UNA SERATA MOVIMENTATA

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Non ci credo, con tanti posti che ci sono a Los Angeles, ero di nuovo a Beverly Hills.

Quel giorno il mare, lo avrei visto solo in cartolina o magari con un bel cannocchiale.

Capisco che sia uno dei luoghi più visitati della città ma io, di ville lussuose, quel giorno, ne avevo già viste abbastanza.

Lui deve avermi letto tutto in faccia e mi fa un sorriso, arriviamo davanti a questa bellissima casa, lui scende e mi dice di aspettarlo lì fuori.

Torna dopo qualche minuto con una mazza da baseball, e io che penso, sono proprio strani questi divi di Hollywood o io gli ho detto qualcosa di strano, chissà magari parlando due lingue diverse non ci siamo capiti.

Avevo un punto di domanda lungo tutta la faccia, con quella ruga sulla fronte che mi viene ogni volta che aggrotto le sopracciglia.

Lui mi dice, che questo era il miglior posto che aveva trovato, visto che in città era tutto prenotato da mesi, che non aveva nessun losco pensiero nei miei confronti e che mi avrebbe prestato la sua adorata mazza da baseball, autografata dalla sua squadra preferita, come arma di difesa.

Prendo la mazza e mi accorgo che non sarei riuscita neanche a sollevarla cinque centimetri da terra, figuriamoci a tirarla intesta a qualcuno. Si, sono abbastanza minuta e lo sport non è proprio il mio forte.

Lo guardo e scoppio a ridere, e lo stesso fa lui, era proprio una situazione assurda o forse ero in una favola e manco me ne accorgevo.

Pensandoci bene, ero con uno degli uomini più belli del pianeta, in un castello da sogno, di cosa continuavo a lamentarmi??!!

Si, non era biondo con gli occhi azzurri, ma era sicuramente un uomo d' altri tempi, gentile ed educato.

Arriva Rosaria, la domestica e mi fa vedere la mia stanza, ormai si era fatto tardi e non vedevo l'ora di farmi una doccia prima di cena. Vado in bagno e rimango con la bocca aperta come un baccalà per almeno un quarto d'ora. Era meglio di qualsiasi Spa in cui fossi mai andata, e di quelle ne ho viste tante. Io non vado in palestra, ma le spa sono il mio mondo, ogni tanto mi prendo una mezza mattinata di ferie e ci vado per rilassarmi, prima del rientro dei bambini da scuola.

Ma torniamo a noi, allora non tutto era perduto, mi catapulto in questa vasca a idromassaggio e ci sguazzo per un'oretta, però mi sembrava brutto passare tutta la serata lì e scendo giù per la cena.

Jack mi disse che c'era un piccolo imprevisto, la cuoca si era ammalata, la vedo passare dal corridoio , aveva una faccia distrutta, povera donna.

Gli dissi che non c'era problema, che potevo cucinare qualcosa io, in fondo ci sono abituata.

Certo, non ero una chef ma un bel piatto di spaghetti al pomodoro lo potevo fare.

Mi sembrava il minimo, in cambio dell'ospitalità che mi aveva offerto.

Ripensandoci anche lui si era dovuto fidare, potevo essere una pazza o una squilibrata, di quelle ossessionate dai personaggi famosi.

Lui si offre di darmi una mano, apro il frigo per vedere se ci fossero gli ingredienti che mi sarebbero serviti e puff appare un supermercato, c'era di tutto.

Altro che il mio, dei giorni lo apro e posso specchiarmici dentro per quanto è vuoto, ma dovendo badare a tre figli praticamente da sola, e lavorando, non ho moltissimo tempo per fare la spesa.

La cucina poi, degna di un ristorante stellato, peccato no riuscissi neanche ad accendere i fuochi ma per fortuna c'era lui a supportarmi o sopportarmi.

Si vedeva che non era uno di quelli che se ne sta con le mani in mano e così dopo un po' questa piccola cena italiana era pronta.

Non era niente male, il cibo, la compagnia.

Mi disse che era stato spesso in Italia e che gli piace molto, sia per i posti che per la famosa dieta mediterranea. In effetti sulla cartina siamo molto piccoli come stato ma per tante nostre eccellenze siamo famosi in tutto il mondo.

Peccato non parlasse italiano, capii quasi tutto ma chissà io quanti errori sui tempi sui verbi avrò commesso, mi sembrava nella mia testa di sentire uno straniero che parla italiano, con tutti i verbi all'infinito.

Che figura! Va beh meglio non pensarci.

Distrutta da tutto quello che era successo, decido di andare a letto, sperando che la stanchezza mi facesse addormentare anche da sola, vista la mia fobia.

Ma niente, spengo la luce e ogni piccolo rumore mi fa sobbalzare, poi ci si mette pure il tempo, con questi tuoni.

Anche armata di mazza da baseball sul letto, la solfa non cambia, occhi spalancati e io che vorrei soltanto dormire.

Ma dai!!! Hai quarant'anni e sembri una bambina di tre, ma questa cosa me la trascino da quando ero cucciola, la piccola Alex dentro di me ha ancora paura del buio.

Allora accendo la luce, ma la paura di essere da sola non se ne andava, e se sbucasse un mostro da sotto il letto??!! Anche se ovviamente avevo già controllato.

Basta, decido di scendere a prendere un bicchiere d'acqua.

Sembrava una cosa facile, ma quel frigo super tecnologico mi mette in seria difficoltà.

Senza volerlo scende il giaccio e non si ferma più, un casino, non mi sembrava vero, forse dovevo comprare un bel porta fortuna.

Mi giro ed eccolo lì, Jack con gli occhi assonnati che arriva per darmi una mano e scivola sul ghiaccio, io tento di afferrarlo, ma che vuoi afferrate che è alto il doppio di me e patatrac, ci ritroviamo tutti e due sul pavimento bagnato. Che figuraccia , avevo le guance talmente rosse che ci si poteva cuocere una bistecca.

Lui penserà, ma chi mi sono portato a casa??!!

Io senza fiato... non sapevo più come scusarmi.

Lui si alza, mi tende la mano e con un sorriso appena accennato mi dice che è capitato anche a lui all'inizio.

Che carino, figuriamoci, l'avrà detto per non farmi sentire così imbranata.

Ormai era chiaro che non riuscivo a dormire e lui l'aveva capito e mi propone di berci una tisana mentre guardiamo un film sul divano. Non so se è stato il fatto di essere in compagnia, la tisana rilassante o il film in lingua straniera che cado finalmente in un sonno profondo.

AI CONFINI DEL CIELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora