𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚏𝚘𝚞𝚛 - 𝙳𝚛𝚎𝚊𝚖𝚜 𝚊𝚗𝚍 𝚛𝚎𝚊𝚕𝚒𝚝𝚢

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𝚃𝚑𝚎 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚜𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜:
- 𝙽𝚘𝚝 𝚒𝚗 𝚜𝚊𝚖𝚎 𝚠𝚊𝚢 (5𝚂𝙾𝚂)
ᴄᴀʟ's ᴄʜᴏɪᴄᴇs:
- ɪғ ᴡᴀʟʟs ᴄᴏᴜʟᴅ ᴛᴀʟᴋ (5sᴏs)

Quella notte Luke si ritrovò di nuovo con una ragazza. Si era sentito un po' giù di morale nei giorni precedenti, e lei era rimasta tutto il giorno insieme a lui per cercare di distrarlo un po'. Alla fine della giornata si erano ritrovati seduti ai piedi del letto in camera di Luke, a ridere e scherzare nonostante fosse ormai tardi.
La ragazza, di cui Luke non ricordava neanche il nome, sospirò, cercando di riprendere fiato dopo le risate. Fissò lo sguardo negli occhi blu del ragazzo e gli sorrise appena. "Come stai, Lu?"
"Non lo so. Forse un po' meglio, dopo oggi" rispose. "È solo che… non so. Mi manca qualcosa, o forse qualcuno."
La ragazza inclinò appena la testa da un lato. "Qualcuno?"
Luke sbuffò. "Già. Insomma, ho degli amici fantastici e la mia famiglia e un sacco di fan ma… Manca qualcuno. Quella persona, capisci? La mia persona."
Lei annuì. "Penso di aver capito cosa intendi. Nonostante tutti gli amici ogni tanto ti sembra quasi… di sentirti comunque solo, vero? Manca qualcosa."
"Esatto. Ci sei passata anche tu?"
"Già. Ci sto passando proprio ora a dire la verità" ammise la ragazza, poi gli sorrise. "Comunque non sarai mai davvero solo, Luke. Ricordatelo quando ti senti giù."
Il ragazzo ricambiò il sorriso. La ragazza si avvicinò sempre di più, fino a quando Luke ne sentì quasi il respiro sulle guance e…
E poi il suono del telefono lo svegliò nel cuore della notte. Di nuovo. Allora quello con la ragazza misteriosa era solo sogno o al massimo un ricordo sbiadito dal tempo. Eppure la voce della ragazza gli sembrava familiare.
Stavolta però non gli era arrivato un messaggio, ma una chiamata. Luke si passò una mano sugli occhi e prese il telefono dal comodino, con un sospiro. Quando rispose la sua voce era ancora un po' impastata dal sonno, e non fece neanche caso all'orario e al nome di chi lo stava chiamando.
"Che c'è?"
"Luke, è successo un casino" esclamò la voce di Ashton. Stava piangendo o era solo una sua impressione? "Stavolta non si risolverà. Posso parlarti?" concluse con un filo di voce.
"Va bene, vieni" sospirò Luke, controllando l'orologio. Segnava le tre meno un quarto. "Ti avverto che sono in pigiama."
"Non credo che ci farò tanto caso. Grazie, Lu."
In un minuto o poco più Ashton era già seduto sul letto di Luke, mentre l'amico gli prendeva un bicchiere d'acqua e qualche fazzoletto. Ash non voleva ammetterlo, ma aveva gli occhi rossi e lucidi e sembrava sul punto di piangere di nuovo. Non aveva ancora detto nulla, il che era strano per un chiacchierone come lui.
Luke si sedette di fianco a lui e gli porse il bicchiere che aveva in mano. "Che hai?"
Ash sospirò. "Cosa non ho, Luke. È questa la vera domanda."
"In che senso, Ash? Parla."
"È Calum. Io non… Io penso che sia finita davvero, stavolta. Definitivamente" spiegò, prendendo un sorso d'acqua.
A Luke ci volle un attimo per capire cosa stava succedendo. Non pensava che la situazione fosse così grave, ma a quanto pare si sbagliava. "Ma quando? Com'è successo?"
L'amico sospirò di nuovo, tirando su con il naso. "È successo tipo cinque minuti fa. Ti avevo detto che volevo parlargli, no?" Luke annuì, cercando di capire più dettagli possibile. "Ecco. Beh, non è andata come speravo. Lui…" continuò, la voce tremante. "Beh, gli ho detto che se non voleva stare con me solo perché pensava che meritassi di meglio si sbagliava, e che se aveva paura della gente e del management ce l'avremmo fatta insieme. Poi gli ho detto che se semplicemente non gli piaccio così tanto mi sarei accontentato. E lui… lui ha detto che non voleva più parlarne. Gli ho chiesto almeno di pensarci, prendendosi anche tutto il tempo che voleva, ma…" disse, scuotendo la testa. "Non ne ha voluto sapere. Ha detto che sarebbe stato meglio per entrambi finirla qui. Io… non sono riuscito neanche a fermarlo. Non ho neanche detto niente. Non ce l'ho fatta, non sapevo cosa dire. Sono un coglione, lo so."
"No, non sei tu il coglione" commentò Luke, prendendogli il bicchiere vuoto dalle mani.
"Se lo dici tu, Lu" sospirò Ashton, lasciandosi cadere sul letto. "Non pensavo potesse mancarmi così tanto. Non sono passati neanche dieci minuti. Forse non avrei mai dovuto dirgli niente, sin dall'inizio. Magari si sarebbe sentito pronto, con il tempo, e sarebbe successo qualcosa. Forse l'ho messo troppo sotto pressione, o…"
"Ash, ascoltami" lo interruppe Luke. "Hai fatto quello che ti sentivi di fare. Sei stato sincero e questo ti fa onore. Se Calum è un coglione non è colpa tua, e se a te ci tiene davvero, tornerà. Aspetta, dagli tempo."
Ash gli lanciò un'occhiata perplessa. "Dopo quello che hai combinato con Arzaylea tu sei l'ultimo da cui accetterei consigli in fatto di relazioni, eppure eccomi qui. Sono disperato, eh?"
Luke sorrise, felice di vedere che l'amico era tornato a scherzare come sempre. "A quanto pare sei messo peggio di me."
"Fossi in te non ci giurerei, Hemmings!" rise l'altro, tornando serio poco dopo. "Senti, ho bisogno di distrarmi. Novità sul caso?"
Luke sospirò, ripensando a quanto era successo quella mattina nell'autobus. I messaggi, la sorpresa - che doveva essere l'avvelenamento di Harry, a quanto pareva -, lo sguardo di Michael…
"Ho dei sospetti."
"Davvero?" chiese Ash, sedendosi. "Chi?"
"È uno di noi, questo è certo. Era a Las Vegas fino a stamattina, giusto?"
Blackbird ci pensò su e annuì. "Beh sì, penso di sì. Potrebbe anche essere una coincidenza, ma sa anche tutto quello che fai e dici, quindi penso che ti osservi da vicino."
"Io… Io penso sia Michael, Ash" confessò. "Si comporta in modo strano, ultimamente, e Harry è stato avvelenato proprio mentre lui se n'era andato dopo la discussione con me. E poi non mi convince."
Ashton sospirò. "Luke, non penso che si comporti in modo strano per questo. Sinceramente penso che tu sia fuori strada."
"E come lo sai? Poi Jackal ha detto nel messaggio che avrei dovuto sentirne il fiato sul collo. Stamattina l'ho sentito davvero il suo respiro dietro il collo, Ash, mentre leggevo."
Il collega non rispose per un po', per poi chiedere: "Hai altre idee?"
"No. Tu?"
"Neanch'io" confessò. "Ma penso… Non credo sia Danger, Lu. Magari mi sbaglio, non posso saperlo per certo, ma… non lo so. Hai bisogno di prove. Non puoi far arrestare qualcuno come se niente fosse. Dovrei parlargli di una cosa, prima di poterlo sapere."
Luke gli lanciò un'occhiata perplessa. "Parlargli? E di cosa?"
Ash sorrise. "Vedrai."

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