Capitolo ventotto

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Il viaggio riprese nel silenzio più totale dopo lo scontro tra Grevan e Reilba.

Viaja camminava accanto a Daventh osservando la sua espressione farsi sempre più cupa e nervosa.

Gli prese la mano e lui la fissò stupito.

<<Siamo vicini, vero?>> domandò con voce dolce.

<<Esatto. Sento...non so nemmeno come spiegarlo. Il sangue mi ribolle e il mio corpo...>>

<<Anche il mio marchio pulsa>> disse Jagga mostrando il simbolo sul braccio.

Viaja osservò il cielo, temeva un altro cambiamento della Dimensione in qualcosa di più cupo e spaventoso.

Gli piacevano questi alberi e la radura nonostante fossero stati creati dal Caos.

Era quasi come Kallirhoe. Quasi, appunto.

<<Sei preoccupato per tuo padre>>

Daventh annuì.

<<Non lo vedo da anni e l'avevo sempre ritenuto un codardo dopo la morte di mia madre. E ora scopro che è tenuto prigioniero chissà dove e viene torturato>>

<<Vedrai che lo troveremo>>

Daventh la guardò negli occhi, era ritornato il pallore preoccupante di prima.

<<Viaja, come fai ad essere così ottimista?>>

<<Non lo so>> ammise.

Daventh sospirò una risata e si fermarono qualche minuto per fare una pausa.

Jagga controllava la ferita di Grevan e l'ibrido si inoltrò in un piccolo boschetto.

Viaja lo aveva seguito.

<<Daventh...>> iniziò.

<<Non posso garantire nulla, Viaja. Non so quanto sia grande il potere di quella spada>> mormorò.

La giovane osservò delle piccole lucciole che volavano tranquillamente tra gli alberi.

Ma erano davvero lucciole?

Ormai non sapeva più cosa pensare.

<<Hai paura?>>

Daventh si girò verso di lei e le mise le mani sulle spalle, il cuore di Viaja perse un battito alla vista di quel viso e quegli occhi meravigliosi.

<<Non ho paura per me ma per te. Ti prometto che tornerai a casa sana e salva, qualunque sia l'esito della battaglia>> disse deciso.

Viaja gli prese dolcemente la mano.

<<Io sarò al tuo fianco, non importa cosa succederà. Se tutto questo dovesse fallire, Kallirhoe tornerebbe ai secoli bui della guerra. Ma non ti lascio>> disse accarezzandogli il viso.

Daventh chiuse gli occhi e premette la guancia contro il palmo gentile della mano di Viaja.

<<Perché lo fai?>> mormorò.

Un leggero rossore colorò le gote pallide della giovane.

<<Perché voglio aiutare quel bambino dallo sguardo triste, quel ragazzo che non sa chi è ma che è destinato a compiere gesta buone. Daventh, sarai anche per metà demone ma ho visto con i miei occhi quando hai aiutato Grevan. Tuo padre ha scoperto cosa sia l'amore e tu...tu non puoi essere malvagio. Voglio ritornare a Kallirhoe con te, senza mostri e demoni. E poi...poi...>> balbettò impacciata.

La Spada dei DannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora