"Amico mio devi essere felice
perché il nuovo mondo sta per arrivare
E non c'è taglio non c'è cicatrice
che questa passione non possa curare
Io, io dalla polvere come Fenice
son risorto ed ho imparato anche a volare
Soltanto perché ho fatto le valigie
Ed ho baciato la dolce Marlena"Guardavo il cielo grigio di Milano dall'interno dell'auto noleggiata all'aeroporto, attendevo Meg all'esterno di un grande palazzo che si ergeva su uno dei pochi viali alberati di quella città con le auricolari alle orecchie, ascoltando la mia stessa voce.
La vidi uscire, circa un'ora dopo, con la cartella contenente i suoi disegni stretta tra le braccia, attraversava la strada per raggiungermi.
<<Com'è andata?>>, le chiesi appena aprì lo sportello.
Lei non rispose subito, ma entrò nell'abitacolo, le mani tremanti ancora strette alla cartella e il viso rosso, iniziò a prendere lunghi respiri.
La lasciai calmarsi, mi sfilai le auricolari e le riposi in tasca, perdendo più tempo possibile.
<<Bene>>, rispose parecchi minuti dopo.
<<Pensi ancora sia stata na' pazzia?>>, le chiesi sorridente continuando ad osservarla.
<<Assolutamente sì>>, disse ridendo.
<<Sul serio?>>, risi contagiato da lei.
<<Sì, perché Margherita non avrebbe mai fatto una cosa del genere>>
<<E che avrebbe fatto Margherita?>>
<<Se ne sarebbe rimasta nel suo angolino buio, sommersa dai rimpianti>>, disse con un filo di amarezza nella voce.
<<Ma tu non l'hai fatto>>, constatai.
<<No, non l'ho fatto>>, mi disse rivolgendomi lo sguardo.
Il suo viso sembrò tornare serio, eppure i suoi occhi erano ancora piegati in un'espressione di profonda gioia.
<<Non l'ho fatto perchè non credo di essere più Margherita>>, continuò con tono consapevole.
<<Che vuoi dì?>>
<<Sono Meg adesso, solo Meg>>, disse con un pizzico di fierezza nella voce.
<<Vuol dì che sei na' persona diversa?>>
<<No, non lo so...non è certo un nome che cambia le cose, forse significa solo che sono me stessa adesso>>
<<E' na' bella cosa quella che hai detto>>
<<Già>>, sorrise.
<<Te va de raccontamme che ti hanno detto?>>
<<Solo se posso offrirti la cena>>
Strabuzzai gli occhi sorpreso, poi il mio viso di allargò in un sorriso che lasciò andare via tutta la tensione accumulata da quando l'avevo vista sparire all'interno della sede della casa di moda.
<<Certo, però non so se c'abbiamo il tempo, il volo è tra due ore>>, risposi controllando l'orario sul cellulare.
<<Vuol dire che dovrai accontentarti di un fast food>>
<<Non chiedo di meglio>>
Misi in moto e passammo per il drive-in di uno dei fast food più vicini all'aeroporto, poi mi fermai proprio fuori dal parcheggio dell'autonoleggio.
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L'altra dimensione
FanfictionMargherita, giovane e confusa, cresciuta in un piccolo paese della Sardegna, incontra un gruppo di musicisti in tour per l'Europa. La sua vita tranquilla e insoddisfatta verrà capovolta, si renderà conto che ha sempre vissuto a metà rinnegando il su...