"Il tempo brucerà
Tutti i fogli che
Parlan di te
Piangerai con me
Sotto il sole poi
Diluvierà
Per portare via le parole
Forse inutili
Canteremo insieme
Ma restando muti"Erano gli ultimi giorni prima dell'inizio delle prove per Sanremo e avevamo deciso di passarli per conto nostro, ognuno a casa propria, con le proprie famiglie.
Tornare a vivere con i miei e con mio fratello, anche se era solo per pochi giorni, non era stato poi così male.
Solitamente tenevo molto ai miei spazi, mi piace stare da solo, ma forse era meglio così.
Avevo detto a Victoria che avrei preferito starmene per un po' tranquillo nella nostra casa in affitto, ma lei aveva insistito affinché tornassi dalla mia famiglia. Passati quei giorni capii il perché.
Lei non voleva che stessi da solo, e in fondo non aveva tutti i torti, avere qualcuno in giro mi aveva fatto bene.
<<Domani già te ne vai>>, disse mia madre a cena.
<<Va a fare qualcosa di importante>>, rispose mio padre con un sorriso d'orgoglio.
Annuii ricambiando il sorriso, eppure una morsa mi chiuse la bocca dello stomaco.
Sospirai e riposi la forchetta accanto al piatto, poi il mio telefono squillò.
Thomas mi stava chiamando.
<<Pronto?>>
<<Me manca lo spazzolino per domani e a quest'ora stanno tutti chiusi>>, rispose con tono irritato.
<<Te credo, sono le nove di sera>>
<<E come faccio? Domani mattina non ho mica il tempo de comprarlo>>
<<Me sa de no, se ne ho uno nuovo te lo porto io>>, riattaccai dopo aver salutato Thomas, mi alzai dal tavolo e iniziai a sparecchiare.
Mamma mi tolse la roba di mano e mi intimò di lasciar fare a loro, io le diedi un bacio sulla guancia e andai a cercare lo spazzolino per Thomas, ero abbastanza certo di averne uno di riserva nel mio zaino da viaggio.
Mentre rovistavo qualcosa di tagliente mi graffiò la mano, che tirai via subito.
Scoprii un piccolo e sottile taglietto sul polpastrello dell'indice destro.
Spalancai la bocca dello zaino cercando di vedere cosa mi avesse ferito e, tra le tante cose, intravidi un foglio di carta.
"Ci sono solo due cose che tagliano in maniera così sottile e imprevedibile: la carta e le parole", ricordai le parole di mia madre quando, all'età di circa cinque anni, ero tornato da lui piangendo dopo essermi ferito con il foglio su cui stavo scrivendo la letterina per Babbo Natale.
Afferrai il pezzo di carta e lo tirai fuori dallo zaino per capire come mai fosse finito lì dentro, poi, voltandolo, vidi di cosa si trattava.
La disordinata scrittura di Meg si fece spazio nei miei ricordi provocandomi un nodo alla gola. Scossi il capo e rigettai il foglio dentro lo zaino, non volevo vederlo.
Tante volte mi ero ritrovato davanti al suo nome scritto sullo schermo del mio cellulare, senza che avessi il coraggio di chiamarla, a ripensare al suo profumo, al suo tono di voce, al suo modo di muoversi, di gesticolare, alla luce che aveva negli occhi ogni volta che mi rivolgeva uno sguardo...
Non potevo andare avanti così, tra i sensi di colpa per essere andato via in quel modo, senza averle concesso il diritto di vivere quell'enorme dolore che aveva provato.
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L'altra dimensione
FanfictionMargherita, giovane e confusa, cresciuta in un piccolo paese della Sardegna, incontra un gruppo di musicisti in tour per l'Europa. La sua vita tranquilla e insoddisfatta verrà capovolta, si renderà conto che ha sempre vissuto a metà rinnegando il su...