𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚗𝚒𝚗𝚎 - 𝙲𝚘𝚞𝚗𝚝𝚍𝚘𝚠𝚗

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𝚃𝚑𝚎 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚜𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜:
- 𝙿𝚊𝚢𝚙𝚑𝚘𝚗𝚎 (𝙼𝚊𝚛𝚘𝚘𝚗 5)
- 𝙼𝚘𝚗𝚜𝚝𝚎𝚛 𝚊𝚖𝚘𝚗𝚐 𝚖𝚎𝚗 (5𝚜𝚘𝚜)
ᴄᴀʟ's ᴄʜᴏɪᴄᴇs:
- ғᴀʟʟɪɴɢ (ʜᴀʀʀʏ sᴛʏʟᴇs)

Quella sera era stata una di quelle da segnare sul calendario. Soprattutto per Ashton.
Quando quella biondina - Lisa? Linda? Lindsey? - gli si era attaccata addosso, aveva deciso di approfittarne. Era già un po' alticcio e aveva pensato che forse Calum si sarebbe ricordato della sua esistenza, in quel modo. Non gli rivolgeva la parola da giorni.
Aveva ragione. Pochi minuti e Midnight era già lì davanti a lui, a urlargli contro cose come "Solo perché non voglio stare con te non significa che puoi andare in giro a scoparti la prima biondina in minigonna che trovi". Quel ragionamento non aveva molto senso - anzi, non ne aveva per niente. Ma Ashton non ce la faceva più, e quando Calum si voltò per andarsene non riuscì ad evitare di rincorrerlo e trattenerlo. "Allora resta con me stanotte" si ricordava di avergli detto. Nei suoi occhi scuri, oltre alla rabbia, riuscì a scorgere un'espressione combattuta. Continuò a pensarci su per un attimo, poi alzò lo sguardo. "Solo se domattina mi prepari il caffè" aveva concluso, strappando un sorriso ad Ashton. Lo aveva baciato, lì davanti a tutti, continuando a sorridere come uno scemo.
E sul resto della serata forse è meglio sorvolare. Non sono cose appropriate da raccontare.
Quello che è certo è che Ashton aveva passato una serata fantastica, almeno fino alle tre e undici del mattino. Era stato svegliato da diversi colpi alla porta della sua stanza e si era trovato Michael davanti, che a quanto pareva lo aveva raggiunto di corsa. Infatti sotto una scia di glitter, che assomigliavano fin troppo a quelli che Luke aveva sul volto poco prima, si intravedevano le guance rosse. "Un altro omicidio. Stanza 465. Vi aspetto lì" lo aveva avvertito, prima di voltarsi per tornare sulla scena del crimine.
Ashton chiuse la porta con un sospiro e andò a svegliare Calum, che dormiva ancora rannicchiato sotto le coperte come lo aveva lasciato.
Pochi attimi dopo erano nella stanza indicata da Michael, e cominciarono a frugare in giro cercando prove. Ash sapeva già che avrebbero trovato poco o niente.
"Poveraccio" commentò Calum, osservando il corpo della vittima steso sul pavimento davanti a lui. "Controlla se ha i documenti addosso, voglio sapere come si chiamava. Io cerco nei cassetti."
Ashton obbedì, ma l'unica cosa che trovò fu la foto di una donna bionda con una bambina, custodita nel taschino della camicia. Sul retro erano state scritte due lettere, a penna, che potrebbero essere state le iniziali delle ragazze ritratte nella foto: L e A.
L e A. Dov'è che aveva già visto quelle iniziali?
"Trovati!" esclamò Calum, stringendo tra le mani quella che sembrava una patente di guida. La osservò per un attimo e aggrottò la fronte. "Guarda qui, il nome. Ti ricorda qualcuno?" disse, passandola al collega.
Quando lesse il nome si sentì rabbrividire. "Gordon Cliffton?"
"Già. Ho già sentito qualcosa di simile. Il cognome assomiglia a quello di Danger" commentò.
"Anche il nome, Calum. Il secondo nome di Michael è Gordon."
Calum lo fissò per un attimo, sotto shock. "Che cazzo dici?"
"Te lo giuro. L'ho letto sul rapporto di una vecchia missione" insistette. "Questo deve vederlo. A tutti i costi" decise, afferrando la penna dal taschino e un piccolo quaderno rilegato in pelle che portava sempre con sé.
"Che fai, disegni?" ridacchiò il collega. "Scommetto che è una natura morta. Capita?"
"Sto prendendo appunti per Michael e Luke, Cal, un attimo."
"Luke? Ma non è fuori? Ti farai licenziare."
Ashton alzò lo sguardo. "Non mi importa. Ne va della sua vita e di quella di Michael, deve sapere. E poi se tu ti licenzi probabilmente dovremmo andarcene tutti."
"Non è vero! Me ne vado solo io, non ti sto obbligando a venire via con me."
"Calum, non possiamo portarti in giro con la band se non sei nella squadra, e tantomeno possiamo diventare un trio. Non saremmo più i 5 Seconds of Summer senza di te, lo capisci vero?"
"Ma avreste successo comunque, i fan vi amano" protestò.
"Amano anche te, deficiente. Concentrati, dai, ne parliamo dopo" tagliò corto Ashton, uscendo dalla stanza per portare i suoi appunti a Michael.
Si ripromise di andare a parlare con Luke, appena avesse finito lì. Ma ne avrebbe avuto ancora per ore.

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