Capitolo 1

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@fedexchiesa

3 Luglio 2020
02:37

ciao fede!
oggi hai giocato veramente bene!
tu ti chiederai "e chi è
'sta qua?"  e c'hai ragione.
sappi che sono follemente innamorata
di te. non so come sei
riuscito a conquistare il mio cuore

03:32

notte fede <3

Monica si addormentò come era ormai solita fare, abbracciata al suo cuscino, nella speranza di poter essere un giorno tra le braccia della persona che più amava. Non sa neanche lei come quel ventitreenne abbia potuto farla sentira così viva, farla stare così bene. Era un sogno e lei non voleva svegliarsi. Forse si stava illudendo un po' troppo, quella favola stava raggiungendo dei pensieri quasi irraggiungibili, ma non voleva mollare, voleva continuare a credere che un giorno Federico Chiesa l'avrebbe guardata innamorato, tanto quanto lo era lei;

nella notte, mentre si perdeva nel casino che aveva in testa, pensava che tutto ciò non sarebbe mai potuto succedere: perché un giocatore della Juventus, nel bel mezzo di una relazione, si sarebbe mai potuto innamorare di una ragazzina di nove anni più piccola? Per di più la lontananza non migliorava la situazione: Firenze/Torino - Palermo non erano proprio così vicine.

Qualche lacrima se la lasciava scappare anche, concedetegliela. Era solo una quindicenne persa nei suoi pensieri adolescenziali, in preda ad una cotta che si andava facendo sempre più seria.

Il giorno dopo si svegliò come se nulla fosse. Controllò il telefono: anche questa mattina nessun messaggio di risposta. Gli mandò il buongiorno, la speranza è l'ultima a morire.
Continuava a ripetergli quanto fosse fiera di lui, perché lo era realmente.

Le giornate della prima estate da liceale erano ormai tutte uguali: sveglia, mangia, canta, mangia, dormi, abbracciando ancora una volta il cuscino e vagando con la mente.

Non usciva, stare in mezzo ad altre persone non la faceva più star bene, non da quando proprio quelle persone alle quali voleva bene le hanno spezzato il cuore. Preferiva stare con sé stessa, nel suo mondo, chiusa nella sua stanzetta.

Nessuno era in grado di farla sorridere spontaneamente, nessuno tranne quel ragazzo, il numero quattordici della nazionale di quell'anno e anche se sembra una frase fatta, era la verità.
Monica ormai seguiva ogni partita, fogata ed entusiasta ogni volta che lo vedeva. Si sentiva quasi una stupida ad essersi innamorata di lui, e probabilmente lo era.

Il canto la aiutava a scappare dalla realtà, dalle continue paure e insicurezze che la circondavano. Era inutile negarlo: quando cantava si sentiva libera. Viaggiava tantissimo con la sua mente, immaginandosi a Milano, con migliaia di persone a cantare con lei le sue amate canzoni. Ma quando apriva gli occhi tutto ciò che si trovava era un letto, con sopra un computer e la base finita della canzone appena cantata.

Monotonia.

Filo Rosso - Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora