𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚜𝚎𝚟𝚎𝚗 - 𝚁𝚎𝚊𝚕𝚒𝚣𝚊𝚝𝚒𝚘𝚗 𝚑𝚒𝚝𝚜 𝚑𝚊𝚛𝚍

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𝚃𝚑𝚎 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚜𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜:
- 𝚅𝚘𝚘𝚍𝚘𝚘 𝚍𝚘𝚕𝚕 (5𝚜𝚘𝚜)
- 𝚆𝚘𝚔𝚎 𝚞𝚙 𝚒𝚗 𝙹𝚊𝚙𝚊𝚗 (5𝚜𝚘𝚜)
- ...𝚁𝚎𝚊𝚍𝚢 𝚏𝚘𝚛 𝚒𝚝? (𝚃𝚊𝚢𝚕𝚘𝚛 𝚂𝚠𝚒𝚏𝚝)
ᴄᴀʟ's ᴄʜᴏɪᴄᴇs:
sʜᴇ's ʙᴜsʏ ʀɪɢʜᴛ ɴᴏᴡ, ɪ'ʟʟ ᴀᴅᴅ ᴛʜᴇsᴇ ʟᴀᴛᴇʀ :)

"Stavo per farlo davvero" ripeté di nuovo Michael, passeggiando su e giù per la stanza con un bicchiere in mano. "Ero a tanto così. Stavo per farcela, cazzo. Tutta colpa di Jackal."
"Me l'hai detto quattro volte, Michael" sbuffò Calum dal suo angolino sul divano. "L'ho capito, stavi per scopartelo sul posto. Vai avanti."
L'altro gli lanciò un'occhiataccia. "Non parlare di lui così."
"Oh mio Dio. Sei innamorato sul serio" esclamò. "Non ci credo. Davvero?"
L'amico alzò gli occhi al cielo. "Ma va'. Te lo dico da mesi."
"Falso. Mi avevi detto solo che avevi un problema con lui."
"Beh, l'avresti capito se avessi smesso di pensare ad Ashton. Dici che non ti piace e poi non pensi ad altro."
"Clifford…"
"Hai mai sentito parlare di coerenza?"
"Vaffanculo."
"Grazie, ti voglio bene anch'io" sospirò Michael con un sorriso. "E comunque hai ragione. Penso di amarlo davvero."
"E me lo dici così? Bastardo."
"Coglione. Dovresti parlare con Ashton invece di rompere le palle a me" scherzò Michael.
Calum sbuffò. "Non me ne parlare. Non ci voglio pensare."
"Dovresti. Non puoi continuare a farlo soffrire così. O gli dici di no una volta per tutte o metti la testa a posto."
"Mhm, okay. Devo andare, adesso" sospirò, pensando a una scusa da inventarsi. "Voglio sentire l'altra versione della storia. Dirò a Luke che tu mi hai accennato qualcosa ma non vuoi dire altro" decise, ripromettendosi di parlare davvero con il collega. Voleva saperne un po' di più.

"Ash, ciao, entra" lo salutò Luke, aprendo la porta.
"Hey. Allora, cosa dovevi raccontarmi?"
"Ieri sera…" sospirò, non sapendo come continuare. Come gli avrebbe spiegato tutta la situazione? 'Hey, non volevo parlare con te quindi sono stato in camera dell'uomo che mi odia e ci siamo quasi baciati'?
Gli occhi di Ashton scintillavano appena. "Dimmi che sei stato da Michael e non Arzaylea. Dimmi che sei stato da lui."
Ancora una volta il sesto senso dell'amico aveva fatto centro. Luke non aveva idea di come fosse possibile.
"Sono stato da lui."
"HAH! Lo sapevo!" esclamò, accennando qualche saltello sul posto. Afferrò Luke per le spalle e lo scosse avanti e indietro. "Ma allora sei sano! Ci sei arrivato! Pensavo fossi scemo, cazzo."
Luke non sembrava convinto. "Arrivato dove?"
"A capire che a Michael piaci! Cazzo, ormai lo sapeva pure tutto lo staff."
Il biondo inarcò un sopracciglio. "Era così evidente?"
"Evidente, dici? Dopo che gli hai parlato di persona, da solo e in camera sua e non ha cercato di ucciderti?" ridacchiò Ash. "Dai, amico, si vede da lontano un miglio. E adesso che vuoi fare?"
"In che senso?"
"Ma con Michael, no? Mi sembra ovvio!"
"Niente" disse Luke. "Perché, cosa dovrei fare?"
Ashton lo lasciò e tornò serio, con le mani sui fianchi. "Eh ma allora sei scemo."
"Non ho ancora capito cosa intendi. Cioè, che dovrei fare? Presentarmi di nuovo in camera sua? E poi che dico? Non sono neanche sicuro che mi piaccia davvero. E se poi mi sentissi di nuovo male come ieri sera?"
Stavolta fu Ashton a restare stupito. "Come, ti senti male?"
"Stavo per svenire. Mi girava la testa."
Ashton sospirò, passandosi una mano sugli occhi. "Uno sviene e l'altro vomita. Andiamo bene."
"Come, l'altro vomita? Chi, Michael?"
Ash alzò lo sguardo e agitò la mano. "Ah, lascia perdere. Il fatto è… se non capisci se ti piace o no l'unica cosa che puoi fare è cercare di scoprirlo, no? Prova a parlargli, magari. Cogli ogni occasione che trovi."
"Tipo ieri sera?" chiese l'altro, alzando lo sguardo dalle sue mani.
"Esatto."
"Ma poi non sarei… invadente? Non lo so, magari gli rompo le palle e basta."
Ashton stava per mandarlo di nuovo a quel paese, ma fu interrotto da qualcuno che bussava alla porta. "Ma quanta gente ci passa per 'sta camera?" borbottò, alzandosi in piedi dalla poltrona giusto in tempo per ritrovarsi Calum davanti al naso. "Ciao" lo salutò. Gli sembrava di sentire una morsa stringersi intorno al suo cuore. O era amore, o era un infarto.
Il moro lo squadrò dall'alto in basso. "Hey."
"Ahem. Vado, devo… rileggere il rapporto del caso" si scusò Ashton. Non riusciva a restare nella stessa stanza con Calum troppo a lungo.

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