Jaleesa, una delle mie migliori amiche, mi chiamò e mi disse che suo padre aveva ottenuto dei biglietti per una crociera al lavoro. Aveva vinto una sorta di concorso e gliene erano stati consegnati cinque. La sua famiglia era formata da sole quattro persone, e mi disse che se avessi voluto sarei potuto andare con loro. Io accettai, e una settimana dopo il viaggio iniziò. Io e Jaleesa ci stavamo divertendo come non mai. Il giorno seguente decidemmo di dare un'occhiata ad un piccolo negozio di antiquariato, al ponte inferiore della nave. Quando ci arrivammo c'era anche sua madre, e notammo subito una vecchia valigia, delle dimensioni di una piccola cesta per giocattoli. Aveva un odore un po' sgradevole, ma la mamma della mia amica disse che si trattava sicuramente della polvere e delle altre cose. A Jaleesa piacque molto quella scatola misteriosa, così sua madre la comprò. La proprietaria del negozio ci disse che c'era un problema con la serratura, loro infatti non avevano mai trovato una chiave che la aprisse. Così ci proponemmo di aprirla nei giorni seguenti. La ignorammo per tutto il resto del viaggio. Una settimana dopo arrivammo a casa, e io rimasi da Jaleesa per la notte. Decidemmo di provare ad aprire la valigetta. Non riuscimmo ad immaginare una chiave che potesse funzionare, così mi aiutò a forzare la serratura (sono un combinaguai, sono bravo in questo genere di cose). Il lucchetto scattò, e noi esultammo. Quando alzammo il coperchio urlammo inorriditi alla vista di ciò che nascondeva: uno scheletro di una bambina di dodici-tredici anni. Indossava un vestitino blu che sembrava essere molto vecchio. Teneva in mano un pezzo di carta e un pastello. Jaleesa, dimostrando di essere fottutamente coraggiosa, le strappò il foglio da ciò che rimaneva della mano della malcapitata. Lo aprì e lesse delle parole scritte in una calligrafia confusa:
"Sono stata nascosta per tutto il giorno e non mi hanno ancora trovata. Non sono mai stata trovata prima, per cui non è una sorpresa. Penso che aspetterò un altro po' perché non riesco ad aprire la valigia"
Corremmo ed avvisammo il padre di Jaleesa, che venne a controllare. Chiamammo le forze dell'ordine, che vennero subito a portare via la valigia. Tre giorni dopo stetti nuovamente da lei. La polizia ci chiamò e ci chiese come stessimo. Il telefono era in vivavoce. L'agente che aveva preso la valigia ci diede le notizie più orribili della nostra vita. Ci disse: "Il corpo di quella bambina che avete trovato ha 63 anni. Stava semplicemente giocando a nascondino, non si era accorta di essersi chiusa dentro. Congratulazioni, avete appena fatto tana alla più brava giocatrice di nascondino".