𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑐𝑖𝑛𝑞𝑢𝑒.

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𝑪on uno sbadiglio, mi trascinai fino in cucina, trovando Connor e Can seduti a tavola, a fare colazione.

Entrambi vestiti e preparati per uscire.

Guardai l'ora sull'orologio appeso alla parete costatando che fossero ancora solo le 08.00.

Perché cavolo ero già in piedi?

«Buongiorno...» mormorai con la voce ancora impastata dal sonno, alzando una mano per aria per salutarli.

«Buongiorno!» risposero i ragazzi, in coro, «Come mai ti sei alzata così presto oggi?» mi chiese poi Connor, prontamente, sorpreso di vedermi già lì, «Mi è svanito il sonno...» chiarii, scrollando appena le spalle, lui annuì semplicemente per poi tornare al suo caffè.

«Non credo andrò a lavoro oggi...» dissi poi, mentre prendevo posto, i due mi guardarono, aggrottando leggermente la fronte, «E perché no?» chiese mio fratello, fissandomi attentamente.

«Credo di aver preso l'influenza...» mormorai, lui inclinò la testa, trattenendo un sorriso, «L'influenza?» chiese, divertito, «Ti sembra così assurdo?» gli chiesi di rimando, lui si alzò e mi si avvicinò, poggiando una mano sulla fronte.

«Strano. Non sei per niente calda...» commentò, con un sorrisino, «Senti perché non mi lasci in pace?» gli chiesi irritata, per poi alzarmi di scatto, «O-Ok... Che cosa hai veramente?» chiese, alzando le mani, fissandomi in modo confuso.

«Mi prende che non è proprio giornata!» gli risposi, scuotendo la testa, «Lo immaginavo. E' per quello che è successo ieri?» mi chiese prontamente, intuendo già perché fossi di malumore.

Come se fosse difficile da immaginare comunque.

«E perché altrimenti?» chiesi di rimandò, spalancando le braccia, restando in piedi, in mezzo alla cucina, «Ok, ma a chi ti riferisci esattamente? Paige o Mason?» chiese lui, confuso, quasi risi, «Come se le cose non andassero messe insieme!» sbottai, alzando gli occhi al cielo.

«Quindi.... non vai a lavoro perché non vuoi vedere la tua migliore amica?» ipotizzò lui, per poi alzarsi, «Si! Anche!» confermai prontamente, «Non capisco. Cosa c'entra Paige con quel ragazzo?» chiese Can, confuso, fissandomi, «E' una lunga storia..» gli dissi, fissandolo, con un tono cupo.

«Magari poi te lo racconto....» continuai, «Adesso scusatemi ma torno in camera. Vorrei stare un po' sola...» dissi ai due, prima di lasciare la cucina.

Mi sentivo davvero di pessimo umore.

Continuavo a pensare e ripensare a quello che era successo e proprio non riuscivo a farmela passare.

Con quale coraggio Paige aveva invitato Mason?

Non aveva pensato a me e a tutto quello che era successo?

Lei, meglio di chiunque altro, sapeva quanto questa storia mi mandasse fuori di testa, avrebbe dovuto immaginare la mia reazione.  E pensare che le avevo fatto il favore di uscire per farle conoscere Can....

Che stupida che ero.

Alla fine quella a rimetterci ero sempre io.

Il rumore incessante del mio telefono che squillava mi costrinse ad aprire gli occhi bruscamente, risvegliandomi così dal sonno nel quale ero caduta qualche ora fa.

Forbidden Love || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora