Capitolo 52

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Fu così che lei rientrò nel locale, lasciando Matteo ancora una volta spiazzato lì fuori, mentre l'aria si faceva più pungente.

Una volta varcata la soglia della porta, fu travolta da un'ondata di calore, accompagnato all'odore misto fra sudore e alcol.

La festa proseguì tranquillamente, oltre ad un paio di sguardi scambiati fra i due pretendenti.

Arrivò il momento di cantare, il suo momento. "Easy On Me" riecheggiava in tutta la sala, seguita dagli applausi finali e dalla canzoni dei "tanti auguri" per il calciatore romano.

"Grazie mille Monica, hai reso ancora più speciale questa festa... ci sei stata nonostante il periodo che stai passando e, veramente, non ti ringrazierò mai abbastanza" le disse dolcemente Nicolò.

"Figurati, ora continuana goderti questa meravigliosa festa"

"Ragazzi... chi vuole da bere?" urlò infine il ragazzo, seguito da urla e schiamazzi che approvavano.

La nostra cantante si limitò a sedersi in un angolino della sala, sorseggiando il suo spritz fra le mani, accompagnato da stuzzichini vari.

"Posso sedermi?"

"Certo"

"Ci rincontriamo" rispose ridendo.

"Credo che sia più tu che incontri me, ma facciamo finta di nulla" ribatté con un lieve sorriso sulle labbra la ragazza.

"Ti vedo particolarmente in confusione... successo qualcosa di nuovo?"

"Non ne ho voglia di parlare" mandò giù il liquido arancione che rimaneva nel bicchiere tutto d'un sorso.

"Matteo?"

"Matteo"

"Continuo a non capire, ne sei innamorata o no?"

"No che non lo sono..."

"Qualcosa mi fa pensare che avete discusso, eh?"

"Perspicace"

"Modestamente ho un talento. Stanotte tornerai a casa sua?"

"Non credo"

"Dove hai intenzione di andare, allora?"

"Dove il vento mi porterà, Thessa, dove il vento mi porterà" e con questa risposta si allontanò dall'amica, ancora una volta, in cerca di un altro drink da mandare giù per scacciare i pensieri.

°°°

La festa era finita da un po'.

Monica era rimasta lì a sistemare e aiutare le ultime cose che rimanevano in disordine, sparpagliate per il locale.

Pessina aveva lasciato il posto venti minuti prima, accompagnato da Ciro, era fin troppo ubriaco per guidare; gli unici rimasti erano lei, Jorginho e Federico.

Posati gli ultimi bicchieri, il brasiliano fece per andarsene, non prima di aver salutato.

"Cari miei, io vado a farmi una bella dormita" stiracchiava le braccia, sporgendosi verso l'alto.

"Buonanotte Jorge" rispose la ragazza, seguita dall'altro calciatore.

Lei in fretta prese la sua giacca, la strinse nelle spalle e, dopo aver pronunciato un "io vado" rapido, uscì dal locale il prima possibile, nel tentativo di evitare una possibile conversazione col fiorentino.
Troppi pensieri, non era il momento giusto.

Filo Rosso - Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora