FINALMENTE LA PRIMA

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La mattina dopo cerco di non svegliarlo, porto i bambini al pullmino della scuola e torno a casa visto che quel giorno avevo il telelavoro.

Dopo qualche ora di lavoro, vado in punta di piedi, a vedere se dormisse ancora; le tapparelle erano giù e mi sporgo sul letto per vedere meglio, visto che era buio pesto. Ad un certo punto da dietro sento una voce da dietro che dice "BU!".

Mi prende un colpo.

Poi si ricorda della mia paura del buio, tira un po' su la tapparella, io ero così arrabbiata che lo spingo sul letto, lui allora mi lancia un cuscino. Io certo, non sono una di quelle femminucce che sta a guardare.

Sembravamo due bambini, cuscinate e tante risate. Alla fine, sventolo la bandiera bianca, non sono una che ama perdere, ma non ho più il fisico per certe cose.

Eravamo vicini, ci guardammo negli occhi e finalmente ci fu un bacio, o forse questo era quello che stava per accadere, ma la vocina dentro di me, mi ricorda chi fossi io e chi fosse lui, che non avremmo avuto un futuro e avrei solo sofferto per questa cosa.

Quindi mi avvicino e gli dico: "Se fossi stato Brandon ti avrei anche baciato" e me ne vado.

Lui resta per un po' stupito, poi mi fa quel sorrisino che ormai conoscevo bene e risponde che anche io non ero il suo tipo.

Poco dopo, squilla il suo telefono, doveva andare e io torno a lavorare.

E finalmente arriva la sera della prima, mi chiama dicendo di scendere, che ci aveva mandato un taxi.

Altro che taxi, ecco lì una limousine, che avevo visto solo nei film.

Avevo la stessa espressione sorpresa e felice dei bambini come quando vedono un giocattolo nuovo.

L' autista scende per aprire la portiera e dentro c'era lui. Gli avevo detto che saremmo andati da soli, non potrei mai entrare con lui con tutti quei fotografi e gli occhi puntati su di me.

Sarebbe dovuto entrare con l'attrice del film, ma lui testardo com'è, dice che saremmo entrati tutti insieme.

Non vi dico Lara, lei che da sempre ama essere al centro dell'attenzione. Avrebbe potuto vantarsi con le amiche, visto che sarebbe apparsa su molti giornali.

Il film era molto avvincente, poi subito dopo, ci fu una festa esclusiva con tanti personaggi famosi.

I bambini volevano scattare una foto con tutti. Forse non era molto appropriato, ma loro sono della nuova generazione, sempre con lo smartphone in mano a scattare e fare selfie, non avrei potuto fermali.

Ad un certo punto, verso la fine della serata, in una stanza si erano trasferiti tutti i ragazzi e i bambini, nell'altra gli adulti.

Io e Jack usciamo sulla terrazza, in sottofondo si sentiva l'orchestra suonare e lui mi invita per quel ballo che avevamo per tanto rimandato. Fu una cosa bellissima, avrei voluto non finisse mai, eppure stava finendo e Jack la sera dopo sarebbe dovuto partire per il tour per la promozione del film in giro per il mondo.

Eravamo ancora lì a ballare che arriva Lorenzo, ricordandomi che il giorno dopo c'era scuola e che si era fatto tardi.

Si, lui è un dormiglione come la mamma, gli altri due invece avrebbero fatto l'alba.

Puff, ecco il mio sogno che svanisce, un po' come capita nei cartoni animati.

Salutiamo tutti, Jack dovette suo malgrado restare alla festa, io invece tornai indietro coi bambini.

Anche l'evento con i compagni di scuola dei miei figli fu un successone, i ragazzi erano felicissimi, per il film, l'aver saltato scuola e perché molti dei loro idoli erano lì.

In più, loro erano gli amici del protagonista.

Poi Jack passa a salutare anche me, poteva essere una cosa romantica, e invece mi trova sul divano con coperta, febbre e raffreddore.

Decide di farmi compagnia fino alla partenza e avvisa la sua assistente di farsi portare le valigie direttamente in aeroporto.

Io ero infreddolita e lui si mette sul divano con me, mi abbraccia e mi mette il suo famoso maglione, credo che abbia funzionato più di una qualsiasi medicina.

Mi addormento, l'aspirina doveva aver fatto effetto, al risveglio, lui era partito.

Trovo un biglietto con scritto:

Ho chiuso la porta con le chiavi di scorta, te le darò appena ci rivedremo.

Baci

Jack

Wow, allora forse ci saremmo rivisti. Non volevo restare delusa, magari poi con i mille impegni si sarebbe dimenticato. Prendo il biglietto e lo butto cercando di convincermi che era solo frutto dell'influenza e della mia fervida immaginazione.

Nei giorni seguenti, ci sentimmo per telefono, aveva preso l'abitudine di iniziare i messaggi con "BU", quasi a farmi una sorpresa.

Era in posti con fusi orari completamente diversi dai miei, calcolando che io poi la sera crollo sul presto, era complicato fare due chiacchiere.

AI CONFINI DEL CIELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora