Capitolo 24

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Avevamo passato i due giorni seguenti a spostare soldati e guaritori verso quello che sarebbe stato il nuovo campo di battaglia. Era ormai sera quando riuscii finalmente a sedermi nella mia tenda e mangiare qualcosa. Non mi sembrava vero. Quel giorno ero riuscita solo a fare colazione, poi avevo continuato ad aiutare gli altri a materializzare tutti. Ero esausta, l'avevo fatto talmente tante volte che avevo dovuto fermarmi per un'ora per recuperare la magia necessaria. Ci avevano raggiunti anche gli eserciti di Helion, Kallias e Thesan. Non eravamo ancora sicuri di poter contare sulla presenza delle Corti d'Autunno e di Primavera né, tantomeno, su Cretea. Delle nostre navi non c'era nemmeno l'ombra. Stavo iniziando a riflettere sull'idea che se non si fossero uniti a noi saremmo tutti morti. La prima battaglia era andata bene solo perché non era presente il Re con il Calderone. Feyre aveva detto che l'unico modo per vincere era neutralizzarlo, peccato che Hybern lo tenesse sempre attaccato a se. Non c'era modo di avvicinarcisi senza dover combattere contro di lui.
Mi ero ripromessa di non usare la magia fino al giorno dopo, sperando di poterne avere una scorta maggiore, avrei anche dovuto mangiare di più e dormire bene per essere al massimo della forma, ma già sapevo che non ci sarei riuscita.
Dentro quella tenda faceva un caldo infernale, tanto che dovetti slacciare i lacci della camicia per respirare un pochino, in più i pantaloni di pelle non aiutavano per nulla. Sentivo caldo in ogni singola parte del corpo, sarei volentieri andata da Kallias a farmi trasformare in un cubetto di ghiaccio.
Cassian fortunatamente si era ripreso in fretta, non so come vista l'entità della ferita. Per il resto stavamo tutti bene, fatta eccezione per qualche graffio e qualche taglio.
Nonostante fuori ci fosse ancora luce, l'idea di stendermi in quella scomoda brandina e dormire un po' era invitante. Non tolsi nemmeno i pantaloni prima di stendermi: avevo paura di dovermi alzare da un momento all'altro e scendere in campo a combattere. Anche se nemmeno Hybern sarebbe stato tanto idiota da farci combattere di notte.
Ci misi un po' a trovare una posizione comoda, ma alla fine sprofondai nel sonno.

Afferrai d'istinto la daga da per terra quando un urlo acuto mi svegliò. Era notte fonda e la mia tenda era completamente buia. Mi precipitai fuori, immaginando un attacco a sorpresa, ma il campo sembrava tranquillo. Mi avvicinai verso il punto da cui mi era sembrato provenisse il rumore. Non mi stupii quando trovai Cass, Az e Rhys già lì. Era la tenda di Nesta ed Elain. Corsi gli ultimi metri che rimanevano.
«E' sparita...» dentro c'erano Feyre e Nesta che setacciavano ogni angolo di quella minuscola tenda, come se Elain si fosse nascosta sotto un tavolo.
«E' stato Hybern... c'è odore di magia, lo stesso che ho sentito quando siamo stati sulla sua isola, ha usato il Calderone.» esordì Azriel facendosi avanti. Inspirava così profondamente quell'odore da sembrare un segugio.
«Vado a prenderla.» continuò poi. Mi cadde la mascella per lo stupore, non pensavo potesse essere così stupido.
«Vengo con te.»
«No Feyre, tu non vai da nessuna parte.» la voce di mio fratello era così disperata che mi venne voglia di abbracciarlo.
«Nessuno va da nessuna parte, okay?» dissi, cercando di far tornare il senno a quei due.
«No, a quest'ora potrebbero già averla torturata.» mi fece male il modo in cui Az parlava di Elain, sapevo che erano molto amici, ma da lì ad entrare nel campo di guerra nemico in piena notte c'era un abisso. Mi avvicinai a lui e provai a prendere una delle sue mani tra le mie, ma la ritrasse.
«Az... ti prego.» mi morsi il labbro, mi sentivo ferita sia per il modo in cui si era proposto di rischiare la vita per salvarla sia per il modo in cui aveva indietreggiato davanti a me. Rhys stava ancora discutendo con Feyre, ma da quello che riuscivo a sentire lei aveva già preso una decisione e mio fratello non poteva fare altro che accettarla. Azriel si stava già armando.
«Va bene...» dissi «Vai a morire.» gli diedi le spalle tornando sui miei passi, non aspettai la sua reazione. Non mi interessava quale fosse il piano, non mi importava di salvare quella ragazza. Doveva essere uscita dai confini del campo, nessuno, nemmeno il Calderone, avrebbe potuto rapirla mentre era qua al sicuro. Segno che se ne era andata di sua spontanea volontà.
Non sapevo dove fosse Lucien, sarebbe dovuto spettare a lui andarla a salvare, non ad Azriel. Tornai nella mia tenda, non avevo nessuna intenzione di rimettermi a dormire, perciò presi posto al tavolo. Ne approfittai per affilare le lame delle mie armi, era il mio unico passatempo.

A court of shadows and revengeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora