𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖𝑠𝑒𝑖.

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Quando due persone s'incontrano, s'innamorano e
si danno tutto senza chiedere nulla, quello è vero amore.
- Luciano Meran Donatoni.


ℐ raggi del sole entravano impercettibili dalla finestra, illuminando la camera.

Cercai di stirare le gambe, sotto le lenzuola azzurre ma, qualcosa al mio fianco mi bloccò, mi strofinai gli occhi e incuriosita mi voltai, sorridendo non appena vidi che si trattava di Can.

Non se n'era andato, era rimasto con me.

La cosa mi fece battere il cuore all'impazzata, e mi maledissi mentalmente per aver dubitato di lui.

Dio, non riuscivo ancora a credere a quello che era successo la sera prima.

Mi morsi il labbro, scuotendo leggermente la testa incredula ed imbarazzata. Terribilmente imbarazzata.

Ero più che felice, avevo confessato i miei sentimenti a Can, e lui, seppur dopo qualche momento di incertezza, non si era tirato indietro.

Anzi.

Sapevo che era ancora difficile per lui, dopo quello che aveva passato, ma credevo davvero che insieme ce l'avremmo fatta.

Dopo essermi alzata, e aver lasciato Can a letto, che dormiva beato, socchiusi la porta della mia camera e a passo lento raggiunsi la cucina.

«Buongiorno!» mi disse Connor, mentre preparava il caffè, «A te!» gli risposi, con un sorriso.

«Vuoi?» mi chiese poi, indicandomi il caffè, «Sai già la mia risposta...» gli risposi, lui ridacchiò, «Caffè in arrivo!» affermò poi, facendomi sorridere mentre nel frattempo raggiungevo il tavolo e prendevo posto.

«Cos'è successo ieri sera con Can?» mi domandò ad un tratto, mi paralizzai di colpo, terribilmente preoccupata.

Aveva visto o sentito qualcosa?

«In che senso?» gli chiesi, quasi in un sussurro, sostenendo a fatica il suo sguardo, «Ieri sera sono andato da Liam, per fare qualche partita alla play, quando l'ho detto a Can mi ha risposto che sarebbe venuto in camera tua per controllare come stavi..» affermò, io annuì semplicemente.

«Ma stamattina quando sono passato davanti la sua camera ho visto il letto vuoto» continuò, stranito, «Si, lui.... Lui è venuto in camera mia infatti...» concordai, «Noi... Abbiamo parlato tutta la notte e alla fine ci siamo addormentati...» gli risposi, mentendo, «Quindi è in camera tua?» mi chiese lui, mentre tornava al tavolo con due tazze di caffè, io annuì semplicemente.

«Oh... Ok...» mormorò sorpreso, annuendo, «La cosa.... Ti scoccia?» gli chiesi, tastando il terreno, «No, affatto!» disse lui, scuotendo la testa, quasi sorrisi, «Che lo voglia o no, Can è un'altra persona quando sta con te» aggiunse, «Davvero?» gli chiesi, trattenendo un sorriso, «Quando sta insieme a te torna il Can di una volta..» affermò, sorridendo, «E' amichevole, spensierato e molto meno antipatico!» disse ancora, per poi ridere, «Sa essere anche molto dolce. Ha solo tanta paura di soffrire ancora» gli risposi, fissandolo, «Si, credo sia così... Per tutto questo tempo si è chiuso in se stesso per paura di soffrire ancora ma dovrebbe liberarsi di quella corazza, si sta rovinando con le sue stesse mani!» commentò lui, scrollando le spalle, contrariato.

Forbidden Love || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora