LA TRISTE NOTIZIA

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Il martedì successivo, dopo il lavoro, stavo scendendo per andare a fare la spesa, da sù avevo sentito un gran trambusto ma non capivo da dove arrivasse.

Trovo un sacco di gente nell'atrio, c'era anche un'ambulanza e la polizia, io resto lì a guardare, c'era anche Jack che appena mi vede, mi dice di tornare su, che non era il momento giusto per uscire.

Gli chiedo cosa fosse successo, ma lui fa un po' il vago, poi sento che la gente intorno a me parlava di Amelia, la signora del quinto piano.

All'improvviso vedo entrare le figlie in lacrime, lui mi guarda e dice che si era buttata giù dal balcone e dai suoi occhi capisco che era morta.

Fu uno shock, la conoscevo da quando avevo comprato questa casa, spesso la incontravo al parco o in ascensore, facevamo sempre due chiacchiere.

Anche se ultimamente, da quando le figlie se ne erano andate a vivere con i rispettivi fidanzati, non la vedevo più molto in giro.

A stento riesco a trattenere le lacrime e vado da loro, per fargli le condoglianze e dirgli che se avessero avuto bisogno di qualsiasi cosa, io ci sarei stata.

Loro avevano il mio numero, ogni tanto, quando la madre non rispondeva alle chiamate, mi chiedevano di andare a bussare, per vedere se fosse tutto a posto.

Mi dicono che purtroppo, dopo che il marito l'aveva lasciata e loro si erano fatte una vita propria, era andata in depressione, la stavano curando ma che a questo punto, forse, non era stato abbastanza.

Poi arrivò l'infermiera per avvisarle, che stavano portando via la salma. Non ce la facevo più a stare lì.

Non mi piace stare a curiosare. Quando succedono queste cose arriva sempre un sacco di gente e io la trovo proprio una brutta cosa.

Me ne vado verso l'ascensore, anche Jack sale con me, non diciamo una parola.

Pensavo a lei, a quello che avevano detto le figlie e come in un attimo ti può cambiare la vita.

Ero davanti alla porta di casa e gli dico, che non era giusto fare una fine così e che era tutto così assurdo. E se anche io un giorno mi dovessi sentire così sola??!!

Lui viene lì, mi abbraccia forte e mi sussurra che io non sarei mai stata sola, avevo i miei figli e un vicino di casa che da lì non si sarebbe mai mosso.

Entriamo a casa sua e restiamo un po' abbracciati sul divano, poi lui va a prendere qualcosa da bere.

Dentro di me pensavo che forse, stavo sbagliando tutto, quello non poteva che essere amore, forse dovevo mettere da parte l'orgoglio, la paura di essere ferita e vivere questa storia.

Squilla il telefono fisso e lui dall'altra stanza mi dice di lasciar stare che c'è la segreteria, era una voce di una donna che gli diceva se volevano ripetere la splendida serata passata insieme, potevano fare anche oggi al solito posto.

Dopo meno di un secondo riconosco la voce, era di Erica, una simpaticissima snob del quartiere.

Lei proprio non la sopportavo, sempre pronta a criticare tutti, con quell'aria da so fare tutto io.

Lo aveva sempre puntato e ora che era single doveva essere tornata alla carica.

Quindi erano usciti insieme?! Con una così?!

Ma cosa mi dice il cervello e io che lo facevo triste e solo.

Poi sento che era al cellulare e parlava di andare a prendere qualcuno quella sera, doveva essere lei che avendo trovato la segreteria lo aveva richiamato lì.

Per fortuna non era successo niente, ero ancora in tempo a tornare sulle mie idee.

Gli faccio un cenno e gli dico che avevo avuto una chiamata e che dovevo scappare.

Lui non fa neanche in tempo a dire qualcosa che ero già in ascensore, prendo la macchina ed esco perché avevo l'ansia di trovarmelo sulla porta di casa, per chiedermi cosa mi fosse preso.

Non potevo fargli vedere quanto ero gelosa, non di quella, ma della situazione.

A sera mi accorgo che ho ancora il suo maglione, era proprio ora di ridarglielo, metto un sacchetto fuori dalla sua porta con scritto che l'avevo preso in prestito, ma che ora doveva tornare al legittimo proprietario.

Quella notte non riuscivo proprio a prendere sonno, prima pensavo alla mia povera vicina e alle sue figlie, ancora non mi capacitavo che fosse successo davvero.

Poi ripenso a quella telefonata, già me lo vedevo con quella lì, che poi avrebbe affisso i manifesti per tutto il quartiere.

Ero arrivata anche a pensare di cambiare casa, non potevo essere vicina di casa con una così.

AI CONFINI DEL CIELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora