Formiche, formiche ovunque.
Gira la testa a destra, a sinistra, poi chiude gli occhi per vedere se è tutto un frutto della sua immaginazione. Li riapre e sono ancora lì. Formiche, formiche in ogni dove. Le bruciano gli occhi, non le vuole vedere. Urla una serie di note sorde, sbatte la testa contro lo specchio. Formiche, formiche salgono, scendono, si arrampicano e non perdono mai l’equilibrio. Si dimena. Se le sente addosso, le scaccia con mani sudate, tremanti. Le è impossibile fare un attimo di pausa, non si ferma la sua ansia. Respira, l’affanno cresce e lei continua a urlare, ma non riesce a sentire altro che il respiro gorgogliante che esce dalla sua gola e quelle zampine che corrono su per le mura del bagno, che entrano nelle tubature e irrompono dal soffitto attraverso un non si sa quale pertugio. Apre il rubinetto, lava le mani, ma non sente acqua sulla pelle. Formiche, formiche le morsicano i palmi, bucano l’epidermide e si perdono appena sotto la superficie di quest’ultima. Di colpo s’immobilizza. Non serve a nulla agitarsi, non serve a nulla sragionare. Apre la specchiera, vi trova dentro creme idratanti, sali, bagnodoccia e altri oggetti utili alla toeletta. Intravede una bottiglietta con su scritto “acqua ossigenata” e decide di disinfettare le ferite sanguinanti sulle mani. Svita il tappo e versa il contenuto sulla parte interessata. Fa per chiudere nuovamente la bottiglia, ma si ferma, improvvisamente. Non fa caso al momento in cui riapre il contenitore e versa il contenuto sugli animaletti frenetici che la circondano minacciosamente. Può quasi sentire le urla strazianti, le loro vocine insignificanti…se non fosse che le formiche non urlano. Molto probabilmente non hanno neanche un vero e proprio “verso” a caratterizzarle. Ride mentre sanguina e spruzza ovunque disinfettante. Ritrova la voce e sussurra la prima canzone che le viene in mente.
Un tonfo sordo e il suo corpo cade in terra, esausto e fradicio di sudore appiccicoso. Attorno a lei milioni, se non miliardi, di piccoli cadaverini indifesi nuotano in un mare di liquido. Non più solo disinfettante. Ad un certo punto del suo raptus deve aver compiuto gesti tanto folli da far accapponare la pelle. L’unico modo per descrivere il tutto è non scrivere niente.
Formiche, formiche in ogni angolo. Morte, come la sua integrità mentale.