Capitolo 22 - Oltre la soglia

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" Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta

Restiamo un po' di tempo ancora, tanto non c'è fretta
Che c'ho una frase scritta in testa ma non l'ho mai detta

Perché la vita, senza te, non può essere perfetta"

<<Cosa dice il tuo?>>, chiese Vic.

Sentivo come se i suoni fossero ovattati e la mia mente non riuscisse ad elaborarli correttamente.

<<Caro Thomas, mi mancherà sentirti scherzare, mi mancherà sentirti litigare con Vic, ma soprattutto mi mancherà vederti strimpellare con le tue chitarre nell'angolo del divano. Mi dispiace andare via così, senza salutarti, ma spero capirai>>, lesse Thomas.

<<E il tuo?>>, chiese ancora Vic.

<<Caro Ethan, sei la persona più ingenua che conosca, ma ti prego non prenderla come una critica, è il complimento più bello che si possa fare. Sei genuino e sincero, mi mancherà averti come confidente, mi mancherà il fatto che tu capissi il mio stato d'animo con un solo sguardo, mi mancherà la tua discrezione e la tua delicatezza. Mi dispiace andare via così, senza salutarti, ma spero capirai>>, lesse Ethan.

Aspettai che Vic chiedesse anche a me di leggere il foglio che tenevo stretto tra le mani, fissandolo con occhi piatti, le mascelle serrate, incapace di elaborare un pensiero logico.

<<Il mio dice: Cara Vic, ho sempre avuto un pò il timore delle persone vivaci come te, forse perchè tanto diverse da come sono io, eppure, nella tua vivacità, hai sempre avuto una grande delicatezza e un gran rispetto di me, della mia personalità contorta. La prova definita è stato il pomeriggio di shopping che abbiamo passato insieme, devo anche a te la mia ritrovata autostima. Mi mancherà vederti saltellare qui e là per casa, mi mancherà parlare con te la notte, da un letto all'altro, mi mancheranno i tuoi incoraggiamenti, non smettere mai di essere la pazza che sei. Mi dispiace andare via così, senza salutarti, ma spero capirai>>, lesse Vic.

Vidi cadere sul foglio che tenevo delle gocce d'acqua e mi sorprese capire che scendessero dai miei occhi.

<<Caro Dam>>, iniziai a leggere, <<non so bene cosa scriverti, vorrei spiegarti tutto, vorrei dirti tanto, ma spero che ci sarà modo di farlo guardandoti negli occhi. Nel frattempo l'unica cosa che voglio dirti è che mi mancherai. Grazie per avermi fatto vivere in questi giorni a Roma un pezzo di felicità. Sono certa che capirai>>

Sentivo il corpo scosso dai singhiozzi senza lacrime, non tentavo nemmeno di fermarli, avevo solo bisogno di sfogare il malessere che tenevo rinchiuso dentro.

La mano di Vic disegnava degli ampi cerchi sulla mia schiena mentre quella di Thomas mi dava dei goffi buffetti sulla spalla.

<<Perché se ne andata?>>, chiese Ethan.

<<Boh...non dice niente der perchè nei biglietti>>, rispose Thomas.

Non riuscivo a parlare, ma era palese la motivazione per la quale Meg se ne fosse andata.

Non c'erano dubbi sul fatto che quella motivazione portasse il mio nome.

<<Forse è successo qualcosa...>>, ipotizzò Ethan, non lo guardavo ma ero certo che lui mi avesse lanciato un'occhiata eloquente.

Io scossi il capo, il foglio che fissavo stretto tra le dita era ormai zuppo, nonostante avessi finito le lacrime.

<<Non è per te che se ne andata>>, disse Victoria leggendo i miei pensieri.

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