𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖𝑛𝑜𝑣𝑒.

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Se c'è attenzione, c'è amore.
Maria Rosaria Montesarchio.

𝓢lacciai la cintura e mi avvicinai ancora di più a Can.

Poggiai di nuovo la fronte contro la sua e sorrisi.

«Anche io sono pazza di te...» ammisi, per poi mordermi il labbro, lui chinò il viso e mi baciò la guancia, «Lo sapevo già questo..» affermò, divertito, aggrottai la fronte, confusa.

«Il tuo corpo reagisce immediatamente quando ti tocco, ti bacio o semplicemente ti sono vicino...» mi rispose divertito, mentre sul suo viso comparve un sorriso, «Ho sempre saputo di avere questo potere su di te...» aggiunse poi.

La cosa mi imbarazzò da morire... E a quanto pare sapeva già da tempo che non mi era indifferente.

Infilai una mano tra i suoi capelli e sorrisi.

«Nemmeno io ti ero poi così indifferente...» mormorai, con una certa sicurezza, «Tu non mi sei mai stata indifferente Julie... Ero solo molto bravo a nasconderlo» rispose lui, scrollando leggermente le spalle, «Vogliamo parlare della tua gelosia?» gli chiesi divertita, trattenendo un sorriso.

«Ok, quello proprio non riuscivo a nasconderlo!» ammise lui, ridendo, «Cercavi di trattenerti ma era così ovvio!» affermai, scuotendo la testa ridacchiando, «Si... Ero proprio geloso di te..» ammise lui, alzando le mani, rassegnato.

«Si, lo avevo capito...» gli risposi, annuendo, lui si chinò e mi lasciò un casto bacio sulle labbra, «Adesso però sei mia...» mormorò, fissandomi, io annuì, annuì con sicurezza, poggiandogli una mano sulla guancia, lui sorrise e chinò di nuovo il viso verso di me, baciandomi ancora e ancora.

Non ne avevamo mai abbastanza.

Eravamo completamente pazzi, l'uno dell'altra.

«Guarda un po' chi c'è!» esclamò Connor, con un sorriso, appena ci vide arrivare in ufficio, gli sorrisi.

«Deduco che siete venuti insieme...» disse ancora, mentre ci si avvicinava, «Ovviamente ed è una cosa che faremo molto spesso» gli rispose Can, senza mai lasciare la mia mano.

«Beh... Mi dispiace dover interrompere questo momento felice ma... Papà ti cercava!» mi informò Connor, spostando l'attenzione su di me, «Perchè?» gli chiesi, sorpresa, lui scrollò semplicemente le spalle, sospirai ed annuì, «Ok, vado a vedere cosa vuole!» dissi poi, mentre mi toglievo il cappotto, Can nel frattempo raggiunse la sua scrivania e prese posto.

«Papà?» lo richiamai, affacciandomi dalla porta, lui alzò il viso dal computer e mi sorrise.

«Ciao tesoro!» affermò, gli sorrisi e gli andai incontro, «Come sapevi che sarei venuta in ufficio questa mattina?» gli chiesi poi, «Connor mi ha detto che Paige ti ha licenziata...» rispose lui, con un velo di tristezza nella voce, «Si, lo ha fatto..» confermai, mentre prendevo posto di fronte la sua scrivania.

«Mi dispiace tesoro..» affermò lui, accennando un sorriso, «Non fa niente..» lo rincuorai, scrollando le spalle, «Quindi ti sei decisa a lavorare qui?» mi chiese poi, incrociando le braccia al petto.

«Se l'offerta è ancora valida, si, vorrei lavorare qui..» confermai, sorridendo, mio padre annuì, palesemente felice per la mia decisione, «Sai già qual è la tua scrivania» affermò poi, facendomi sorridere, «Puoi iniziare quando vuoi! Se ti va, oggi stesso!» disse ancora, «Ammettilo... Hai già del lavoro per me!» affermai, divertita, «Beh... Se vuoi puoi ordinare l'archivio!» disse lui, spalancando le braccia.

Forbidden Love || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora