Capitolo 9 - Viva

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"Oggi sono fortunato perché mi sono svegliato, sono vivo."

Dalai Lama 


<<Adesso devo andare>>, dissi in un sussurro.

<<Ho detto qualcosa che...>>

<<No, ti chiamo più tardi, se vuoi>>, lo interruppi.

<<Certo>>

Ci salutammo e riattaccai, presi un lungo, lento, respiro ad occhi chiusi.

Dovevo calmare il cuore.

La parte meno razionale di me stava cercando di spingermi a cercare un aereo per andare a Parigi, il resto urlava che era una pazzia bella e buona.

E lo era, lo era eccome.

Avevo ancora gli occhi chiusi quando qualcuno bussò alla porta, era Giulia.

<<Posso?>>, mi chiese sbirciando appena dalla porta socchiusa.

<<Sì>>

<<Ho trovato il cellulare e anche la mia vecchia scheda sim, dovrebbe ancora funzionare, se mi torni il mio telefono posso farti una ricarica...>>, disse entrando, quando mi vide in volto si bloccò.

<<Che succede?>>, chiese in tono preoccupato.

<<Niente, sto bene>>

<<Sei pallida>>

<<Davvero?>>, chiesi alzandomi dal mio letto per guardarmi allo specchio.
Sì, ero pallida davvero.

<<È successo qualcosa?>>, chiese di nuovo Giulia.

<<No>>, risi appena, una risata quasi isterica, di quelle che arrivano senza avvisare.

Giulia alzò un sopracciglio dubbiosa.

<<È una pazzia...>>, bofonchiai a bassa voce.

<<Cosa è una pazzia?>>

La osservai di sottecchi, poi fissai le mie mani contorcere l'elastico per capelli che solitamente tenevo al polso.

Che devo fare?, pensai.

<<Se ti dicessi che voglio andare a Parigi cosa mi risponderesti?>>, buttai giù d'un fiato.

<<Ti risponderei che hai ragione, sei pazza>>

Dovevo aspettarmelo, se anche Giulia credeva che fosse una stupidaggine, forse lo era veramente.

Abbassai lo sguardo sulle mie dita intrecciate e sospirai.

<<Poi ti chiederei perchè vuoi andare a Parigi>>, continuò Giulia.

<<Credo che tu sappia già la risposta>>, sussurrai.

Sembrò pensarci qualche istante, si massaggiava le tempie ad occhi chiusi, poi li aprì e cominciò:
<<Potremmo provare a cercare un volo last-minute, oppure andare in treno, sarebbe più facile trovare i biglietti. In treno ci vogliono circa due ore, dovremmo passare la notte lì e ripartire l'indomani...>>, iniziò a parlare a raffica, così velocemente che mi persi qualche parola.

<<Giulia, noi non possiamo andare a Parigi, era solo per dire...>>

<<Perchè non possiamo? Ormai i collegamenti sono tanti e molto veloci e poi, se ho l'opportunità di vedere due volte nel giro di una settimana uno dei mie gruppi rock preferiti, pensi davvero che potrei perdermelo?>>

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