Capitolo 26

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Monica si addormentò sul letto, mentre Matteo era nell'altro lato ad accarezzarle i capelli.

In quel momento entrò Federico.

"Sh" gli sussurrò Teo.

"Sono riuscita a farla addormentare"

"Come sta?"

"Come deve stare Fede? Sta male. È scoppiata a piangere un paio di volte, ma non pianti normali, aveva veri e propri attacchi di panico"

"È colpa mia"

"Non darti la colpa. Avete bisogno di parlare, ne avete di cose da dirvi"

"Ha mangiato?"

"Non ne ha voluto sapere"

"Vado a prenderle qualcosa, neanche io ho mangiato"

"Ti aspetto qui"

Dopo un paio di minuti Federico tornò con una pizza famigliare.

"Tieni Teo, immagino che neanche tu avrai mangiato"

"In realtà sì, ho provato anche a far mangiare lei, ma nulla. Accetto volentieri una fetta"

Monica iniziò a rigirarsi sul letto, fin quando, aprendo leggermente gli occhi, vide Fede. Si alzò e andò al bagno, seguita dagli occhi di quei due.

Sciacquò il viso con acqua fredda. Si guardò allo specchio: aveva tutto il mascara colato. Ne approfittò per struccarsi, per poi uscire.

Passando per la stanza, andò in cucina per bere dell'acqua. Matteo la seguì.

"Io sto andando, vedi di parlare con Fede"

"Va bene... grazie Teo, ti voglio bene"
lo abbracciò.

"Anche io piccina, non sai quanto"

Pessina salutò anche Federico, uscendo dall'hotel.

Monica ritornò nella stanza, dove Federico stava mangiando la pizza.

"Siediti qua" disse lui con un tono di voce basso. Lei lo fece, non guardandolo.

"Hai fame?"

"No"

"Tieni"

"Ho detto no"

"Non inizierò a parlare fin quando non inizierai a mangiare questa pizza"

Lei ne prese una fetta, dando un piccolo morso.

"Grazie piccola"

"Prego Federico" sentirsi chiamato col suo nome intero da lei, lo scosse.

"Vedi? Io cerco di mettercela tutta per risolvere, tu neanche un po' "

"Non sono dell'umore"

"Sai che c'è? Credo che dovremmo prendere una pausa, stiamo correndo troppo forse. Abbiamo bisogno di tempo per pensare di cosa abbiamo bisogno" non pensava quel che stava dicendo, era la rabbia che parlava.

"Mi stai lasciando?"

"No, io-"

"Non ho bisogno di pensare di cosa ho bisogno: io ho bisogno di te, ma tu continui minimizzare ogni singola cosa che ritengo importante. Ti sei comportato in quel modo con Sara, per poi lamentarti se qualcuno riusciva a tirarmi su il morale"

"Forse non hai bisogno di me, ma di Matteo"

"Se pensi ancora questo di me, dopo averti fatto conoscere il mio mondo e i miei genitori, non hai capito proprio un cazzo. Vaffanculo."

Uscì di nuovo dalla stanza, in lacrime.
Sentì il suo cuore farsi in mille pezzi, sperava che Federico fosse diverso, che non l'avrebbe più fatta soffrire, ma non era così.

Lui non pensava quelle cose, era in preda alla paura. Paura di perderla. Ma ormai era tardi, lei era corsa via e non avrebbe più voluto saperne di lui.

Pessina :)

Matteo, ho fatto un casino

sto arrivando


In men che non si dica, Matteo si catapultò all'hotel, di nuovo.

"Le hai parlato? Dov'è ora? Federico rispondimi!"

"Sono un coglione"

"Siediti, che succede?"

"Lei mi rispondeva in modo freddo e le ho detto di prenderci una pausa per riflettere, ma non era quello che volevo, non so perché lo abbia detto, io voglio stare con lei"

"Ora lei dov'è?"

"Non lo so, dopo questa non mi parlerà più"

Matteo iniziò a chiamarla, ma aveva il telefono staccato.

"Ha spento il telefono"

"Andiamo in spiaggia, magari è di nuovo lì"

Si recarono lì, iniziarono a cercarla.

Nulla, non c'era.

"Magari è a casa sua?"

"È notte fonda... domani mattina ci andremo, ok?"

"Non posso aspettare domani"

"Dobbiamo, non facciamo allarmare i suoi"

"Hai ragione"

Non chiusero occhio.

La mattina dopo andarono insieme a casa dei suoi genitori, con la scusa di dover prendere un abito che la ragazza aveva dimenticato.

"Oh ciao Federico, tu saresti?" Chiese la madre vedendo l'altro ragazzo.

"Matteo, piacere, un amico di sua figlia"

"Ditemi ragazzi, volete entrare?"

"Siamo venuti a prendere un vestito che Monica ci aveva chiesto, aveva detto che era qui"

"Va bene, andate pure nella sua stanza. Ma dov'è lei?"

"È... in macchina, le scocciava scendere"

"Oh, capisco"

Presero un abito a caso ed uscirono.

"Teo, non è qua, la madre non sa nulla"

"Non so Fede... ho paura che possa esserle successo qualcosa"

Passarono due giorni e di lei neanche la traccia.

spazio autrice

ok, odiatemi

venerdì nuovo capitolo!

Filo Rosso - Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora