«Continuo a pensare che questa sia stata una pessima idea...» sospirai, cercando di sgranchirmi le gambe, per l'ennesima volta in dieci minuti. Ero in quella posizione da un paio d'ore ormai: lo spazio fra le rocce era tanto piccolo da dovermi stringere le ginocchia al petto. Az aveva il petto appoggiato alla mia schiena e teneva le ali così strette intorno a noi da non far passare nemmeno un filo d'aria.
«Fa silenzio.» Mi riprese sbuffando. «Questo non è decisamente il lavoro per te.»
«Infatti non so perché Rhys mi abbia mandata qua con te.» Alla fine, riuscii a spostarmi in modo da poter stendere una delle due gambe. Il mio ginocchio scricchiolò, producendo un rumore sinistro.
«Spostati, ho l'elsa della tua spada nella spalla!»
Rhysand ci aveva mandato a spiare una delle Regine Mortali, Bryallin. Dal suo palazzo continuavano a fare su e giù guardie su guardie, tutte mortali. Il piano non era entrare, anche se sarebbe stato piuttosto semplice. Si trattava di controllare gli spostamenti di Beron, il lord della Corte d'Autunno. Eris, suo figlio e erede, ci aveva confessato che stava progettando qualcosa con le regine rimaste. Quattro delle quali erano fuggite solo gli Dei sapevano dove.
Avevamo osservato il palazzo da tutte le possibili angolazioni che i nascondigli ci permettevano, avevamo entrambi mandato le nostre ombre in perlustrazione ma non avevano captato nulla di strano. Ci eravamo detti che se nemmeno da quel punto fossimo stati in grado di vedere qualcosa ce ne saremmo andati. Avremmo pernottato a Rask, il primo regno magico a nord di dove una volta c'era stato il muro. Una locanda ci aspettava, si trovava nel paesino più piccolo e disperso che avevamo trovato. Ma non eravamo ufficialmente in visita, quindi non potevamo correre il rischio di farci vedere, o di andare troppo vicino alla Capitale.
«Basta. Ce ne andiamo.» Mi sussurrò il Cantaombre all'orecchio, intimandomi di materializzarmi lontano da lì.
Ci portai appena fuori dal villaggio: il fetore di campi e aperta campagna mi colpì le narici, facendomi arricciare il naso. Cercai di respirare con la bocca. Lì vicino c'era un fienile abbandonato. A dir la verità, ce n'erano diversi sparsi per tutto il confine: quando il Muro era crollato molti Fae avevano preferito rifugiarsi nell'entroterra. Az estrasse da un angolo buio una sacca piena di vestiti, rovesciandone il contenuto per terra.
«Voltati.» Gli dissi: avrei dovuto incantare le sue ali in modo che non si vedessero. Nessun Illyrian sarebbe entrato in quel villaggio sperduto di sua spontanea volontà. Appoggiai i polpastrelli alla base delle ali, in corrispondenza delle sue scapole, poi più in alto, dove c'erano gli artigli e infine al centro. Continuai i movimenti fino a che non sparirono alla vista: non era niente di più di una semplice illusione, avrebbe comunque dovuto fare attenzione a non urtare nessuno, o se ne sarebbero accorti. Osservai per un attimo la sua schiena nuda: senza le grosse ali sembrava ancora più muscolosa. Gli accarezzai la spina dorsale con la punta delle dita.
«Come sto?» Mi chiese. Mi morsi il labbro, non sapendo esattamente cosa rispondere. Era ovvio che fosse, se possibile, ancora più bello.
«Sei incredibilmente banale.» Gli risposi alla fine, sembrava un uomo qualunque, poi notai un dettaglio a cui non avevo pensato: non aveva le orecchie a punta, come tutti gli Illyrian del resto. Feci la stessa cosa che avevo fatto con le sue ali, ma a differenza di nasconderle le feci diventare un po' più a punta, come le mie e quelle di mio fratello.
«Ora sei perfetto.» Mi voltai, disfai i lacci e i bottoni che tenevano chiusi la tuta nera che portavo. Lasciai i pantaloni però: nel caso avessi dovuto correre sarebbero stati di gran lunga più comodi, ma li avrei ovviamente coperti con la gonna.
Osservai con un moto di disgusto l'abito che avevo davanti. Entrai nella sottoveste bianca che mi stava porgendo Az, allacciai i bottoni davanti e poi infilai anche la gonna rossa scura. Era così lunga che rischiai di inciamparci. A Rask si vestivano in modo così diverso: per certi versi i loro abiti assomigliavano a quelli dei Regni Mortali, così pudici. Mi feci aiutare ad infilare il corpetto. Quando Az strinse i lacci mi si mozzò il respiro in gola, e ricordai cosa si provasse ad andare in giro con quell'affare tutto il giorno. Avevo smesso di portarlo nell'istante in cui aveva smesso di andare di moda, circa quattro secoli prima.
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A court of shadows and revenge
FantasíaE se non avesse preso tutte le scelte sbagliate? Sarebbe cambiato qualcosa o avrebbe trovato il modo di ferire quelli che più amava comunque? Scappare le era sembrata la soluzione più semplice e più ragionevole. Ma forse era stata solo una codarda...