Yunho
La mattina dopo mi svegliai a causa della sveglia che avevo impostato la notte prima poco prima di addormentarmi. Fortunatamente il mio cervello era riuscito a collegarsi e avevo messo la sveglia o altrimenti avremmo potuto rischiare di essere svegliati da Mingi o dalla madre di Misun mentre eravamo sdraiati nudi sul suo letto.
Aprii gli occhi e allungai un braccio per spegnere quel suono fastidiosissimo, sovrastando il corpo della ragazza che ora mi stava dando le spalle mentre io l'abbracciavo da dietro. Una volta spento il mio telefono, sospirai e ritornai a stringerla, infilando il viso tra i suoi capelli scuri e godendomi quell'odore fruttato.
Avevo fatto una cazzata, di nuovo, e questa volta non avrei potuto fare di certo finta di niente come avevo fatto l'altra volta. Questo era troppo, avrei dovuto dirle di no fin dal principio, non sarei dovuto salire per quelle maledette scale quando mi aveva chiesto di farlo e ora ne avrei ripagato le conseguenze.
Avrei dovuto dirlo a Mingi. Non potevo nascondere una cosa del genere e ormai non sarei mai stato in grado di dire di no al mio sentimento nei suoi confronti. Eravamo in una situazione troppo grande per noi due che nemmeno avremmo dovuto fare una cosa del genere. Come se non bastasse avevo preso la sua verginità, come avrei potuto guardare in faccia Mingi dopo questo?
Se avessi potuto mi sarei tirato un pugno in faccia in quel momento ma, per quanto mi odiassi e sentissi in colpa non sarei mai riuscito a farlo ora che ero troppo preso dal tenere tra le mie braccia la ragazza di cui ero innamorato.
Ero un controsenso vivente, era vero, mi stavo contraddicendo da solo, ma non riuscivo proprio a toglierle le mani di dosso ora che sapevo che il mio sentimento era più che ricambiato.
Come se non bastasse la mia testa mi disse di avvicinare il viso al suo, le lasciai de piccoli baci sulla guancia e poi sotto all'orecchio, allora lei si mosse e iniziò a stiracchiare le gambe verso il basso e a spingersi all'indietro verso di me, simbolo del fatto che ormai l'avessi svegliata.
«Buongiorno.»le dissi con un tono di voce più basso di quanto mi aspettassi proprio sotto al suo orecchio e lei mugolò in risposta, continuando a stirare i suoi arti e a farli scrocchiare. Mi spostai dalla sua schiena con un ultimo bacio sulla sua mandibola per poi mettermi a sedere sul suo materasso. Si voltò poi verso di me mentre si stropicciava un occhio e io non potei non sorridere alla sua vista senza pensare quanto fosse carina in quel momento.
«Che ore sono?»mi chiese con la voce gracchiante e io nemmeno mi sporsi per prendere il telefono e semplicemente mi passai una mano tra i capelli biondi.
«Le sei passate, fortuna che ho messo la sveglia così faccio in tempo a tornare di sotto.»le spiegai e lei annuì soltanto per poi mettersi anche lei a sedersi portandosi comunque la coperta al petto per coprire le sue nudità. La guardai e notai che aveva la testa bassa mentre con un dito si attorcigliava ossessivamente una ciocca di capelli, facendomi intuite che ci fosse qualcosa che non andava. Probabilmente potevo anche immaginarmi cosa.
«C'è qualcosa che non va?»le chiesi infatti, abbassando di poco gli occhi per cercare di scorgere il suo viso cosa che poi mi fu possibile quando alzò la testa verso di me.
«Cosa sono per te?»mi rispose con una domanda alla mia domanda e dire che fui colto impreparato è un eufemismo. Non mi aspettavo minimamente queste parole e ora non sapevo cosa dire. Cosa avrei dovuto risponderle se io in primis non lo sapevo?
«Misun...»provai a dire ma stavolta lei alzò gli occhi al cielo prima di sbuffare una risata ovviamente ironica che mi fece abbassare lo sguardo sulle coperte.
«No, Yunho, Misun il cazzo. Devo sapere che diavolo sono per te perchè mi sono rotta di questo rincorrerci.»sbottò ancora una volta con un sorriso amaro sul volto che mi fece spezzare il cuore al solo guardarlo. Comunque io non riuscii a rispondere nemmeno questa volta, avendo improvvisamente come il cervello in pappa, come se non riuscissi davvero a pensare a nulla.

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Good Lil Boy[J.Y.]
Fanfiction«Non riesco a starti lontano.» «E io non voglio che tu lo faccia.» Misun è al suo ultimo anno di liceo, ha un fratello maggiore e degli amici conosciuti grazie a sua madre, che aveva voluto che i suoi figli facessero amicizia con quelli delle sue du...