intelligente, certo, ma fin troppo. Quando aveva un pensiero fisso o una preoccupazione non riusciva a distrarsi in nessun modo, e si metteva a ragionare su tutte le possibilità e tutti i possibili scenari.
Ash ammirava la sua intelligenza, ma stavolta aveva deciso di agire invece di rimanere seduto a pensare. Anche perché se si fosse messo a pensare davvero probabilmente sarebbe stato assalito dall'ansia.
Esitò per un attimo, ma poi si decise a bussare alla porta della stanza di Danger.
Si beccò un'occhiataccia da far accapponare la pelle, ma non si scompose e sorrise al collega. "Hey. Ti posso parlare per un attimo?"
Michael inarcò un sopracciglio e lo guardò dall'alto in basso, poi sospirò. "Come vuoi."
Ash rimase per un attimo lì impalato davanti alla porta aperta, aspettando che l'altro si scansasse per lasciarlo entrare, ma Michael non sembrava averne intenzione.
"Non... Non mi fai entrare? Penso che sia roba privata, non cose da dire in mezzo al corridoio di un albergo."
"Se devi dirmi che ti sei scopato Calum e che poi avete litigato, lo so già. Altro?"
"Non sono qui per parlare di me, Clifford" ringhiò Ashton, innervosendosi. "Riguarda te e Luke."
L'altro sgranò gli occhi e finalmente si spostò, lasciando ad Ash la possibilità di entrare nella stanza. Lanciò un'occhiata al corridoio vuoto e poi chiuse a chiave la porta.
"Che vuoi, Blackbird? Non ho tempo da perdere."
"Luke pensa che tu sia l'assassino. Ha visto che ti comporti in modo strano" spiegò, sedendosi ai piedi del letto. "Ma io penso che si stia sbagliando."
Michael smise di camminare avanti e indietro per la stanza e alzò lo sguardo su Ashton. "Ma dai. Secondo te veramente potrei aver ucciso qualcuno di proposito? Tu lo sai da cosa viene il mio soprannome, hai letto il rapporto di quella missione."
"Sì, lo so. Anche per questo ti dico che non gli credo, ma penso che ci sia anche altro" sospirò. "Provi qualcosa per lui, Michael?"
A quelle parole Michael Clifford, il temuto agente Danger, un veterano nel suo campo, che aveva assistito a troppi omicidi per poterli contare sulle dita, impallidì. Rimase a fissare Ash in silenzio per un po'.
"A me puoi dirlo, sono il suo migliore amico" lo incoraggiò. "Non gli dirò niente se non vuoi, ma voglio la verità, Clifford."
"L'ha capito?" mormorò Michael. "Lui... Luke. Lo sa?"
Ash scosse la testa e nascose un sorriso. Lo sapeva. "No, non ne ha idea, è un idiota. È solo una mia intuizione."
Michael sospirò e sprofondò nel divano. "Io non lo so cosa provo, sinceramente. Non lo odio quanto sembra, questo è sicuro."
"Ascoltami, ho esperienza nel settore" disse Ashton. "Se ti senti come se volessi prenderlo a schiaffi e baciarlo nello stesso momento, sei nei casini. Se vuoi solo prenderlo a schiaffi sei ancora in tempo per salvarti, ma..."
"Mi viene da vomitare quando lo vedo" sussurrò.
Ash inarcò un sopracciglio, sorpreso. "Come, scusa?"
"Hai capito. Mi sento lo stomaco sottosopra, come se mi venisse da vomitare mentre ho fame."
L'altro non poté fare a meno di ridere stavolta. "Si chiamano farfalle nello stomaco, Clifford. Mai sentite prima d'ora?"
Michael scosse la testa. "Pensavo di avere solo mal di stomaco, sinceramente."
Ash rise di nuovo. "A quanto pare no. Glielo dirai?"
Danger tornò serio. "Non lo so, dipende. Sinceramente non voglio che finisca come tra te e Calum, e poi Luke neanche si fida di me. Sarebbe inutile."
"Non finirebbe come con Calum" sospirò Ashton. "Ha detto che la pensa come me, non ha paura di quello che potrebbe pensare a gente."
"Ok, ok, va bene. Ma come faccio a fargli capire che di me può fidarsi? È un coglione, non ci arriva" protestò.
"Devi dimostrarglielo, Michael. Difendilo se ce n'è bisogno, vai a parlargli se lo vedi giù di morale, cose così."
Michael si fermò a pensarci per un attimo, poi alzò lo sguardo e accennò un sorriso. "Come diavolo fa Calum a resisterti se lo tratti così, come mi hai detto di trattare Luke?"
Ash scrollò le spalle. "Non ne ho idea. Ci sto lavorando, però" sorrise, alzandosi e aprendo la porta. "Dammi retta, Danger, provaci. Luke ha bisogno di qualcuno come te, ora più che mai" aggiunse, prima di chiudersi la porta alle spalle.
"Missione compiuta!" mormorò con un sorriso, tornando in camera sua.

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