LA GELOSIA

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Rincasiamo e mi viene in mente che avevo dimenticato di passare a prendere il regalo di Jack.

Chiamo Mariangela che mi avvisa, che uno dei musicisti, Mark, si era offerto di portarmelo a casa.

Poco dopo, infatti suonano alla porta e io dico che era un amico che doveva consegnarmi una cosa.

Non voleva entrare, allora scambiamo due chiacchiere fuori e lo ringrazio per essere venuto fino lì.

Gli richiedo se avesse cambiato idea, visto il freddo, ma lui invece mi propone di andare a bere qualcosa.

Io ovviamente ringrazio, ma rifiuto, era stato davvero carino a venire fino lì, però non mi sembrava il caso di uscire con lui.

Ero felicissima per il regalo, me lo si leggeva in viso.

Ma forse qualcuno ci aveva letto qualcosa di diverso, perché Jack, passò tutta la sera a farmi battutine strane.

Silvia si offre di mettere i ragazzi a letto e dopo un po', non dovendomi più contenere, gli chiedo se avesse qualche problema con me.

Era tutta la sera che mi rispondeva male, non capivo proprio cosa avessi fatto.

Lui fa finta di niente e la cosa mi fa arrabbiare ancora di più.

A quel punto non resta che andare a letto.

Il giorno dopo era Natale e sicuramente i bambini si sarebbero alzati presto per aprire i regali.

Mi sveglio con i miei figli che intonavano canti di Natale e chiedevano se potevano andare a vedere sotto l'albero se c'erano i doni.

Ci ritroviamo tutti giù, noi a fare colazione e loro a scartare i regali, era bello vedere tutta quella gioia.

Decido di mettere l'orgoglio da parte e gli porgo il regalo con il biglietto.

Apre il regalo e ci trova un cd, su biglietto c'era scritto che avevo inciso per lui alcune delle sue canzoni preferite.

Lo guardo e gli dico che era per quello che ero stata via tutto il pomeriggio e che avevo avuto poco tempo, quindi di chiudere un occhio o meglio un orecchio, se non fossero proprio perfette.

Anche perché molte non le conoscevo, per quello ero stata sveglia la notte, per impararle prima di andare con Mariangela ad inciderle.

Lei fa la cantante qui da anni, mi aveva portato nello studio dove va solitamente e mi ha aiutato a fare tutto in giornata. In Italia, ci eravamo conosciute proprio per la passione del canto.

La sua faccia cambiò, finalmente un sorriso, forse l'aria del Natale era tornata in quella casa.

Passiamo la giornata in casa, i bambini non volevano più staccarsi dai giochi e poi una giornata di relax ci voleva. In più c'era la cuoca che aveva preparato dei piatti buonissimi, c'era il camino accesso e la neve fuori.

Io e Silvia ne approfittammo per rilassarci nell' idromassaggio, che era talmente grande da sembrare una piscina.

La sera tutti a vedere un film di Natale, io li adoro, anche se ne fanno uno in pieno agosto lo guardo.

C'era proprio il mio preferito, Miracolo nella 34° strada, è un remake a colori di un film di un bianco e nero.

La storia di Babbo Natale viaggia parallelamente a quella di un uomo che cerca di conquistare una donna divorziata con una bambina. Lei ormai si è chiusa in se stessa e non crede più nell' amore e lo stesso ha trasmesso anche a sua figlia, come difesa per non farla soffrire, per non illuderla e lui invece cerca con l'aiuto di Santa Claus, di riaccendere i loro cuori.

Un po' mi ci rivedevo, anche se io a differenza della protagonista, ai miei figli ho sempre insegnato a credere nel Natale, nei sogni, nell' amore.

Messi i bimbi a letto, parte una discussione sul film, lui non capiva perché lei si comportasse così, in fondo quell'uomo amava molto anche la bambina. Io ovviamente non la pensavo proprio così, cosa ne poteva sapere di cosa avesse dovuto passare quella donna, per tutto il tempo che aveva dovuto fare sia da padre che da madre, non era facile fidarsi di nuovo degli uomini.

Alla fine, non capivo più se stessimo parlando del film o di noi, poi se ne esce con una battuta su Mark.

Ci ho messo anche un po' a ricordare chi fosse Mark.

Ma poi cosa c'entrava quel ragazzo che era solo passato a consegnarmi una cosa?!

Mi arrabbio davvero, gli dico che lo avevo conosciuto in sala di incisione, perché lui è un musicista, che si è preso anche la briga di portami qui il suo regalo, perché io avevo fatto tardi alla gelateria.

Io mi ero anche fatta in quattro per fargli una sorpresa originale e che si sarebbe invece meritato un paio di quei stupidi calzini, che si regalano a Natale.

Se ci fosse stata una porta da sbattere l'avrei anche sbattuta, ma lì è tutto openspace.

Me ne vado in camera a dormire, almeno quelle era l'idea, ma con quel nervoso addosso sarebbe stata dura.

Mi giro e mi rigiro nel letto, erano solo le cinque o già le cinque perché io non ero ancora riuscita a prendere sonno. Allora decido di scendere, lui era lì, era girato, quindi faccio il più piano possibile per tornare indietro, ma lui si volta. Aveva in mano un lettore e gli auricolari. Si avvicina e vedo che aveva gli occhi lucidi. Mi dice che era il regalo più bello che avesse mai ricevuto.

Ero davvero contenta, io poi non l'avevo ancora risentito dopo la registrazione, ci sdraiammo sul divano, e con un auricolare per uno ce lo riascoltammo; e finalmente, riuscimmo anche a dormire.

AI CONFINI DEL CIELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora