«Non riesco a starti lontano.»
«E io non voglio che tu lo faccia.»
Misun è al suo ultimo anno di liceo, ha un fratello maggiore e degli amici conosciuti grazie a sua madre, che aveva voluto che i suoi figli facessero amicizia con quelli delle sue du...
Ormai era giunto maggio, il caldo iniziava a farsi sentire e la decisione riguardo il mio futuro si faceva sempre più vicina. Mi era stato detto che avrei potuto decidere se continuare quella carriera o meno entro i sei mesi ed essendo che avevo lasciato a gennaio avevo tempo fino a giugno.
Il problema era che non avevo la più pallida idea di quello che volevo fare.
Se fossi rimasto a casa avrei dovuto cercare un lavoro, il fatto era che anche in quel caso non sapevo dove andare a sbattere la testa. Mentre se avessi accettato di ritornare al campo sarei stato da solo, i miei amici non sarebbero venuti con me e sarei dovuto stare per la maggior parte del tempo lontano da casa. Perciò non sapevo proprio cosa sarebbe andato bene per me.
D'altro canto oltre che i miei amici e la mia famiglia non avevo altri motivi per cui restare qui, e non mi sembra ci fosse stato qualche problema l'ultima volta che me ne ero andato, perciò ora cosa poteva cambiare rispetto a prima?
Quella sera comunque evitai di pensarci dal momento che eravamo stati invitati a casa dei Song proprio dalla mamma dei miei due amici. Aveva detto che visto che a breve Misun sarebbe entrata nel periodo di esami sarebbe stato meglio vederci ora, o altrimenti secondo lei la ragazza ci avrebbe cacciati tutti di casa al minimo rumore, cosa che era molto probabile conoscendo lei.
A pensare a lei mi veniva da sorridere. Mi mancava, forse ancora di più di quando ero stato al campo di addestramento. Forse era il fatto che l'avessi baciata e che sapevo che qualcosa comunque per me provava, anche se poco. Mi faceva stare male tutto ciò, non potevo negarlo, e per evitare di sentirmi così cercavo di non trovarmi nelle situazioni in cui eravamo insieme o, peggio ancora, da soli.
Sapevo che averla accanto non mi avrebbe permesso di ragionare, che mi avrebbe distrutto mentalmente e che il mio cervello avrebbe probabilmente smesso di funzionare, ma cosa potevo farci? Era più forte di me. Per questo motivo allora cercavo di vederla il meno possibile, anche se era più che difficile visto che le nostre famiglie erano amiche.
Quella sera, ad esempio, ne era la prova.
Avrei tanto voluto non partecipare a quella cena ma ovviamente non potevo perchè UNO avrei fatto una brutta figura con gli altri e DUE mia madre mi avrebbe comunque costretto a parteciparvi perciò, perchè non andarci di mia spontanea volontà?
Nonostante ormai facesse anche abbastanza caldo decisi di indossare una camicia con dei jeans neri, pettinai i miei capelli per appiattirli e allisciarli, poi lasciai che la frangetta mi cadesse sugli occhi. Presi il telefono per guardarmi nella fotocamera ma poi colsi l'occasione per scattarmi una foto, cosa che feci.
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Non appena l'ebbi anche postata mi misi il cellulare in tasca e poi uscii dalla mia stanza, diretto alla porta d'ingresso dove i miei genitori erano intenti nel parlare tra di loro.