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Yunho

Quando mi svegliai quella mattina non fu a causa dei raggi solari, ma a causa del baccano fuori la mia tenda. Era presto, quello potevo capirlo dal fatto che sembrava ancora fosse notte profonda per quanto il cielo era scuro, anche se l'esterno sembrava un pomeriggio per quanto chiasso si sentiva.

Aprii gli occhi lentamente, cercando di abituarmi al fatto che mi fossi appena svegliato e che probabilmente non sarei riuscito a tornare a dormire anche se avessi voluto; sapevo perfettamente che a breve la tromba sarebbe suonata e che quindi tutti ci saremmo alzati volenti o meno.

Misi le mani sul tessuto del lenzuolo che avevo sui fianchi, mettendomi a sedere e passando una mano tra i miei capelli chiari. Sbattei più volte le ciglia prima di strofinarmi gli occhi con le nocche e mettermi seduto, con le gambe penzoloni sul vuoto del letto a castello.

Sotto di me vedevo benissimo due teste coperte fino alle orecchie dalla coperta e non riuscii a trattenere un sorriso guardandoli dormire così pacificamente: almeno quei due erano riusciti a far pace.

Cercai di fare il meno rumore possibile mentre scendevo da lì, non volevo svegliarli qualche minuto prima del previsto, dato che sapevo bene quando anche ogni secondo di sonno contasse in una situazione come la nostra.

Era obbligatorio fare i diciotto mesi di addestramento militare dopo il compimento del diciannovesimo compleanno, perciò eccomi qui, a ventidue anni, mentre svolgevo i miei mesi aggiuntivi per quel "lavoro".

Mi ero segnato infatti a marzo dell'anno scorso, quando ne avevo compiuti ventuno, ed avevo avuto l'opportunità di partire soltanto a luglio agosto di quello stesso anno; non ero più tornato a casa da allora. Ero giuntò al termine del periodo obbligatorio ormai, era una questione di settimane e avrei avuto l'opportunità di tornare a casa insieme a tutte le altre matricole che, come me, stavano scontando quei mesi di addestramento.

Andai al piccolo tavolo di legno posto al centro della tenda e controllai se ci fosse qualcosa da mangiare, prima che le mie speranze si avverassero e trovassi una mela proprio nella cesta della frutta che la sera prima si era svuotata. La presi immediatamente tra le mani e ne presi in morso, chiudendo gli occhi e gustandomi il dolce sapore di quel pezzo che avevo in bocca.

Alzai di nuovo lo sguardo sui due letti a castello più vicini e notai che nell'altro c'era un'altra testa scura che stava ancora beatamente dormendo sul suo cuscino, nonostante fosse mattiniero. Mi avvicinai alla porta della tenda e abbassai la zip, così da mettere il viso fuori e controllare cosa stesse succedendo.

Vidi delle truppe di ragazzi di più o meno la mia età camminare marciando con i fucili appoggiati alla propria spalla, tutti in perfetto ordine e sincronia, quasi come se fosse finto tutto ciò. Dall'altra parte c'erano delle reclute che si stavano allenando nella corsa e nei pesi, mentre infine c'erano alcuni che passeggiavano con documenti o scatole in mano, anche se la maggior parte di questi erano più grandi di noi, e quindi tenenti o generali, oppure erano gli addetti alle poste che venivano spedite in quel campo.

Sentii uno dei letti muoversi dietro di me e immediatamente mi girai per controllare chi fosse, vedendo poi il più grande della nostra tenda cercare di uscire dal suo letto senza fare troppo rumore o svegliare il suo compagno di "dormite".

«Non è un po' presto per alzarsi?»mi chiese quando fu finalmente in piedi per poi sbadigliare e portare una mano a grattarsi la nuca, prima di rimettere a posto la coperta sul corpo dell'altro.

«Ti ho svegliato?»gli chiesi allora, rivolgendogli un timido sorriso di scuse, lui però scrollò soltanto le spalle venendo verso di me per affacciarsi anche lui alla porta che avevo aperto proprio io stesso.

Good Lil Boy[J.Y.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora