Capitolo 35

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Con le ultime forze che ci erano rimaste io e Az ci trasmutammo al palazzo sopra la Città Spaccata, dove avevamo deciso di incontrarci con Rhys, Feyre e Amren. Az, nonostante le ferite, e Cassian scesero subito verso le carceri, portando con se i due prigionieri della Corte d'Autunno. Nesta venne scortata in una camera e io in infermeria. La stanza era solitamente chiara per gli standard della Corte degli Incubi. Approfittai della solitudine per togliermi la giacca e la camicia, scoprendo la rudimentale fasciatura che mi aveva fatto Az. Qualche istante dopo entrò una guaritrice, anzi, Madja: la guaritrice personale di Rhys. Con un breve cenno del capò mi salutò e mi fece segno di stendermi sul letto. Sibilai quando la spalla ferità entro a contatto con le lenzuola ruvide. La donna appoggiò delicatamente due dita prima sopra e poi sotto il taglio e ripeté lo stesso procedimento anche sulla mia schiena.
«La lama ha reciso alcuni nervi, nulla di grave, ma farli saldare sarà abbastanza doloroso.» Mi limitai ad annuire, già sollevata abbastanza dal fatto che il mio braccio sarebbe tornato a stare bene.
«E per un po' dovrai usare la spada con il braccio sinistro. Ora pulirò la ferita, che fortunatamente sta già guarendo, ma voglio evitare infezioni. Ti porterò il tonico direttamente in camera tua, insieme a qualcosa per il dolore.» Annuii di nuovo, non sapendo che altro dirle. Afferrò una tinozza con dentro alcuni strumenti e delle pezze pulite. Iniziò meticolosamente a rimuovere ogni pezzo di pietra o polvere dalla ferita. Qualunque cosa stesse usando, aveva lo stesso odore di Cassian dopo una serata da Rita's e bruciava da impazzire. Tanto che tutto il braccio destro aveva iniziato a formicolare. La avvisai, ma mi disse che era normale e che aveva quasi finito. Continuai imperterrita a mordermi il labbro, nonostante avessi già aperto un paio di ferite. Quando ebbe finito, ci spalmò sopra un unguento che calmò immediatamente il dolore, e poi coprì la ferita con delle bende pulite, fermandole con delle spille. Mi porse una camicia pulita che aveva portato con sé, e mi aiutò ad infilarla dalla testa. Quando fu sicura che non sarei svenuta chiamò un servitore perché mi accompagnasse nelle mie stanze, anche se sapevo benissimo la strada.
Mi sembrò il doppio più lunga, per la stanchezza e per il sangue che avevo perso. Sapevo che avrei dovuto lavarmi: mi ero immersa fino al collo nell'acqua putrida e piena di cadaveri in decomposizione di Oorid, ed ero consapevole di puzzare terribilmente, non sapevo come Madjia avesse fatto a sopportare l'odore. Fui ben felice di trovare la vasca da bagno, che più che vasca era una piscina enorme al centro della sala da bagno, piena di bolle profumate. Mi aiutai con la magia a rimuovere i pantaloni Illyrian che erano terribilmente stretti e incantai la fasciatura affinché non si bagnasse. Quando fui nuda notai con disgusto che la pelle delle mie gambe era macchiata da un'inquietante sostanza verde e puzzolente. Repressi un conato di vomito mentre entravo nell'acqua. Immersi la testa sott'acqua, strofinando violentemente con le mani. Usai la varietà di saponi che era stata appoggiata sul bordo per strigliarmi da capo a piede: dovetti lavarmi tre volte per sentirmi davvero pulita. Finalmente, mi permisi di appoggiare la testa su uno dei cuscini che costeggiavano il bordo della vasca, godendomi l'acqua tenuta calda dalla magia.
Non sapevo se mi fossi addormentata o solo assopita, ma mi svegliai a causa del cigolio della porta, pensai mosse Madjia venuta a portarmi il tonico e l'antidolorifico, ma l'aria ora profumava di cedro e nebbia, con uno strano sentore di palude.
«Ti ho portato da mangiare, non sei scesa alla riunione.» La voce di Az, riempii l'aria, come se con la sua presenza avesse occupato tutta la stanza. Mugolai un "sì", che sembrava più che altro uno strano verso strozzato. Non avevo fame, la ferita faceva davvero male e avevo ancora la nausea per la puzza di Oorid.
«E Madjia mi ha dato questo da farti prendere.» Continuò, appoggiandosi con un fianco all'arcata che conduceva alla stanza con la vasca da bagno. «E non dovresti bagnare la ferita.»
«E' incantata. E avevo bisogno di un bagno.» Grugnii, alzando la testa dal cuscino. Il lato della bocca di Az si alzò in un ghigno.
«Allora mi parli ancora.» Alzai gli occhi al cielo, uscendo dalla vasca e cercando di ignorare come meglio potevo lo sguardo del mio Compagno mentre cercavo di infilarmi la vestaglia. Prima che potessi strapparla, Az me la sistemò sulle spalle, in maniera stranamente delicata.
«Mi chiedevo se saresti mai venuto a vedere come stavo.» Gli dissi, sforzandomi a mangiare qualche biscotto.
«E io mi chiedevo se la mia presenza ti avesse fatto piacere.»
«Sei scappato prima che potessi spiegare...» sussurrai, ma mi bloccò prima che potessi continuare. «Madjia ha detto di farti bere subito questo: prima lo prendi e prima guarirai.» Afferrai la boccetta piena di un liquido di uno strano colore rosa studiandone il contenuto. La ingoiai tutta, rabbrividendo per il sapore amaro. «E ha anche detto di farti mangiare il più possibile prima che inizi a fare tanto male da costringerti a letto.» Sbuffai sonoramente, ingurgitando ancora qualche biscotto. Ma nel giro di qualche secondo una fitta al braccio mi fece mordere forte le labbra, per non urlare. Se possibile, era ancora peggio del momento in cui il soldato aveva estratto la lama dalla carne. Finalmente il volto di Az mutò in un'espressione di pura preoccupazione. Aspettai che la fitta passasse, ma non passò mai. Fui costretta a farmi portare da Azriel fino al letto, mi stese mentre cercavo di non urlare quando la coperta toccò la ferita. Coprì la metà inferiore del mio corpo, lasciata scoperta dalla vestaglia corta, con una coperta e si sedette sul bordo del letto, fissando un punto indefinito alle mie spalle.
Dopo svariati impacchi fatti con panni freschi messi sulla mia testa e due fiale di tonico contro il dolore, crollai.

A court of shadows and revengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora