«Fermi.» Ci girammo tutti insieme verso Azriel, ci aveva bloccato con un muro di ombre.
«Eris Vanserra è qui. Non può vederla.» Spiegò, accennando un'occhiata fugace verso di me. Mor mi tirò per un braccio, tirandomi in un angolo buio dell'ingresso.
«Me ne occupo io.» Asserì mia cugina alzando entrambe le mani vicino al mio volto. Iniziò a muovere armonicamente le dita, solleticando la pelle sottostante. Potevo sentire il mio viso pizzicare dopo ogni suo movimento. Passò poi ai capelli, cambiandone il colore: da neri a castano chiaro, il colore dei capelli di Feyre.
Percepii gli artigli di mio fratello accarezzarmi la mente, aprii le mie porte in ferro battuto a lui. Un'immagine mi si formò davanti: non ero più io a indossare quel meraviglioso abito viola, ma Elain. I miei capelli si erano schiariti, la pelle era diventata più chiara, i miei zigomi sporgenti si erano addolciti, così come il tratto degli occhi: non era più duro e affilato. L'insieme sembrava un po' ridicolo: quel vestito non sarebbe mai stato adatto ad una bellezza come quella di Elain.
Eravamo appena entrati sotto la maestosa montagna che ospitava la Corte degli Incubi, l'aria era pesante e già da quella distanza l'odore di alcol era palese. Rhys e Feyre furono i primi ad entrare dalle doppie porte in legno scuro. Tutti i presenti si erano voltati, anche Keir e sua moglie con la riluttanza che li si leggeva in volto. Seguirono Morrigan, Amren e Nesta, chiusi la fila con Cassian e Azriel al mio fianco. Cass aveva un ghigno dipinto sul volto, Az invece era avvolto dalle ombre. Come al solito, le mie erano nascoste ai lati della sala. Non guardai i sudditi. Mio fratello lasciò l'unico trono alla sua compagna. Per poco non vidi il padre di Mor soffocare con la sua stessa saliva. Noi invece ci disponemmo di fronte all'altare su cui era posizionato il trono. Le nostre facce totalmente inespressive, non c'era paura, o gioia o luce nei nostri occhi.
Il Cantaombre era accanto a Mor, una calma omicida addosso. Appena Feyre si sedette, la folla mormorò.
«Inginocchiatevi.» Rabbrividii al tono che aveva usato mio fratello, ci inginocchiammo tutti, anche Nesta. Grazie alle ombre potevo percepire lo sdegno delle persone alle nostre spalle, non riuscii ad evitare di lasciarmi scappare un sorriso. Lo spacco sulla gambe destra aveva lasciato scoperto il mio ginocchio che ora era appoggiato sulla pietra dura e fredda della montagna. Un rivolo di ombre scostò la stoffa dell'abito, lasciando in bella mostra la daga posizionata alla mia coscia.
«Interpreterò la mancanza di due troni come la conseguenza di una visita improvvisa.» Disse Rhysand con calma letale. «E vi lascerò uscire da qua senza staccarvi la pelle dalle ossa come regalo per la mia nuova Compagna, miei leali sudditi.».
«Ovviamente, mio amore. Ma credo che ora vogliano alzarsi, non è così?» Chiese Feyre a nessuno in particolare, continuando a far vagare il suo sguardo tra la folla.
«In piedi.» Ci alzammo tutti, disponendoci ai lati della pedana, al posto che ci spettava ad Hawl City.
Amren e Nesta si avvicinarono al trono. La prima inclinò la testa in segno di rispetto verso Rhys e Feyre. «Con il tuo permesso, mio Signore.»
«Andate, godetevi la serata.» Alzò il mento, guardando la folla. «Musica e cibo. Ora.» Gli obbedirono, immediatamente.
Parte delle persone si riversarono fuori dalla sala. Le altre invece attaccarono il buffet e ripresero a ballare.
«Sala del Consiglio. Tra dieci minuti.» Intimò mio fratello a Keir. Az mi toccò il braccio, invitandolo a seguirlo lontano dal trono. I nostri passi e le nostre parole erano soffocati dalla confusione, mi accompagnò insieme all'altro guerriero ai lati della sala.
«Resta con lui.» L'ombra di Azriel mi accarezzò il collo scoperto prima di andarsene, provocandomi dei brividi lungo la schiena.
«Vuoi del vino?» Mi chiese Cass.
STAI LEGGENDO
A court of shadows and revenge
FantasíaE se non avesse preso tutte le scelte sbagliate? Sarebbe cambiato qualcosa o avrebbe trovato il modo di ferire quelli che più amava comunque? Scappare le era sembrata la soluzione più semplice e più ragionevole. Ma forse era stata solo una codarda...