Capitolo 24 - Resa

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"Ma c'ho solo vent'anni
E già chiedo perdono per gli sbagli che ho commesso
Ma la strada è più dura quando stai puntando al cielo
Quindi scegli le cose che son davvero importanti
Scegli amore o diamanti, demoni o santi
E sarai pronto per lottare, oppure andrai via
E darai la colpa agli altri o la colpa sarà tua
Correrai diretto al sole oppure verso il buio
Sarai pronto per lottare, per cercare sempre la libertà"


Meg guardava la strada concentrata, ero abbastanza certo che quella non fosse la direzione dell'aeroporto, eppure lei mi disse che non aveva sbagliato.

Mi limitai a voltare di nuovo lo sguardo fuori dal finestrino, senza rispondere.

Quel viaggio era stato un vero e proprio fallimento, un fiasco in piena regola.

Avevo trovato tutto ciò che non avrei voluto trovare, risposte che forse non avrei voluto avere.

Le parole scritte sul quel foglio di carta risuonavano nella mia mente, così come la sensazione di vuoto nello scoprire che lei era andata via.

Forse l'errore era stato raggiungerla qui, non aveva alcun senso.

Mi persi in ragionamenti, supposizioni, ipotesi e ricordi, così profondamente da non rendermi conto che Meg aveva fermato l'auto in un enorme parcheggio.

Mi guardai intorno confuso, era un ospedale, mi girai nella sua direzione e la trovai in un espressione indecifrabile.

<<So che non riesci a capire adesso, e so anche che non mi sono comportata bene andando via in quel modo. Mi dispiace>>, disse torturando il suo elestico per capelli con le dita.

Bastava davvero così poco? Un semplice "mi dispiace" per cancellare tutto?

<<Ti accompagnerò in albergo, ma prima vorrei che facessi un'ultima cosa per me>>, disse seria.

<<Perché dovrei?>>, la rabbia era sfumata via nel momento in cui, con voce tremante, mi aveva chiesto scusa, ma non potevo fingere che la sua partenza non mi avesse distrutto e, peggio ancora, le parole scritte su quel foglio solo la sera precedente non avessero demolito ogni mia speranza su di lei.

Meg non rispose subito, ci pensò qualche minuto cercando una ragione valida.

<<Perché sono innamorata di te e vorrei che tu capissi>>

Il mio cuore perse un battito.

Meg mi guardava negli occhi, sicura come non l'avevo mai vista.

Distolsi lo sguardo da lei per rivolgerlo al grande edificio di fronte a noi.

<<Perché siamo qui?>>, chiesi scorgendo l'insegna dell'ospedale.

<<Perché vorrei che tu conoscessi una persona>>

La fissai ancora per qualche istante, poi annuii.

Meg scese dall'auto e mi fece strada all'interno, salimmo con l'ascensore fino al terzo piano, poi lungo un ampio corridoio su cui si affacciavano diverse stanze, infine si fermò per bussare ad una di esse.

<<Avanti>>, disse una donna all'interno.

Meg aprì la porta ed entrò, io la seguii.

Andò ad abbracciare la donna stesa sull'unico letto della stanza.

<<Mamma, volevo presentarti una persona che è venuta a trovarmi>>, disse Meg.

Mi avvicinai e vidi la donna sorridermi, non sembrava malata, nonostante le flebo attaccate al braccio.

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