𝙲𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚏𝚘𝚞𝚛𝚝𝚎𝚎𝚗 - 𝙼𝚊𝚔𝚎 𝚞𝚙/𝙼𝚊𝚔𝚎 𝚘𝚞𝚝

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⚠︎in questo capitolo c'è una smut piccola piccola. non è niente di esplicito (non ce la farei a scrivere una cosa tipo unbelievers, per capirci) ma ho pensato di avvertirvi comunque. buona lettura :)
-k

𝚃𝚑𝚎 𝚊𝚞𝚝𝚑𝚘𝚛'𝚜 𝚜𝚞𝚐𝚐𝚎𝚜𝚝𝚒𝚘𝚗𝚜:
- 𝙰𝚗𝚐𝚎𝚕 𝚠𝚒𝚝𝚑 𝚊 𝚜𝚑𝚘𝚝𝚐𝚞𝚗 (𝚃𝚑𝚎 𝙲𝚊𝚋)
- 𝚁𝚎𝚊𝚍𝚢 𝚝𝚘 𝚛𝚞𝚗 (𝙾𝚗𝚎 𝙳𝚒𝚛𝚎𝚌𝚝𝚒𝚘𝚗)
ᴄᴀʟ's ᴄʜᴏɪᴄᴇs:
- ᴋɪss ʏᴏᴜ (ᴏɴᴇ ᴅɪʀᴇᴄᴛɪᴏɴ)
- ᴛᴇᴍᴘᴏʀᴀʀʏ ғɪx (ᴏɴᴇ ᴅɪʀᴇᴄᴛɪᴏɴ)
- ᴏᴜʀ sᴏɴɢ (ɴɪᴀʟʟ ʜᴏʀᴀɴ & ᴀɴɴᴇ-ᴍᴀʀɪᴇ)

"Quindi mi stai dicendo che rinunceresti a tutto quello che abbiamo?" esclamò Luke, dopo qualche attimo di silenzio. Non ci voleva credere. "Dopo tutta la fatica che hai fatto per farmi capire che ti piacevo, dopo tutte le cazzate che ho fatto, vuoi veramente buttare via tutto quello che stava crescendo tra noi?"
"Sì, Hemmings" ringhiò Michael, fissando lo sguardo su di lui. Luke ebbe un tonfo al cuore quando sentì il suo cognome. Non era più Lu e neanche Luke. Era tornato ad essere Hemmings. "Se è l'unico modo per non farti ammazzare, sì. Preferirei sapere che sei vivo, anche se non sei mio, piuttosto che dover vivere con un altro peso sulla coscienza."
"Ma io voglio stare con te" insistette lui. "Se davvero sta per uccidermi… io gli ultimi giorni voglio passarli con te."
"E io non voglio che questi siano i tuoi ultimi giorni!" gli urlò contro il collega, scendendo dal tavolo e uscendo dalla stanza quasi di corsa. Luke lo seguì.
"Lo so che lo fai per me, Michael, e ti ringrazio" provò a dire, mentre l'altro aveva già preso la giacca. "Ma io ho bisogno di te."
Michael si voltò indietro, verso di lui, la mano ancora sulla maniglia della porta. "Perché?"
La domanda lasciò Luke senza parole per qualche attimo. Perché aveva così tanto bisogno di averlo vicino, di sentire la sua voce? Beh, a dirla tutta in realtà il motivo l'aveva capito. Ma perché era così difficile ammetterlo?
Michael accennò un sorriso amaro. "Vedi? Non lo sai neanche tu. Lascia stare" mormorò, togliendo la catenella dalla porta per andarsene.
Luke non sapeva cosa gli era preso, ma non ragionava più. Afferrò il braccio di Michael, costringendolo a voltarsi di nuovo verso di lui. "Resta con me stasera" sussurrò. "Anche solo per stasera. Ti prego."
L'altro abbassò lo sguardo per qualche istante, lasciandosi scappare un sospiro, e poi accadde tutto nel giro di un secondo. Michael attirò a sé il biondo, prendendolo per i fianchi, e fece incontrare le loro labbra come se non lo vedesse da mesi. Luke non si fece scappare l'occasione e passò le braccia sulle sue spalle, avvicinandosi ancora di più. Sospirò, lasciando accesso a Michael, che non ci pensò due volte a fare incontrare la lingua con la sua. Lasciò scorrere le sue mani sotto la camicia del biondo fino a sfiorargli la pelle con le dita, e quando lui rabbrividì Michael non riuscì più a pensare: quasi gli strappò la camicia di dosso, spingendolo sul letto e togliendosi la giacca più velocemente che poté.
Michael si allontanò da lui giusto per un istante, quanto bastava per guardarlo negli occhi. "Fermami adesso se non vuoi."
Il biondo scosse la testa, sorprendendosi della sua stessa decisione.
Eppure non se ne pentì. Iniziarono lentamente, con calma, mentre Michael cercava di dare a Luke il tempo necessario per abituarsi alla nuova sensazione, ma poi non si fermarono fino a quando non furono entrambi troppo stanchi anche per respirare. Michael era stato… Michael. Era stato dolce, a momenti, e non aveva fatto nulla senza chiedere prima il permesso a Luke. Si era sentito… speciale, importante, quasi amato. Eppure il biondo aveva l'impressione che avrebbe avuto qualche problema a sedersi per i giorni successivi.
Insomma, Michael non aveva mai rallentato. Non aveva neanche provato a trattenersi un po'. Aveva aspettato quella serata per mesi, e non aveva intenzione di fermarsi per nessun motivo, finché Luke fosse d'accordo. Andò proprio così, come Michael desiderava, e qualche ora dopo si erano ritrovati uno accanto all'altro sotto le lenzuola, cercando di riprendere fiato, mentre Luke cercava invano di staccare gli occhi blu da quelli verdi dell'altro.
Lui sentì il suo sguardo e gli sorrise, quasi dispiaciuto. "Scusa per prima" mormorò, spostandogli una ciocca di capelli dalla fronte imperlata di sudore. "È solo che…"
"Dispiace anche a me" sospirò il biondo, mentre cercava ancora di riprendere fiato. "So che lo fai per me, per il mio bene. Però io sto bene quando sto con te, non da solo."
"Anch'io sto bene quando sono con te" ammise Michael. "Non so per quanto durerà, ma… finché riesco, resterò con te. Ho paura di farti del male o di non riuscire a proteggerti, ma ti prometto che farò tutto il possibile per salvarti. E anche l'impossibile."
Luke abbassò lo sguardo. "Ho paura anch'io. Tanta. Ma non c'è niente che possiamo fare se non chiudere le porte a chiave, giusto?"
Michael annuì, pensieroso. "Già, purtroppo. Mi fa incazzare" sbuffò, rivolgendo lo sguardo al soffitto e passandosi una mano tra i capelli. "Possibile Jackal che sia infallibile? Cazzo, non sbaglia un colpo. Se continua così passerà alla storia come uno degli assassini migliori di sempre."
"Di questo passo morirò domani, e finirò sui giornali come vittima più sfigata della storia" commentò Luke, strappando una risata a Michael, che si voltò di nuovo a guardarlo. Rimase qualche attimo a osservarlo senza dire una parola, per poi avvicinarsi al biondo. Lo baciò di nuovo, ma senza tutta l'energia di qualche ora prima. Era un bacio lento, delicato, e sembrava carico di parole non dette, quasi come se Michael avesse voluto aggiungere qualcos'altro che però aveva tenuto per sé. Luke non gli disse niente, ma promise a se stesso di scoprire cosa nascondesse.

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