Capitolo ventidue

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Busla era ancora incredulo a ciò che aveva sentito, un ghigno sollevò gli angoli delle labbra carnose.

<<Tutto ciò che voglio? Davvero mi credi così stolto?>>

<<Non ho motivo di mentire e non posso scappare da qui, lo sai tu e lo so io. In questo momento sei più forte di me, mi cattureresti subito>>

Il demone lo fissò titubante, dopo estrasse la chiave dalla tasca dei pantaloni e si avvicinò a Dreal.

<<Un passo falso e sei morto>> gli sussurrò all'orecchio.

Le catene dei polsi e delle caviglie si aprirono e Dreal crollò in ginocchio, vistosi segni rossi erano presenti sulla carne chiara.

Segni dovuti alla magia del Caos.

Con un cenno della mano, Busla chiamò due guardie che lo sollevarono di peso dalle braccia.

<<Datti una ripulita, ti aspetto nelle mie stanze>>

Afferrò i capelli di Dreal sollevandogli bruscamente la testa.

<<Niente scherzi, mi hai capito bene?>> sibilò.

<<Sì, ho capito>>

Busla lo lasciò e Dreal fu condotto fuori dalla cella, verso un'altra stanza.

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Viaja si sentiva il corpo pesante come l'acciaio, eppure avevano solamente camminato.

Daventh e Grevan si erano occupati dei demoni mentre lei, troppo debole per usare il ciondolo, riceveva protezione da Jagga.

Si sentì in colpa, un fardello.

Eppure stringeva i denti continuando a camminare accanto a loro. Daventh osservò preoccupato il suo aspetto.

Viaja era molto pallida, troppo, il colore roseo era sparito dalle sue guance e sotto gli occhi erano presenti i segni della stanchezza.

Anche l'appetito stava pian piano svanendo, non avevano molto ma Viaja non mangiava quasi nulla della sua porzione.

Solamente le bacche dolci di Kallirhoe sembravano farla stare meglio e riapparire il colore sulle gote, anche se svaniva qualche ora dopo.

Qualunque fosse il malessere che l'affliggeva, Viaja non si lamentava e Daventh si avvicinò a Jagga.

<<Fermiamoci>>

<<Come? Ma non possiamo...>>

Lo sguardo che ricevette da Daventh bastò a convincerlo, Grevan si avvicinò a lui.

<<Sono molto preoccupato per Viaja, quel colorito non mi piace per niente>>

<<Per questo dobbiamo fermarci>>

Il sole picchiava senza sosta e trovarono rifugio in un piccolo boschetto.

Viaja era seduta all'ombra fresca degli alberi e Daventh si inginocchiò davanti a lei.

<<Stai bene?>> domandò.

<<Tutto bene>> rispose con voce flebile.

Daventh si sfilò i guanti e prese la mano di Viaja tra le sue, la giovane sussultò per il contatto.

Era la mano incredibilmente fresca oppure la sua pelle troppo bollente?

<<Jagga, passami un panno umido>> disse.

<<Daventh, sto bene. Davvero>>

<<Viaja, per favore>> rispose quasi esasperato.

La Spada dei DannatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora