Capitolo venti

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Sentì qualcosa strisciare verso di loro.

Viaja aprì gli occhi e non notò nulla, anche a causa dell'oscurità dovuta al fuoco spento, ma sapeva che qualcosa non andava.

Daventh dormiva sereno e anche Jagga e Grevan poco lontani da lei.

Si alzò piano, attenta a non fare rumore, ed uscì fuori dalla caverna.

Fu sollevata nel notare i grandi alberi, il Caos non aveva ancora mutato nulla.

<<Che sete tremenda>> mormorò.

Sperò che ci fosse un fiume nelle vicinanze. Non voleva allontanarsi molto, specialmente di notte, ma Grevan non aveva notato demoni.

Le mancavano molto i suoi genitori e il suo villaggio, in particolar modo Dryto.

Al suo ritorno sarebbe stato sicuramente furioso con lei.

Perché sarebbero ritornati tutti quanti sani e salvi a Kallirhoe e Daventh avrebbe liberato l'anima di sua madre dal Limbo.

Chissà che tipo era il padre.

Un demone dalle sembianze spaventose oppure stupende?

Nei libri che aveva letto, i demoni venivano rappresentati sempre come figure mostruose.

Camminò tra lo spesso fogliame e scorse un piccolo fiume, Viaja si inginocchiò ma si bloccò timorosa.

E se fosse contaminato dal Caos? Se fosse morta?

Che situazione assurda e strana.

Il ciondolo che le aveva dato Jagga prese a brillare in modo sinistro.

Bevi

Si alzò di scatto. Chi aveva parlato?

Era sicura di aver sentito una voce che la invitava a bere.

Vide l'acqua sollevarsi fino alla sua altezza e assumere sembianze strane.

Bevi, ripeté la voce.

Viaja era paralizzata dalla paura. Quell'acqua non era per niente normale e udì ancora una volta quello strisciare inquietante.

Cercò di calmare i battiti del suo cuore che sembravano impazziti.

Erano demoni, ecco perché l'amuleto brillava in quel modo. Doveva tornare immediatamente nella caverna e avvisare gli altri.

Ma qualcosa la bloccava, era il movimento ipnotico della figura acquatica dalle sembianze umanoidi.

Dal centro di essa si creò uno squarcio ed un'orrenda bocca munita di denti aguzzi fece la sua comparsa.

Viaja era ancora immobile, non riusciva nemmeno ad urlare, pronta ad una fine terribile.

Dei tentacoli sottili ed acuminati uscirono, la luce dell'amuleto la riscosse e finalmente scappò via.

Cercò di gridare, ma la creatura avvolse il tentacolo attorno alla caviglia facendola cadere al suolo.

I piccoli aculei si conficcarono nella carne facendola urlare di dolore mentre veniva trascinata verso quella figura mostruosa.

Con dei riflessi che non seppe di avere, prese un ramo spezzato e colpì il tentacolo con l'estremità appuntita tranciandolo di netto.

Viaja si rimise in piedi e corse più veloce che poteva ignorando la ferita che perdeva sangue.

<<Grevan, siamo sotto attacco!>> urlò.

Il cavaliere si svegliò di colpo e la vide avanzare ferita verso di loro.

Prese la spada e svegliò bruscamente Jagga.

La Spada dei DannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora