LE PAROLE NON DETTE

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Un venerdì mattina, sento partire l'allarme della casa di Jack, esco sul pianerottolo e trovo una ragazza tutta agitata, che non sapeva come fare per farlo smettere.

Mi ha fatto una tenerezza, era molto giovane, doveva essere alle prime armi.

Disabilito subito l'allarme, lei mi spiega che è un aiuto assistente, lavorava da qualche mese per lui e che l'aveva mandata a prendere delle cose a casa sua.

Si chiama Carlotta, è italiana, avrà avuto vent'anni, lunghi capelli biondi, minuta e con due grandi occhiali da vista. È molto timida e gentile, di quelle ragazze di una volta, molto educata e dolce.

Decido quindi di darle una mano. Lui certo non si meritava niente, ma volevo farle fare bella figura e mi propongo di aiutarla.

Mi fa vedere la lista, sarebbe stata incomprensibile per chiunque, era molto vaga, ma per me invece era chiarissima. Tipo prendere la maglietta con le scritte o prendere il cd senza la custodia.

Erano tutte cose che gli avevamo regalato io o i bambini.

Chissà cosa se ne doveva fare, magari voleva liberarsene.... E mi ritrovo in un secondo a pensare a lui.

Era un bel po' che non lo facevo, avevo tenuto sedate tutte le emozioni, mi ero illusa facendo così di cancellare tutti i ricordi.

Forse non era stata una grande idea propormi per questo lavoro, ma ormai era fatta.

Mi disse che aveva tre giorni per prendere tutto, sbrigare altre faccende e raggiungerlo sul set di un film oltre oceano.

Le dico di lasciarmi il suo numero di telefono e la lista e che l'avrei chiamata appena finito.

Era molto tenera, non sapeva come ringraziarmi. Capisco che fosse agitata perché voleva fare bella figura, ma solitamente lui è così gentile che non capivo tutta quell' ansia.

Non era uno di quelli che se fai una cosa sbagliata urla o si arrabbia.

Lei prende dalla sua borsa delle cose di Jack, da lasciare a casa, c'era anche il suo maglione.

Strano, di solito quello, quando era via, ce lo aveva sempre dietro, anche se c'erano 40 gradi.

Forse non era proprio capace di farsi piacere una cosa a lungo, era il suo maglione preferito e ora lo lasciava qui come se niente fosse. Aveva ragione quella sua ex quando diceva che non riusciva ad amare qualcosa per molto tempo.

Lei vede la mia faccia titubante e mi dice che non vedeva l'ora di lasciarlo qui, che odiava questo capo. Mi racconta che un giorno, visto che lo indossava tutte le sere, lo aveva portato a lavare insieme alle altre cose. Non l'avesse mai fatto, lui tornato dalle riprese se ne era accorto ed era andato su tutte le furie.

Lei non capiva proprio perché se l'era presa, era perfetto, pulito e piegato, non si era minimamente rovinato.

Da quel giorno l'aveva indossato pochissimo e le aveva detto che così com'era ora, non gli serviva più e di lasciarlo qui.

La povera Carlotta, così timida, era rimasta scioccata da quella sfuriata, ora aveva sempre la paura che si potesse ripetere e quindi aveva deciso di non prendere più nessuna iniziativa e di attenersi scrupolosamente alle direttive.

Ma che BEEP, non era da lui prendersela per una cosa del genere, doveva essere proprio cambiato.

Magari qualche alieno si era impossessato di lui.

Valli a capire questi uomini, poi dicono che sono le donne ad essere complicate.

Mi racconta, che tutti quelli che lavoravano per lui, le dicevano che era molto diverso dal solito, aveva sempre uno sguardo un po' malinconico, se ne stava spesso da solo e non faceva che controllare il cellulare e chiedere se qualcuno lo avesse cercato.

AI CONFINI DEL CIELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora